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Telecom, Cattaneo: “Nessun timore di Iliad”. Gli analisti: “Solo effetti moderati”

L’Ad del Gruppo sullo sbarco di Niel: “Il nostro mercato è molto diverso, difficile l’effetto sorpresa”. Gli esperti di Mediobanca, Intermonte e Morgan Stanley concordano: “Il settore è già stato sotto forte pressione con Arpu tra i più bassi: oggi la sfida si gioca sulla qualità”. Sullo sfondo il nodo Legge Pisanu

Pubblicato il 14 Set 2016

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“L’ingresso di Iliad in Italia non ci preoccupa: il nostro è un mercato molto diverso dalla Francia. Basti pensare che oggi il ricavo medio per cliente in Francia è più alto del nostro”. L’amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo, commenta così il futuro ingresso di Iliad sul mercato italiano. “Come ho detto anche in passato, Iliad non potrà sfruttare l’effetto sorpresa e da parte nostra ci saranno delle contromisure adeguate e coerenti con il nostro posizionamento di mercato”, spiega l’Ad in visita a un punto vendita del Gruppo a Roma.

Il manager sottolinea le modalità di acquisizione dei nuovi clienti necessarie in Italia e quello che potrebbe essere un limite alla strategia di Xavier Niel: “Abbiamo la Legge Pisanu sull’antiterrorismo che impone l’identificazione dell’intestatario delle sim attraverso carta di identità, in Francia no; e questo è ovviamente qualcosa di cui tenere conto”.

Sotto il punto di vista legale, anche gli analisti citano le norme in materia di antiterrorismo fra le differenze di settore che dovrà fronteggiare l’operatore francese. “Per quanto riguarda la strategia commerciale, a quanto ci risulta, in Italia la legge Pisanu del 2005 rende difficoltosa la stipula dei contratti online in quanto prevede di identificare con precisione l’utente prima di rilasciargli una Sim card, pratica che in un negozio si espleta rapidamente mentre richiede circa 5 giorni via web“, spiegano gli analisti di Intermonte ricordando che nella conference call del 31 agosto il management di Iliad a una domanda sul tema ha risposto che “la strategia di vendita è ancora in fase di definizione“. Secondo la società di ricerca il target commerciali di Iliad, che oscilla tra il 10 e il 15% secondo gli ultimi dati di Bloomberg, “in termini di quota di mercato sembra molto ambizioso, in particolare alla luce del fatto che l’operatore 3 Italia ha raggiunto una quota di mercato simile dopo 14 anni di presenza sul mercato italiano e registrando pesanti perdite”.

Gli esperti di Morgan Stanley si attendono “solo conseguenze finanziarie moderate” per Telecom Italia dallo sbarco di Niel nel Belpaese: “Supponendo che Iliad sia in grado di ottenere una quota di mercato in Italia, simile a quella in Francia (circa 15% in 4 anni), l’impatto negativo sull’Ebitda consolidato 2020 di Telecom Italia potrebbe essere intorno al -4% ma crediamo che l’impatto finale, date le circostanze, sarà inferiore”. Il mercato italiano “è già stato sotto forte pressione per anni con un Arpu tra i più bassi in Europa” e oggi è “sempre più concentrando sulla qualità della Rete e la convergenza”. Gli analisti di Morgan Stanley vedono difficile poi un ingresso di Iliad anche nel fisso e sottolineano come, viceversa, il mercato italiano sia sempre più convergente.

Secondo Mediobanca “ci vorrà del tempo per il Gruppo francese per impostare la sua strategia e gli operatori già esistenti potranno beneficiare di almeno 8-10 trimestri a bassa concorrenza sui prezzi”, spiega un analista che aggiunge: “Continuiamo a credere che il mercato italiano nel 2016 sia estremamente diverso da quello francese nel 2012, almeno in termini di Arpu (40 contro 12 euro).

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