ULTRABROADBAND

Vodafone, avanti tutta su Ftth e 4G+

La telco ipoteca il futuro delle reti ad alta velocità con connessioni Lte a 1,2 Gb/s e fibra ottica a 10 Gb/s. Per accedere alle offerte sul mobile bisognerà aspettare l’arrivo dei terminali di nuova generazione (entro 18 mesi). L’offerta B2B sul fisso è invece già pronta a partire

Pubblicato il 02 Mar 2016

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Mentre l’Italia guarda (ancora) con incertezza al traguardo del 2020, quando tutta la popolazione dovrebbe accedere a connessioni dati ad almeno 30 Mb/s, Vodafone accelera sull’infrastruttura esistente per proporre servizi a 10 Gb/s sulla rete fissa e a 1,2 Gb/s su quella mobile. Come? Sfruttando il massimo potenziale offerto da FTTH (Fiber-to-the-home) e da 4G+.

Il primo è uno use case reale, ovvero attuabile nei confronti dei clienti Vodafone Italia (anzi, c’è già il primo contratto, sottoscritto con una media impresa milanese) e pronto al roll out commerciale vero e proprio, che si tradurrà con ogni probabilità in un’offerta B2B. La seconda è una demo da laboratorio, visto che i terminali 4G+ non saranno disponibili sul mercato consumer prima di 12-18 mesi. Ma mette chiaramente in luce fino a dove può spingersi la velocità di connessione se si accorpano le capacità trasmissive delle frequenze (nello specifico parliamo di quelle a 800, 900, 1800, 2100 e 2600 MHz).

La dimostrazione della potenza di fuoco di Vodafone è avvenuta stamattina al quartier generale di Milano, dove il direttore Technology Fabrizio Rocchio ha incontrato la stampa per un aggiornamento sullo sviluppo delle reti e dei servizi, oltre che per svelare le nuove performance ottenute grazie alle soluzioni offerte dal partner tecnologico Huawei.

“In realtà si tratta di capacità che potevamo raggiungere anche in passato”, ha precisato Rocchio, “ma utilizzando comunicazioni punto a punto e su servizi ad hoc. La novità è che ora queste prestazioni sono disponibili sulle normali reti consumer senza dover intervenire con ulteriori implementazioni del network”. Network che, per quanto riguarda il 4G+, ha già raggiunto 800 comuni. “Siamo in anticipo sul target che avevamo stabilito per la crescita dell’infrastruttura radio”.

Il 4G è invece disponibile in circa 6.100 comuni italiani, con una copertura del 95% della popolazione. Ad aprile 2014, la copertura non superava la soglia del 35%. “Mentre allora parlavamo di pochi punti percentuali, attualmente il 4G gestisce il 40% del traffico dati nazionale, raggiungendo quota 75% in occasione di eventi speciali, come incontri sportivi e fiere”, ha detto Rocchio, che ha anche evidenziato come l’uso dei dati mobile aumenti in modo esponenziale man mano che i consumatori accedono a connessioni più performanti: se i clienti 4G sono quintuplicati da dicembre 2014 a giugno 2015, raddoppiando ulteriormente nei successivi sei mesi, mediamente, passando dal 3G al 4G, raddoppia anche la quantità di dati trasmessi.

Secondo Rocchio, l’offerta commerciale Vodafone sull’LTE a 1,2 Gb dovrebbe partire entro 18 mesi. Il tempo per l’appunto di far sbarcare sul mercato italiano i nuovi smartphone compatibili e di allocare sempre più banda a 900 MHz (quella tipicamente usata per il GSM) sul 4G+, puntando anche sulla digitalizzazione dei servizi voce (tramite il cosiddetto VoLTE, Voice over LTE).

L’ultrabroadband firmato Vodafone ha invece raggiunto 7,8 milioni di unità abitative, facendo registrare anche rispetto a queste attivazioni un’impennata nei consumi di banda: passando dall’Adsl a una connessione FTTC (Fiber-to-the-cabinet), il traffico raddoppia. Sottoscrivendo un contratto FTTH, la mole di informazioni scambiate triplica. Come detto, il lancio dell’offerta a 10 Gb (in download, per l’upload si parla di 2,4 Gb al secondo, anche se a tendere la trasmissione sarà simmetrica) è già realizzabile, e secondo Rocchio avverrà entro il 2016. “Innumerevoli le applicazioni che gireranno grazie a queste capacità”, ha concluso il manager. “Dal cloud enterprise alla telemedicina, passando per la realtà immersiva e gli ologrammi per il gaming e il digital entertainment, senza dimenticare la connettività per i veicoli autonomi”.

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