L'INTERVISTA

Mirtillo: “Ci vuole la forza di credere nella digitalizzazione”

L’Ad di Ericsson Italia: “Dare continuità al lavoro fatto ma anche guardare avanti”

Pubblicato il 03 Lug 2013

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Ericsson ha sempre riposto grande fiducia nelle potenzialità del mercato italiano dell’Ict. Per questo ha sempre sostenuto l’evoluzione di reti e connettività. L’azienda ha favorito la digitalizzazione e le virtualizzazione di sistemi e processi, ha contribuito alla realizzazione di reti Tacs, Gsm, Umts e ora è una delle protagoniste della rivoluzione Lte. Ha accompagnato molte aziende e pubbliche amministrazioni verso l’innovazione.
Ora però si aspetta una risposta dal Paese. “Perché deve avere la forza di credere nella digitalizzazione”, dice Nunzio Mirtillo, Ad di Ericsson Italia. “Bisogna dare continuità al lavoro intrapreso sul decreto legge Crescita 2.0 e fare qualche passo in avanti”. Un chiaro riferimento al decreto del Fare e alle proposte del governo Letta. Che ora si devono tradurre in realtà.
Da dove partire?
Dalle città, vere cartine di tornasole del rapporto fra avanzamento tecnologico e miglioramento della qualità della vita. Dagli studi di Ericsson emerge chiaramente come le città che hanno maggiormente investito in Ict e in politiche di innovazione ad esse legate abbiano poi progressivamente raccolto importanti benefici in ambito sociale, economico e ambientale. Sono diventate più competitive.
La connettività resta un fattore abilitante per la crescita del sistema-Paese.
Abbiamo sempre creduto nella Networked Society, una società connessa dove persone e cose saranno costantemente collegate in rete potendo comunicare nella maniera più efficiente. Grazie alla combinazione di mobilità, banda larga e servizi cloud, elementi cardine della Networked Society, Ericsson sta sviluppando la sua strategia, posizionandosi sul mercato come una società in grado di offrire un’esperienza Ict completa.
Di certo questa “piattaforma abilitante” sta preparando la rivoluzione che è già dietro l’angolo. La connettività sarà sempre più pervasiva.
Entro il 2020 ci saranno ben 50 miliardi di dispositivi connessi. Questa evoluzione costituisce per l’Ict una leva strategica che consente alle imprese di tutti gli ambiti socio-economici di aumentare efficienza e produttività e di sviluppare servizi e prodotti innovativi per migliorare la qualità della vita dei cittadini e offrire nuovi servizi ai clienti, senza rinunciare alla sostenibilità.
Il traffico dati è destinato a lievitare, ma per questo occorre lavorare affinché le reti siano in grado di gestire questa crescita esponenziale.
Secondo le nostre stime gli abbonati mobili passeranno dagli 1,2 miliardi del 2012 a 4,5 miliardi entro il 2018. Nello stesso periodo il traffico sulle reti mobili aumenterà di 12 volte. Ci sono voluti 100 anni per collegare 1 miliardo di luoghi e solo 25 per collegare 5 miliardi di persone.
La prossima sfida è l’ultra broadband.
Ericcson lavora senza sosta allo sviluppo e alla diffusione delle reti Lte. La diffusione dell’Lte è più veloce di qualsiasi altra tecnologia di telecomunicazione. Si pensi che l’Lte ha già raggiunto 100 milioni di sottoscrizioni, con 20 milioni di nuovi abbonamenti solo nel primo trimestre del 2013. Prevediamo che raggiungerà i due miliardi nel 2018, quando i servizi dovrebbero essere disponibili per il 60% della popolazione mondiale. Tutto ciò grazie anche a dispositivi sempre più performanti e alla domanda di servizi ad alto consumo di dati come i video.
Le imprese hanno necessità di una politica industriale e di una governance chiara e duratura, ma soprattutto di incentivi. Cosa fare?
Servirebbe una misura strutturale del credito d’imposta per gli investimenti nell’innovazione sia di processo che di prodotto, magari anche sottoforma di voucher. Così a beneficiarne sarebbero non solo i cittadini, ma anche tutte le imprese che investono sul territorio e che oggi risentono da una parte della crisi economica e, dall’altra, necessitano – ora più che mai – di spingere sulla digitalizzazione. Perché le opportunità offerte dalla tecnologia sono irrinunciabili.

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