IL CASO

Smart working, Asstel e sindacati lanciano l’allarme sulle regole

In vista della scadenza, il 31 luglio, della procedura semplificata per il ricorso al lavoro agile arriva l’appello al governo. Di Raimondo: “Necessaria proroga”. Slc, Fistel e Uilcom: “Si rischia il caos, intervento subito”

Pubblicato il 22 Lug 2020

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Lo smart working preoccupa aziende di Tlc e sindacati di settore: sul tavolo la mancanza di chiarezza sulla procedura semplificata per il ricorso al lavoro agile le cui norme, legate allo stato di emergenza, che scadranno il 31 luglio.

“Ci preoccupa l’assenza di riscontri in queste ore alla proroga per far ricorso alla ‘procedura semplificata’ per lo smart working. L’avvicinarsi della scadenza del 31 luglio del periodo utile per accedervi e l’incertezza normativa non consentono a imprese e lavoratori della filiera tlc di pianificare le attività produttive di un settore che si è rivelato strategico per il Paese, anche nell’ottica di gestire un progressivo rientro delle persone in azienda – spiega Laura Di Raimondo, direttore di Asstel, in vista dell’approssimarsi della scadenza del 31 luglio – Per non perdere quanto di positivo è emerso nel corso della pandemia e porre le basi per un nuovo modo di intendere il lavoro agile, è necessaria una proroga da parte del Governo per dare risposte ad aziende e lavoratori che consentano di coniugare le esigenze lavorative, organizzative e di tutela della salute. La promozione delle persone e delle loro competenze è oggi essenziale e va coniugata con il rafforzamento di modelli operativi che facciano propri una progettualità di lungo e medio periodo per dare forma a una realtà ibrida che alterni momenti di presenza a momenti di virtualità; attraverso la normalizzazione di quanto vissuto durante l’emergenza sarà possibile promuovere un’integrazione ottimale dei tempi lavorativi e familiari”.

Nella filiera delle tlc “l’introduzione di nuovi modelli di lavoro agile ha avuto una forte accelerazione dovuta alla necessità di far fronte all’emergenza Covid-19, coinvolgendo, in poche settimane, quasi 80.000 addetti. Numeri che confermano l’opportunità e la necessità di proseguire nel solco di questa trasformazione in atto”, conclude Di Raimondo.

L’allarme dei sindacati

“L’incertezza sulla normativa di emergenza rischia di gettare i lavoratori e le aziende in una situazione di caos – dice Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil – Il lavoro agile può diventare davvero un fattore di modernizzazione del mondo del lavoro, ma occorrono chiarezza nelle norme, coraggio nelle scelte. L’incertezza non aiuta le parti neanche nel confronto sulla regolamentazione del lavoro agile. Si esca dall’impasse e si decida in tempi rapidissimi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Fistel Cisl. “E’ urgente che il Governo chiarisca se, come e quando termina la fase di emergenza legata al Covid19. Non è tollerabile lo stato di incertezza in cui versano le imprese in attesa delle decisioni del Governo per organizzare il rientro dei lavoratori nelle sedi di lavoro- evidenzia Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel – I lavoratori e le loro famiglie sono disorientati non potendo conciliare lavoro, famiglia e scuola per i figli. Siamo un Paese allo sbando, come sindacato dobbiamo pretendere chiarezza e serietà dalle istituzioni, non possiamo tollerare annunci e smentite sulla prosecuzione o meno dello stato di emergenza, sono a rischio le condizioni psicologiche di milioni di italiani. Intanto la politica, irresponsabilmente, si muove guardando i sondaggi in vista delle prossime elezione tenendo il Paese ingabbiato”.

Per Luciano Savant Levra, segretario nazionale della Uilcom Uil “lo smartworking, applicato in questa fase emergenziale, per tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori è stata una azione molto importante, si sono messe in sicurezza migliaia di vite, adesso è urgente sapere se il Governo prorogherà l’emergenza che, allo stato attuale, termina il 31 luglio”.

“Da quello che trapela, in alcune dichiarazioni di qualche componente del Governo, ci sarebbe – aggiunge – la volontà di effettuare un’ulteriore estensione della fase emergenziale. E’ importante, visto i tempi stringenti, avere al più’ presto un riscontro oggettivo perché è urgente dare risposte alle lavoratrici e lavoratori su come proseguiranno le attività lavorative e quindi quale organizzazione del lavoro si applicherà. Contestualmente occorre anche tener presente che la pandemia non è certo debellata anche se fortunatamente è stata per ora contenuta”.

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