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Cybersecurity, Tofalo: “Il Governo si allei con le imprese”

Il sottosegretario alla Difesa: “Cruciali partnership pubblico-privato per far crescere il settore ed elaborare strategie di protezione efficaci”. Allarme jihad: spazio cibernetico nuovo campo di battaglia

Pubblicato il 08 Mar 2019

Il settore cyber sta conoscendo oggi uno sviluppo rapidissimo. Per fare Sistema Paese è importantissimo costruire un network solido, dobbiamo stimolare le realtà del mondo produttivo che sono capaci di innovare e sviluppare nuove tecnologie. Non possiamo permetterci di restare indietro”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario al ministero della Difesa Angelo Tofalo, intervenendo al workshop su “Cybersecurity Challenges and Opportunities for Italy and the Usa” presso l’ambasciata italiana a Washington.

“Il Governo non può proteggere il dominio cibernetico da solo, abbiamo bisogno di rafforzare le partnership pubblico-private. Dobbiamo lavorare con i principali stakeholders“, ha sottolineato Tofalo osservando che “la conferenza è stata un’importante occasione per arricchire le nostre conoscenze sulle dinamiche che caratterizzano l’approccio statunitense nella valorizzazione e nella difesa delle aziende che sviluppano tecnologie inerenti il dominio cibernetico”.

La necessità di fare sistema sul fronte cyber è evidenziata anche dalla Fondazione Icsa. Secondo il rapporto “Terrorismo, criminalità e contrabbando” lo spazio cibernetico è divenuto il nuovo campo di battaglia e di competizione geopolitica ed economica per il jihadismo, entrato con la nascita dell’Isis, nell’era del cosiddetto Califfato virtuale”.

Lo studio individua “varie forme di supporto alla jihad nel dark web dove è più forte l’attivismo dei jihadisti che forniscono sia supporto tecnologico a fini propagandistici (banner pubblicitari per Amaq, ossia per l’agenzia di stampa e organo di propaganda dello Stato Islamico) e tools per l’uso di Tails (sistema operativo pensato per preservare riservatezza e anonimato ai suoi utilizzatori), sia supporto logistico alla jihad (campagne di mobilitazione per l’equipaggiamento di armi dei mujaheddin; siti non ufficiali dove poter monitorare localmente le battaglie del Califfato attraverso un rilascio sequenziale di video dalle zone di guerra; presenza di dark market e vendor privati per rendere possibile a lone wolves l’acquisto di armi attraverso il pagamento in bitcoin), sia, infine attraverso forme di supporto finanziario alla jihad (piattaforma di crowdfunding per il finanziamento dei mujaheddin, indirizzi di wallet di bitcoin a cui fare donazioni)”.

Il finanziamento alla jihad viene anche propagandato attraverso le piattaforme social: twitter, facebook, con post in tutte le lingue, per cui il messaggio jihadista viene diffuso all’intera comunità globale.

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