IL REPORT

Aziende al ralenti sull’IT sostenibile: solo una su cinque ha un piano

I dati dello studio del Capgemini Research Institute: anche quando l’approccio generale delle organizzazioni è “green” sull’Information technology c’è una carenza di strategie ad ampio raggio. Andrea Falleni: “E’ necessario rendersi conto dell’impatto ambientale del nostro mondo digitale”

Pubblicato il 28 Mag 2021

A. S.

sustainable IT

Nel mondo delle imprese non c’è ancora la giusta consapevolezza di come implementare pratiche IT sostenibili e di come contribuire proattivamente a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni IT: solo il 6% delle aziende ha infatti raggiunto un elevato livello di implementazione dell’IT sostenibile. Questo nonostante il fatto che i benefici siano ormai abbastanza evidenti: le organizzazioni che hanno sviluppato una roadmap completa per accelerare l’implementazione di un IT sostenibile hanno infatti ottenuto punteggi migliori in ambito Esg (61%), una maggiore customer satisfaction (56%) e un risparmio in termini di imposte (44%). Sono i dati che emergono dal report “Sustainable IT: Why it’s time for a Green revolution for your organization’s IT, realizzato dal Capgemini Research Institute. Tre, secondo Capgemini, le azioni che sarebbero utili alle per allinearsi su questo tema: delineare una strategia di IT sostenibile allineata con la strategia di sostenibilità dell’organizzazione, creare un processo di governance con un team dedicato all’IT sostenibile e il supporto della leadership, e rendere operative le iniziative IT sostenibili inserendo la sostenibilità tra gli elementi chiave dell’architettura software.

Se da un lato le soluzioni informatiche possono aiutare a risolvere i problemi ambientali, spiega la ricerca, dall’altro il settore IT nel suo complesso presenta problematiche legate alle emissioni di carbonio. In quest’ottica il report identifica le aree in cui le emissioni IT aziendali stanno crescendo più rapidamente e delinea una roadmap in tre fasi per sviluppare in quest’ambito strategie di sostenibilità. Piani che non sono ancora, secondo i dati evidenziati dallo studio, tra le priorità delle aziende all’interno della più ampia agenda di sostenibilità e del percorso per ridurre le proprie emissioni: solo il 22% infatti stima di ridurre di oltre un quarto la propria impronta di carbonio attraverso l’IT sostenibile nei prossimi tre anni.

Dall’indagine emerge inoltre un divario di consapevolezza sull’impatto ambientale dell’IT, tanto che il 57% degli intervistati afferma di essere ignaro dell’impronta di carbonio dell’IT della propria azienda. Il settore bancario e quello dei prodotti di consumo presentano i livelli più alti di awareness (rispettivamente 52% e 51%), mentre il settore della produzione industriale registra la percentuale più bassa (28%). Solamente il 34% è al corrente del fatto che la produzione di cellulari e computer portatili abbia un’impronta di carbonio più elevata rispetto all’uso effettivo di questi dispositivi durante tutto il loro ciclo di vita. Un gap

aggravato dal fatto che “attualmente – spiega Capgemini – l’IT sostenibile non riceve la stessa attenzione e le stesse risorse di altre iniziative green. In termini di strategia, la metà delle aziende ha definito un approccio per la sostenibilità in senso ampio, ma meno di una su cinque (18%) presenta una strategia in ambito IT sostenibile con obiettivi e scadenze ben definiti”.

Ad aggravare la situazione c’è il fatto che la maggior parte delle organizzazioni non dispone di strumenti adeguati o di standard universalmente condivisi per misurare l’impatto ambientale dell’IT: solo il 29% utilizza infatti strumenti di valutazione delle emissioni di carbonio e solo il 34% afferma che l’IT sostenibile è parte integrante dell’agenda del consiglio di amministrazione. Anche l’uso di KPI per tracciare e misurare i progressi nella sostenibilità dell’IT aziendale risulta poco diffuso, con solo il 23% delle organizzazioni che misura le emissioni di gas serra. In generale, solo l’1% delle aziende ha raggiunto i propri obiettivi. Stabilire il costo del carbonio per le operazioni IT può aiutare le organizzazioni di tutti i settori a prendere coscienza dell’impatto della loro impronta IT, ma solo il 27% delle stesse ha standardizzato la pratica.

In questo contesto le aziende tecnologiche stanno intraprendendo azioni proattive nella riduzione delle emissioni di carbonio di operation, servizi e prodotti IT, e molti operatori hanno annunciato i propri target per diventare carbon neutral. Di conseguenza – sottolinea Capgemini – molte organizzazioni stanno cercando di trasferire sul settore IT la responsabilità della riduzione delle emissioni, con l’obiettivo di agevolare l’istituzione al proprio interno di pratiche IT sostenibili. Circa il 52% delle organizzazioni intervistate afferma che le aziende del settore tech dovrebbero incorporare una dimensione di IT sostenibile nei loro prodotti e servizi, il 61% vorrebbe che le aiutassero a misurare l’impatto ambientale dei loro processi, mentre il 45% sarebbe disposto a pagare fino al 5% in più per prodotti e servizi IT sostenibili.

“La sostenibilità deve essere il fulcro dei nostri sforzi a livello globale per agevolare la ripresa dopo la pandemia, e il settore IT non deve essere da meno. Le organizzazioni devono rendersi conto dell’impatto ambientale del nostro mondo digitale, accelerando il passaggio a modelli di business che facciano leva sull’IT sostenibile – commenta Andrea Falleni, Amministratore delegato di Capgemini in Italia – Le organizzazioni devono avere gli strumenti diagnostici, le strategie e una roadmap per accelerare il loro percorso di decarbonizzazione. L’approvazione di tutti gli stakeholder interni sarà fondamentale per il successo di queste iniziative, insieme a un’architettura software sostenibile e al cambiamento nel comportamento dei dipendenti. Al di là dell’imperativo ambientale, i benefici di business sono significativi in termini di bottom line, reputazione e customer satisfaction”.

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