LO STOP DELLA CINA

Ant Group dovrà “spacchettare” la quotazione? Intanto Alibaba brucia 76 miliardi in Borsa

Il doppio ruolo di tech company e banca online ha messo i regolatori in allarme. L’Ipo è sospesa: il colosso cinese dovrà aspettare l’emanazione delle nuove regole per le fintech al vaglio nel Paese

Pubblicato il 04 Nov 2020

Ant Group dovrà “spacchettare” la quotazione? Intanto Alibaba brucia 76 miliardi in Borsa
Shanghai, China - Aug 1, 2020: Alipay office building in downtown Lujiazui Financial City. Alipay China Network Technology is a payment platform and unit of fin-tech giant Ant Financial Services Group
Dopo lo stop all’Ipo di Ant Group imposto dalla Borsa di Shanghai, il braccio fintech del colosso dell’e-commerce Alibaba sta valutando le sue opzioni per riproporre l’ingresso sui listini. Ant avrebbe dovuto quotarsi il 5 novembre con un’operazione record, una quotazione su due piazze – Shanghai e Hong Kong – e un collocamento di 34,5 miliardi di dollari che l’avrebbero resa l’Ipo più grande di sempre.

Lo stop all’Ipo è intanto costato ad Alibaba, che controlla un terzo delle azioni di Ant Group, l’8% a Wall Street: in fumo 76 miliardi di dollari, il doppio delle stime di raccolta relative alla quotazione. Oggi a Hong Kong il titolo Alibaba ha ceduto un ulteriore 7%.

A fermare la quotazione è stata la “doppia natura” di Ant. Il gruppo si presenta come azienda tecnologica, ma i regolatori cinesi non sottovalutano il peso dell’attività di erogazione di crediti che Ant conduce, all’interno di un impero dalle molteplici divisioni, e che ha conotribuito a quasi il 40% dei ricavi del gruppo nella prima metà dell’anno. Insomma, per le autorità della Cina Ant non è solo una tech company, ma una banca. E le regole che deve seguire per quotarsi sono ben diverse, soprattutto ora che i regolatori stanno preparando una “stretta” sulle società dei prestiti online.
Ant Group, con sede a Hangzhou, è stata fondata nel 2010 dal gigante dell’e-commerce Alibaba, che ne detiene il 33%. Domina il mercato dei pagamenti cinese tramite l’app Alipay e gestisce il gigantesco money-market Tianhong Yu’e Bao e la società di credit payment Huabei.

Le nuove norme cinesi sul micro-lending

I regolatori cinesi hanno annunciato nei giorni scorsi un rafforzamento delle regole cui devono sottostare le società online del micro-lending. La stretta normativa mira a contenere i rischi finanziari e a evitare una crescita esorbitante dei livelli di indebitamento. Secondo gli analisti sentiti da Reuters, Ant dovrà adeguarsi a queste regole e comunicare il loro impatto sui suoi conti per poter andare avanti con le quotazioni a Shanghai e a Hong Kong.

La bozza della normativa pubblicata dalla Banca centrale della Cina e dai regolatori del settore finanziario punta a inasprire i requisiti per le società del micro-lending per ottenere l’autorizzazione a fornire prestiti online direttamente ai consumatori o in partnership con le banche e limiterebbe anche la cifra che queste società possono erogare.

La bozza è attualmente aperta a consultazione pubblica (fino al 2 dicembre) e esige che i lender del web forniscano almeno il 30% dei prestiti in alleanza con le banche. Questa norma in particolare, secondo gli analisti, andrebbe a colpire la redditività del modello di business di Ant. Inoltre, con le nuove regole le sussidiarie del lending di Ant non potranno più essere autorizzate a vendere prodotti per il wealth management.

“Se queste norme entreranno effettivamente in vigore l’industria online micro-lending sarà pesantemente ridimensionata e le Internet companies che si stanno espandendo aggressivamente con la loro attività dei prestiti saranno duramente colpite“, afferma Dong Ximiao, chief analyst di Zhongguancun Internet Finance Institute.

Serviranno due Ipo: una tech e una finance

Zhang Yi, chief executive della società di consulenza iiMedia, fa notare che i regolatori cinesi, analizzando i documenti presentati dal gruppo Ant alla Borsa di Shanghai, si sono resi conto che l’attività nel credito di Ant è simile a quella di una banca commerciale. A questo punto, l’opzione che gli analisti ritengono percorribile per il gruppo cinese è procedere con due Ipo separate per ramo di business, una la credit unit e una per la tech unit (includendo la soluzione per i pagamenti mobili Alipay).

Ant dovrà presentare richiesta di nuove licenze per l’attività creditizia per poter essere in linea con le nuove regole sul micro-lending online ed essere soggetta in generale alle regole per le aziende finanziarie entrate in vigore in Cina il 1 novembre.

Questo implica che il via libera alla o alle Ipo di Ant non potrà arrivare nel breve periodo.

Addio alla quotazione dei record?

La quotazione non è però annullata, bensì “sospesa”, come indicato dalle Borse di Shanghai e di Hong Kong. Il gruppo Ant cercherà probabilmente di superare gli ostacoli regolatori e riproporsi sui listini.

Il rinvio e il possibile spacchettamento in più Ipo peserà sul valore della quotazione, osserva l’analista di Pechino Li Chengdong, ma il gruppo ha solide basi: gode di un investimento pubblico e dell’influenza del suo fondatore Jack Ma, il patron di Alibaba ora ritiratosi a vita privata. Non sarà più forse l’Ipo dei record, ma – assicura Chengdong – “non sarà affatto una delusione”.

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