L’INTERVISTA

Reti sostenibili, Piro: “Fondamentali per spingere sullo sviluppo al Sud”



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Il docente di Telecomunicazioni al Politecnico di Bari e co-responsabile del “Laboratorio Sperimentale di Reti e Servizi Integrati Terrestri e Non Terrestri”:  “L’uso e l’integrazione delle tecnologie Internet emergenti può stimolare nuovi modelli di sviluppo, con importanti vantaggi per il Mezzogiorno”

Pubblicato il 22 apr 2025

Federica Meta

Direttrice



reti sostenibili

“Per contribuire in modo efficace al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili descritti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e le strategie di sviluppo locali, si pensi alle Strategie di specializzazione intelligente previste nella Regione Puglia, verso una  SmartPuglia 2030, le reti di nuova generazione dovranno garantire opportunità concrete di crescita e sviluppo anche nei territori oggi non connessi, diventando non solo più performanti e intelligenti, ma anche sostenibili, inclusive e dinamicamente configurabili agli scenari applicativi di interesse, anche in ottica di economia circolare, e sempre più alimentate da fonti di energia rinnovabili”. A sostenerlo in un’intervista a CorCom è Giuseppe Piro, professore ordinario di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Bari e co-responsabile del “Laboratorio Sperimentale di Reti e Servizi Integrati Terrestri e Non Terrestri” sviluppato nell’ambito del partenariato Pnrr PE14 Restart.

Qual è il ruolo che queste reti possono giocare in una trasformazione digitale responsabile?

Grazie alla loro capacità di trasferire dati e conoscenza e di abilitare l’accesso a servizi eterogenei su larga scala, le reti di telecomunicazioni e le tecnologie Internet hanno da sempre giocato un ruolo cruciale nella nostra società. Questo ruolo diventa ancora più centrale nell’attuale era della trasformazione digitale globale, in cui oggetti, persone, processi e servizi sono pervasivamente interconnessi.

In futuro, le reti e i servizi di telecomunicazioni non solo continueranno a connettere persone ed oggetti con velocità e efficienza energetica senza precedenti, ma evolveranno verso capacità completamente nuove: supportare il monitoraggio ambientale intelligente, facilitare la mobilità e prevenire gli incidenti stradali, supportare il trasferimento ottimale dell’energia nelle città intelligenti, abilitare servizi sanitari avanzati e curare e/o osservare pazienti attraverso la telemedicina, garantire la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, ed offrire cybersecurity ed una protezione elevata contro le minacce informatiche.

In che modo le reti sostenibili possono diventare un fattore chiave per il rilancio del Sud Italia?

L’uso e l’integrazione delle tecnologie Internet emergenti, come ad esempio l’edge computing, le architetture di telecomunicazioni distribuite, le piattaforme di servizi basati sulla federazione di reti e tecnologie Internet of Things, l’integrazione di reti e servizi terrestri e non terrestri, l’uso nativo dell’Intelligenza Artificiale nelle reti di telecomunicazioni, può senza dubbio stimolare nuovi modelli di sviluppo. Diversi settori strategici per il Mezzogiorno, come ad esempio l’agroalimentare e l’agroindustria, il turismo, la logistica, la sanità, la gestione delle risorse naturali, l’industria manifatturiera, l’aerospazio, ma non solo, potranno sperimentare un importante slancio in avanti – anche in termini di innovazione, efficienza e competitività – se opportunamente supportati da tecnologie Internet ed infrastrutture digitali avanzate e sostenibili.

L’uso e l’integrazione delle tecnologie Internet sostenibili può anche garantire il raggiungimento delle aree del Mezzogiorno al momento non opportunamente coperte da servizi di telecomunicazioni. È questa un’opportunità che coinvolgere diversi attori: certamente i fornitori dell’infrastruttura Ict, i fornitori dei servizi e coloro che usufruiscono dei servizi, ma anche aziende, università e pubbliche amministrazioni. Tutti possono contribuire, attraverso le proprie competenze e lavorando su nuove sinergie, alla progettazione, sviluppo e messa in opera di ecosistemi digitali sostenibili e distribuiti su larga scala, in grado di valorizzare le competenze locali e creare nuove opportunità di lavoro. 

Come può una rete digitale sostenibile contribuire a ridurre il digital divide nelle aree più svantaggiate del Sud Italia?

Nonostante i progressi tecnologici compiuti a livello globale, circa 3 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso a Internet. Questo divario digitale rappresenta una seria minaccia al raggiungimento di molti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, tra cui la riduzione delle disuguaglianze, la promozione del lavoro dignitoso e della crescita economica, lo sviluppo dell’innovazione e delle infrastrutture, e la costruzione di comunità sostenibili.

Traslando questo scenario sul piano nazionale, è evidente come il Sud Italia – in particolare le zone rurali e interne – necessiti di interventi urgenti e mirati per colmare il divario digitale. In questo senso, reti e servizi di telecomunicazioni progettate con criteri di sostenibilità, resilienza e inclusività possono diventare un fattore abilitante per promuovere servizi essenziali (sanità, istruzione, pubblica amministrazione digitale), stimolare l’economia locale e attrarre nuove iniziative imprenditoriali. In quest’ottica, investire in reti sostenibili nel Sud Italia significa non solo ridurre un gap infrastrutturale, ma “connettere chi oggi è disconnesso”, creando condizioni favorevoli per uno sviluppo economico e sociale più inclusivo, innovativo e duraturo.

Quali sono gli ostacoli principali che il Sud deve superare per abbracciare pienamente le reti sostenibili?

Dal punto di vista tecnologico, uno degli ostacoli principali da affrontare è rappresentato dall’evidente gap di copertura: molte aree interne e rurali sono ancora oggi prive di una infrastruttura di telecomunicazione capillare (come collegamenti in fibra ottica o reti radio basate su 5G), necessaria per garantire trasporto dati ad alta capacità e l’erogazione di servizi digitali eterogenei. Le infrastrutture ICT già presenti sul territorio potrebbero aumentare significativamente le proprie potenzialità attraverso l’integrazione di tecnologie Internet emergenti, come l’edge computing o l’uso di fonti energetiche rinnovabili, migliorando così anche la sostenibilità complessiva delle reti.

È dunque fondamentale continuare a promuovere iniziative di sviluppo su scala regionale, nazionale ed europea, sostenute da una rete universitaria capace di formare figure professionali specializzate nella progettazione, gestione e manutenzione di reti digitali sostenibili. Ugualmente importante è il rafforzamento delle sinergie tra università, industria e pubblica amministrazione, per favorire processi efficaci di trasferimento tecnologico e industriale. Infine, lo sviluppo di piani strategici, sia a livello nazionale che regionale, può contribuire ad abilitare nuove idee imprenditoriali e a stimolare la creazione di casi d’uso e servizi applicativi innovativi, in grado di rispondere alle esigenze dei territori meno serviti.

Può illustrarci quali sono gli obiettivi principali del programma RESTART?

Il programma RESTART (acronimo di “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart”) rappresenta il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore delle Telecomunicazioni. Finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR – M4C2, Investimento 1.3, prevede un investimento di 116 milioni di euro nel periodo gennaio 2023 – dicembre 2025. L’obiettivo principale del programma è definire l’evoluzione futura delle Telecomunicazioni in Italia, affrontando tutte le principali aree tematiche del settore: dalle reti fisse ad alta capacità alle reti cellulari 5G/6G, dalle reti locali a quelle satellitari, fino all’Internet e ai servizi digitali. Le applicazioni abbracciano numerosi ambiti strategici, tra cui agricoltura, energia, media, sanità, sicurezza e trasporti.

Tra le sfide centrali di RESTART vi è anche il rafforzamento strutturale della ricerca nazionale nel settore, la valorizzazione delle telecomunicazioni come leva di sviluppo trasversale, la creazione di nuove imprese, con un’attenzione particolare al Mezzogiorno, e la formazione di una nuova generazione di studenti, ricercatori e professionisti, per riaffermare il ruolo sociale ed economico delle telecomunicazioni. Il programma delle attività di RESTART si articola in sette “missioni”, ovvero “Ricerca”, “Laboratori, Prove di Concetto e Dimostratori”, “Innovazione e Trasferimento Tecnologico”, “Supporto a Start-up e Spin-off”, “Didattica e Formazione”, “Dottorati di Ricerca” e “Comunicazione, Standardizzazione e Soluzioni Open Source”.

RESTART prevede la partecipazione di 26 Partner affiliati, tra cui Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Università di Catania, Università di Firenze, Università di Napoli Federico II, Università di Padova, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi di Roma Sapienza, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, Fondazione Ugo Bordoni, Open Fiber S.p.A., TIM S.p.A., Vodafone Italia S.p.A., WIND Tre S.P.A., Ericsson Telecomunicazioni S.p.A., Prysmian S.p.A., Italtel S.p.A., Leonardo S.p.A., Athonet s.r.l, TIESSE S.p.A.

Tuttavia, attraverso il processo di selezione dei Bandi a Cascata emanati dagli Spoke, il partenariato RESTART si è arricchito della presenza di circa 100 nuovi partner tra università, enti pubblici di ricerca ed imprese che contribuiranno allo sviluppo dei progetti di ricerca del Programma, offrendo pertanto un ecosistema ricco e multidisciplinare in grado di integrare le competenze necessarie per affrontare le sfide poste dal futuro digitale del Paese.

All’interno di RESTART, qual è il ruolo dello SPOKE 2?

All’interno del programma RESTART, lo Spoke 2, coordinato dal prof. Alfredo Grieco del Politecnico di Bari, è focalizzato sull’integrazione tra reti e servizi. Allo Spoke 2 fanno capo due progetti strutturali – ITA-NTN (Integrated Terrestrial and Non-Terrestrial Networks) e Net4Future (Cross-project Vision and Results) – e un progetto mirato, ARCADIA (grAphene-based THz wiReless Communications: chAnnel characterization and components moDeling and sImulAtion).

Gli obiettivi principali dello Spoke 2 includono: la progettazione di un’architettura multilivello e tridimensionale per reti integrate terrestri e non terrestri (T/NT), ubiqua e resiliente, in grado di supportare nuovi casi d’uso 6G-oriented con requisiti avanzati in termini di qualità del servizio ed efficienza energetica; il design e la valutazione di nuove tecniche di trasmissione, insieme a strutture di orchestrazione avanzate per reti e servizi integrati; la definizione e realizzazione di piattaforme di test innovative, capaci di simulare e/o emulare scenari complessi, inclusi contesti privi di infrastrutture tradizionali. Al fine di migliorare e rendere pubblici i risultati dei progetti di ricerca, incentivare il trasferimento tecnologico e promuovere la ricerca oltre l’ambito del progetto a livello nazionale, il Politecnico di Bari sta finalizzando la realizzazione di un Laboratorio di Spoke, intitolato “Experimental lab of integrated terrestrial and non terrestrial networks and services”, i cui responsabili sono il prof. Alfredo Grieco ed io.

Il Laboratorio garantirà sostenibilità a medio termine dell’iniziativa, rappresentando un riferimento tecnologico per gli attori presenti e futuri interessati a processi, prodotti e servizi ad alto valore aggiunto e basati su architetture di Telecomunicazioni avanzate. Il Laboratorio garantirà un’opportunità irripetibile per formare la nuova generazione di studenti, ricercatori e imprenditori operanti nel settore delle Telecomunicazioni.

Le difficoltà di integrazione tra network e servizi: in che modo il programma INSPIRE affronta queste sfide?

INSPIRE è un’iniziativa sviluppata nell’ambito del Partenariato Esteso RESTART – RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, all’interno delle attività dello SPOKE 2, con il coordinamento del Politecnico di Bari. Il programma è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dall’Unione Europea – NextGenerationEU, e realizzato in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, Fabbrica Italiana dell’Innovazione e SPICI.

Rivolto a cinque idee di business o startup con soluzioni innovative nel campo delle reti e dei servizi avanzati basati sulle telecomunicazioni del futuro, il programma prevede un percorso gratuito di accelerazione, erogato in modalità ibrida (online e in presenza), articolato in sessioni di business development e orientamento al mercato, attraverso incontri formativi, mentorship one-to-one ed eventi di networking & business matching che vedranno coinvolti rappresentanti di istituzioni scientifiche e operatori privati di rilievo nell’ecosistema dell’innovazione nazionale e internazionale, a partire dai prestigiosi partner della Fondazione RESTART.

Parliamo dei destinatari: a chi si rivolge il programma INSPIRE e in quali ambiti di innovazione?

Destinatari del programma INSPIRE sono team, startup, spinoff innovativi operanti in uno seguenti due domini di innovazione:

  • Servizi innovativi in ambito Media & Broadcasting digitale, Gaming & E-Sports, EdTech (Educational Technology), Entertainment Tech, basati su infrastrutture di connettività avanzate (5G, 6G, ecc.). A titolo esemplificativo, i progetti di impresa potranno riguardare servizi e piattaforme di: streaming video, podcast, produzione e distribuzione contenuti audiovisivi; giochi in cloud, multiplayer in tempo reale, ambienti immersivi; formazione online, realtà aumentata/virtuale per la didattica, ambienti collaborativi remoti; intrattenimento interattivo, piattaforme transmediali, eventi digitali live, ecc.
  • Sistemi e soluzioni innovative di Networking che migliorano l’integrazione tra reti e servizi avanzati, per una digitalizzazione ubiqua e sostenibile, in coerenza con il paradigma del “connecting the unconnected“. A titolo esemplificativo, i progetti di impresa potranno riguardare sistemi e soluzioni innovativi che migliorano la connessione di persone, luoghi, dispositivi, anche attraverso l’integrazione con tecnologie emergenti come blockchain, intelligenza artificiale, cloud ed edge computing, IoT, internet dei droni, reti non terrestri, AR/VR, modelli di digital twin.

I team e le startup che intendono candidarsi, hanno tempo fino al 4 maggio 2025. Tutte le informazioni sulla Call sono reperibili al seguente sito: giffoni.info/restart

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