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Hft, una lezione per le future Ngn

Studiare il modello High Frequency Trader utilizzato dai trader, può servire a farsi un’idea di cosa succederà con le reti di nuova generazione. L’estrema velocità delle informazioni può determinare reazioni, così come quella dei dati

Pubblicato il 14 Lug 2012

Hft, una lezione per le future Ngn

Una sigla che da qualche tempo ha fatto il suo ingresso sui giornali è Hft, High Frequency Trader: un operatore finanziario che, avvalendosi di reti di comunicazione dedicate ed estremamente potenti, sfruttando anche la prossimità fisica alle borse, riesce a guadagnare qualche millesimo di secondo sugli altri movimenti di borsa, giungendo primo nelle contrattazioni e spuntando quotazioni più favorevoli. Questo potenziale comunicativo non è tuttavia utilizzato per aggiudicarsi un pacchetto azionario, ma esclusivamente per provocare reazioni negli altri operatori determinando così l’ascesa o la caduta di un titolo. Poi l’offerta viene annullata, e si ricomincia daccapo con un’altra azione: una vera turbativa d’asta in tempo reale.

In pratica, in aree dismesse non lontane da Wall Street si impiantano batterie di supercomputer che analizzano automaticamente i dati di borsa, minuto per minuto, sulla base di complessi algoritmi, riuscendo così a guadagnare una frazione di secondo sugli altri. Gli organismi di controllo sulla borsa, in Usa e in altri paesi fra cui il nostro, stanno cercando strumenti normativi per contrastare queste tendenze, ma non è semplice perché l’evoluzione delle tecnologie bypassa continuamente l’affannoso adeguamento delle regole.

Il caso delle Hft è un buon esempio di cosa succederà, nel bene e nel male, con le reti di nuova generazione (Ngn). Si potrà correre con il proprio contenuto più degli altri, determinare degli effetti, quindi ritirare il proprio contenuto; tirare il sasso e nascondere la mano. Nessuno ci sta pensando, ma l’estrema velocità delle informazioni può determinare delle reazioni anche se l’informazione è falsa: lo si scopre presto, ma non abbastanza. Sicuramente così non scoppia una guerra convenzionale, ma sui mercati finanziari e in quelli delle merci si possono determinare effetti di massa che, se previsti adeguatamente, forniscono grandi guadagni a chi è in grado di determinarli nascondendo le proprie responsabilità.

L’informazione ad alta velocità può diventare così il terreno privilegiato dei grandi scontri sociali e politici. Già oggi, del resto, la parola di un ministro incauto, ritagliata dal suo contesto, può provocare un piccolo terremoto politico che è difficile poi da chiudere definitivamente; forse l’intera crisi che stiamo vivendo ha all’origine notizie che non si ha tempo di verificare, o lo si fa quando esse hanno già prodotto i loro nefasti effetti. Queste, e non tanto il consiglio di amministrazione della Rai, sono le grandi battaglie dell’informazione.

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