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Obama sogna l’Ict senza frontiere

Nel suo secondo mandato il presidente degli Usa punta tutto sull’innovazione tecnologica e sulla contaminazione culturale

Pubblicato il 04 Feb 2013

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Il discorso d’insediamento di Barack Hussein Obama è molto ispirato dall’innovazione tecnologica e dalla contaminazione culturale. Nonostante il nostro scetticismo sulle promesse di pace e democrazia in ogni dove, gli accenti sul progresso scientifico e tecnologico lasciano ben sperare, almeno come punto di partenza, per la pace promessa e sinora compromessa. Colpisce, nel discorso, il progetto di contaminare la società Usa con innesti allogeni. Abbiamo anche bisogno di preparare insegnanti nelle materie scientifiche, ha detto Obama, aggiungendo un’idea molto interessante: daremo più accoglienza agli immigrati, favorendo la concessione della cittadinanza americana agli universitari stranieri che studieranno matematica, scienze e ingegneria nei college. La contaminazione è un segno distintivo di questi tempi.

Che cosa c’è di più incontaminato del deserto? Eppure, il superbo deserto fra Medina e La Mecca sarà attraversato da una ferrovia ad alta velocità, costruita da un consorzio spagnolo. Ogni giorno, 160mila viaggiatori faranno la spola fra le due stazioni e saranno ancora di più nei giorni dell’Hajj, il pellegrinaggio rituale, obbligatorio per ogni musulmano. Problemi tecnologici e progettuali per la Tav nel deserto? Una lista infinita: tempeste di sabbia; la polvere negli ingranaggi e nei motori; le dune fra i binari; le temperature da fonderia e il gelo notturno. Eppure questa contaminazione ad alta velocità si farà. Nel frattempo, i valorosi combattenti della Val di Susa difendono la loro trincea, incuranti delle preponderanti forze nemiche e del mondo che continua a girare, a Washington e persino a Medina.

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