STRATEGIE

Apple Pay missione Cina: aperta una filiale a Shanghai

L’azienda guidata da Tim Cook punta sul mercato asiatico, maturo e dominato dai player locali ma con ampi spazi per l’espansione del colosso americano. Che già assume e riflette su (necessarie) alleanze

Pubblicato il 05 Ott 2015

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Apple si sta attrezzando per portare il suo sistema di pagamenti Apple Pay in Cina, mercato cruciale per generare crescita e dove anche gli investitori del colosso hitech chiedono con sempre maggiore insistenza di puntare. Il motivo non è solo l’enorme potenziale della Cina ma anche la necessità per Cupertino di estendere l’offerta di pagamento su più mercati, perché l’adozione negli Stati Uniti, dove il sistema di mobile payment di Apple è stato lanciato l’anno scorso, i tassi di adozione non sono brillanti. A luglio Apple ha perciò lanciato il servizio anche in Uk e ora, come riporta il Wall Street Journal, punta alla Tigre asiatica.

In Cina la Mela ha creato una nuova sussidiaria nella zona di libero scambio di Shanghai chiamata “Apple Technology Service (Shanghai) Ltd.” La sussidiaria (che risulta registrata da giugno) ha un capitale di 13,4 milioni di dollari e il suo obiettivo è, scrive il Journal, “gestire il servizio Apple Pay in Cina”. Le attività di questa filiale includono consulenza tecnica, servizi e integrazione di sistemi nel settore dei pagamenti. La filiale cinese di Apple, continuano le fonti del WSJ, servirebbe a “portare Apple Pay, considerato come un nuovo tipo di business, modello e tecnologia, in Cina”.

Apple non ha per ora commentato le indiscrezioni di stampa anche se il Ceo Tim Cook ha dichiarato che spera di riuscire a portare Apple Pay in Cina in tempi brevi. Ma per ora non ci sono date ufficiali per il lancio del servizio; le aziende che vogliono aprire un’attività nei pagamenti online in Cina devono prima ottenere i nulla osta dei regolatori, compresa la banca centrale.

Se Apple Pay otterrà il via libera, si troverà a operare su un mercato dove i pagamenti elettronici sono già molto utilizzati. I consumatori cinesi della classe media e alta usano regolarmente le app mobili come Alipay per una molteplicità di acquisti, dalla spesa alimentare ai taxi ai biglietti per cinema e concerti. Alipay, la mobile app che fa capo al gruppo Alibaba, conta 400 milioni di utenti registrati a giugno, di cui l’80% sono utenti mobili. La rivale Tencent sta guadagnando terreno con il suo servizio per i pagamenti legato alla sua popolare app di messaggistica WeChat.

Per Apple si tratterà dunque di inserirsi su un mercato dove gli utenti hanno già a disposizione servizi consolidati e “locali”. L’anno scorso Alibaba aveva incontrato Apple per discutere una possibile alleanza proprio nel business del pagamenti, ma per ora, riporta il WSJ, l’unico investirore della filiale cinese di Apple Pay è Apple South Asia Pte. Ltd., la filiale di Singapore della Mela. Tuttavia le alleanze locali per Apple non sarebbero ancora escluse e il colosso di Cupertino ha già cominciato a mettere insieme la squadra manageriale e lo staff per le sue operazioni cinesi nei pagamenti fondandosi su talenti locali o che ben conoscono il paese. Quartz riporta che Kelly Sang, ex general manager di Alibaba entrata in Apple nel 2012, è stata promossa director of Apple Pay in Cina già a inizio anno, mentre Liang Gong, ex country manager di Visa China, è stato assunto da Apple a luglio. Apple sta anche cercando personale da inserire nella nuova sussidiaria con posizioni accomunate dal focus sulla customer experience.

La Cina è un mercato sempre più rilevante per Apple. Le vendite di iPhone sono cresciute dell’87% anno su anno in Cina e le vendite nell’area Greater China hanno rappresentato più del 25% delle entrate di Apple lo scorso trimestre. Di qui la spinta a introdurre anche Apple Pay, che darà un motivo in più ai cinesi per comprare l’iPhone o per continuare a rimanere fedeli al device Apple – e al suo ecosistema – se già lo hanno acquistato.

“E’ uno sbocco naturale per Apple Pay—la Cina è probabilmente il secondo maggior mercato per gli iPhone oggi e cresce di importanza”, commenta Jan Dawson, chief analyst di Jackdaw Research.

Quartz nota che in Cina Apple potrebbe essere favorita dal fatto che i consumatori sono già abituati a usare le app per il pagamento mobile e che, rispetto agli Stati Uniti, ci sono molti più terminali che possono accettare il servizio Apple Pay. Tuttavia, l’espansione in Cina richiede, oltre al benestare dei regolatori e a personale esperto, anche accordi con China UnionPay, la principale società delle carte di credito in Cina e cuore del sistema dei pagamenti cinesi, di cui controlla il 90% e in cui possiede tutti i terminali Nfc.

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