Oltre 220mila euro per condurre uno studio relativo a una domanda che – almeno secondo l’intera comunità scientifica internazionale – ha già una risposta: il 5G può causare danni alla salute? Incurante delle evidenze emerse finora, la Regione Toscana ha autorizzato e finanziato l’ennesima ricerca sul tema, commissionandola ad Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) e Ars (Agenzia regionale di sanità), con l’obiettivo di monitorare per due anni i centri urbani con una popolazione prossima o superiore a 100mila abitanti (nella fattispecie Pisa, Livorno, Lucca, Firenze, Prato e Arezzo). Arpat, in particolare, avrà il compito di misurare l’esposizione all’inquinamento da ultrabroadband. Ars dovrà invece tracciare un’indagine epidemiologica che evidenzi eventuali correlazioni con tumori alla testa e al sistema nervoso, leucemie e linfomi non-Hodgkin.
il caso
5G, l’inspiegabile e anacronistica mossa della Regione Toscana
Nonostante i provvedimenti governativi per accelerare la realizzazione delle nuove reti e le numerose evidenze scientifiche, che hanno già sgombrato da anni il campo dai pericoli sulla salute, approvata una delibera che dà il via a uno studio di durata biennale e finanziato con oltre 220mila euro per mettere sotto osservazione sei città. Sul piede di guerra gli scienziati: “Spreco di fondi pubblici”

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