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Infrastrutture digitali, Inwit accelera su torri e Das per spingere 5G e smart city



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Nel primo trimestre 2025 la tower company cresce del 4,6% nei ricavi e investe oltre 83 milioni di euro in nuove torri e coperture indoor. Galli: “Un modello efficiente con ritorni prevedibili nel tempo. Le infrastrutture digitali sono la chiave per il futuro della connettività”

Pubblicato il 14 mag 2025



Diego Galli Inwit

Mentre le telco sono attraversate da sfide competitive, necessità di consolidamento e domanda crescente di connettività, le infrastrutture digitali diventano il fulcro dell’evoluzione industriale. Il primo trimestre 2025 conferma questa traiettoria: Inwit, player nazionale nel settore delle torri, chiude il periodo con ricavi pari a 266,2 milioni di euro (+4,6% rispetto al Q1 2024), un EBITDAaL in crescita del 5,5% a 194,1 milioni e investimenti per 83,5 milioni di euro.

Numeri che non sono solo espressione di solidità finanziaria, ma riflettono una precisa strategia industriale: realizzare infrastrutture condivise, abilitatrici di servizi 5G, soluzioni IoT e progetti smart city. Come spiega Diego Galli, Direttore Generale di Inwit: “Quello appena chiuso è stato un trimestre solido, robusto, che riflette il nostro modello di business: continui investimenti in infrastrutture che si accompagnano con ritorni di lungo termine, distribuiti nel tempo e ampiamente prevedibili. È un modello molto efficiente”.

Torri e coperture Das: infrastrutture digitali sempre più capillari

Nel corso del trimestre, Inwit ha costruito circa 150 nuove torri e abilitato 740 nuove ospitalità, in buona parte legate a operatori mobili, Fwa e clienti IoT. Il tenancy ratio, cioè il numero medio di operatori per torre, è salito a 2,35x, confermandosi tra i più alti d’Europa.

Parallelamente, il piano di coperture indoor – tramite sistemi DAS (Distributed Antenna System) – ha portato a 60 nuove attivazioni, portando il totale a oltre 650 location coperte, con oltre 10.000 remote unit in funzione. “Abbiamo già connesso 650 location al chiuso con i nostri Das”, ha ricordato Galli. “Saranno sempre più centrali per ospedali, centri commerciali, stadi, musei, università, perché il 5G non riesce a penetrare sufficientemente le pareti”.

Queste tecnologie sono oggi essenziali per garantire continuità di servizio in luoghi ad alta densità di traffico dati. E proprio la capacità di offrire coperture multi-operatore indoor diventa un elemento chiave nella partita del 5G.

Progetti faro: “Roma 5G” e la nuova mobilità digitale

Tra i progetti strategici, spicca “Roma 5G”, sviluppato con Roma Capitale e i principali operatori. Il progetto mira a trasformare la capitale in una città connessa attraverso l’installazione di small cells, sensori IoT, Das e sistemi Wi-Fi pubblici in 100 piazze e in tutte le linee della metropolitana.

“Poche settimane fa abbiamo inaugurato con il sindaco e i quattro operatori la connessione delle prime nove stazioni giubilari. L’obiettivo è abilitare tutte e quattro le linee della metropolitana in 5G entro la metà del 2026”, ha dichiarato Galli.

L’impatto va ben oltre la rete: significa video-sorveglianza avanzata, mobilità intelligente, servizi per il turismo e un vero ecosistema digitale urbano. A questo si aggiunge l’abilitazione 5G in hub strategici come la stazione Termini, la Corte di Cassazione, la Nuvola di Fuksas, o ancora hotel di lusso come il Six Senses e sedi universitarie come le quattro sedi della LUISS.

Un piano industriale ambizioso: 1,5 miliardi entro il 2030

I risultati del trimestre si inseriscono in un disegno strategico a lungo termine: il Piano Industriale 2025-2030 prevede 1,5 miliardi di investimenti in sei anni, di cui 300 milioni già allocati per il 2025. Oltre alle 3.500 nuove torri da costruire, grande attenzione è rivolta all’efficientamento operativo tramite acquisto dei terreni e rinegoziazione dei contratti di affitto, elementi che contribuiscono al miglioramento dell’EBITDAaL margin (salito al 72,9%).

Nel trimestre, Inwit ha inoltre finalizzato un’emissione obbligazionaria da 750 milioni di euro, con una richiesta tripla rispetto all’offerta, a conferma della fiducia del mercato nella solidità e nella redditività del modello industriale.

Non solo infrastrutture digitali: strategia di valore anche per gli azionisti

Parallelamente agli investimenti industriali, Inwit ha avviato un piano di riacquisto azioni proprie (buyback) fino a 400 milioni di euro. La prima tranche, attiva da aprile, prevede 300 milioni entro fine anno. Il tutto in coerenza con una dividend policy che stima un +7,5% nel dividendo per azione.

Il modello “tower as a service” basato su contratti di lungo periodo indicizzati all’inflazione garantisce stabilità di flussi di cassa e protezione dai cicli negativi del mercato. In un settore telco che vive una fase di transizione e consolidamento, questo approccio rappresenta un ancoraggio sicuro per il capitale e un’ottima base per valorizzare gli asset infrastrutturali.

Infrastrutture digitali: il cuore dell’economia dei dati

Nel contesto dell’economia digitale, le infrastrutture digitali sono il layer fisico e strategico su cui si costruisce la nuova società connessa. L’aumento esponenziale del traffico dati, la pervasività del 5G e la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati impongono una rete sempre più densa, resiliente e intelligente.

Inwit, pur non essendo operatore di rete, svolge un ruolo di abilitatore essenziale: supporta tutti gli operatori mobili e Fwa, promuove l’efficienza della filiera e contribuisce attivamente alla riduzione del digital divide.

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