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Cybersecurity telco, le nuove frontiere della sicurezza nelle telecomunicazioni



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Minacce sempre più sofisticate, reti critiche esposte, normative in evoluzione: la cybersecurity è la sfida strategica delle telco europee, tra resilienza operativa e sovranità digitale

Pubblicato il 9 giu 2025



Cybersecurity, cybercrime, hacker, attacco informatico, sicurezza informatica, malware, Ddos, ransomware 3

La trasformazione digitale delle telecomunicazioni ha reso le reti più veloci, flessibili, distribuite. Ma allo stesso tempo le ha rese anche molto più vulnerabili. In un mondo interconnesso, le infrastrutture telco non sono semplici canali di trasmissione: sono l’ossatura del digitale, il vettore dei dati, il cuore delle economie, e sempre più spesso, il bersaglio di campagne di cyber attacchi su larga scala.

La cybersecurity per gli operatori di telecomunicazioni è quindi diventata un pilastro della continuità operativa, della fiducia del cliente e della sicurezza nazionale. La posta in gioco non è solo la protezione delle reti, ma la difesa dell’intero ecosistema economico e civile. Ed è per questo che il settore è oggi oggetto di attenzione prioritaria da parte dei governi, delle autorità regolatorie e degli investitori.

Perché le telco sono un obiettivo strategico

Le aziende di telecomunicazioni gestiscono dati sensibili, sistemi di autenticazione, infrastrutture critiche come reti dorsali, antenne, data center, sottosistemi cloud e apparati edge. L’interruzione o il controllo malevolo di uno solo di questi elementi può avere effetti a catena su settori essenziali come sanità, trasporti, energia, finanza e pubblica amministrazione.

Ma non è solo la dimensione tecnologica a rendere vulnerabili le telco. Questi attori, specie in Europa, si trovano al crocevia tra regole sulla protezione dei dati (Gdpr), normative sulla sicurezza (Nis2), controllo degli investimenti esteri (Fdi) e tensioni geopolitiche globali. È evidente che ogni breccia nelle telecomunicazioni è potenzialmente un atto di destabilizzazione politica.

Le minacce che rendono cruciale la cybersecurity telco

Il panorama delle minacce che minano le infrastrutture e l’ecosistema telco è ampia. Entriamo nel dettaglio.

Attacchi alle infrastrutture fisiche e logiche

Oggi gli attacchi non mirano solo ai data center o alle reti IP, ma coinvolgono sempre più spesso le infrastrutture fisiche: cavi sottomarini, stazioni di trasmissione, torri e ponti radio. Episodi recenti, come i sabotaggi dei cavi nel Mar Baltico o le interferenze Gps attribuite a soggetti statali, mostrano quanto le telecomunicazioni siano diventate parte del campo di battaglia ibrido tra Stati e attori non statali.

Minacce ibride e cyberwar

A preoccupare in misura crescente è la natura ibrida delle minacce. I confini tra cybercrime, spionaggio, sabotaggio e guerra vera e propria sono sempre più sfumati. Gruppi Apt (Advanced Persistent Threat) come Sandworm, Fancy Bear e Apt41 sono noti per aver colpito direttamente infrastrutture di rete, rubando dati, installando backdoor o lanciando attacchi distruttivi con ransomware e malware sofisticati.

L’ombra della supply chain cinese

Un capitolo a parte merita la discussione sulla supply chain, in particolare l’impiego di fornitori “ad alto rischio”. A seguito delle raccomandazioni europee, molti Paesi hanno iniziato l’eliminazione graduale dei dispositivi Huawei e Zte dai nodi centrali delle reti 5G. Ma la sostituzione di questi apparati richiede tempo, risorse e comporta difficili scelte industriali. Il dilemma sicurezza-efficienza resta aperto.

Normative e standard per favorire la cybersecurity telco

Il quadro Nis2 e la Direttiva Cer

Con l’entrata in vigore della Direttiva Nis2 (Network and Information Security), le telecomunicazioni sono ufficialmente riconosciute come infrastrutture essenziali. Le aziende devono adottare misure tecniche e organizzative rigorose, notificare incidenti rilevanti entro 24 ore e affrontare audit di sicurezza periodici. La direttiva Cer (Critical Entities Resilience) estende questa protezione anche alle minacce fisiche.

L’European Cybersecurity Certification Framework (Eucc)

Per rafforzare la fiducia nella filiera tecnologica, l’Ue ha introdotto anche un sistema di certificazione volontaria, destinato a diventare obbligatorio in settori ad alto rischio. Il quadro Eucc mira a definire standard comuni per prodotti, servizi e processi critici, come gli apparati di rete, i software di gestione e le piattaforme cloud utilizzate dalle telco.

La gestione dei fornitori ad alto rischio

Uno degli aspetti più delicati riguarda l’inclusione dei fornitori nei processi di sicurezza. I Paesi membri sono chiamati a valutare l’affidabilità geopolitica, legale e tecnica dei vendor stranieri. L’obiettivo non è solo escludere chi presenta rischi sistemici, ma anche diversificare la base industriale per evitare dipendenze strutturali.

Difesa multilivello e zero trust per la cybersecurity telco

Network slicing e sicurezza nel 5G

Con l’arrivo del 5G, la rete non è più monolitica, ma segmentata in “slice” virtuali dedicati a servizi diversi. Ogni slice ha requisiti specifici di latenza, capacità e sicurezza. Le telco devono quindi progettare politiche di controllo accessi, isolamenti e rilevamento anomalie che siano in grado di gestire ambienti dinamici e multi-tenant.

Soc, AI e automazione: la difesa intelligente

La complessità delle reti impone l’adozione di Security Operation Center (Soc) avanzati, capaci di correlare eventi in tempo reale e di reagire automaticamente agli incidenti. L’intelligenza artificiale, i modelli di machine learning e gli algoritmi predittivi stanno diventando centrali nella prevenzione delle minacce e nella gestione degli alert.

La collaborazione pubblico-privato

Nessun operatore può affrontare da solo lo scenario attuale. Per questo sono cresciute le iniziative di cooperazione tra governi, autorità di regolazione, forze di polizia e grandi aziende telco. I Csirt nazionali (Computer Security Incident Response Team) lavorano fianco a fianco con i Cert aziendali per creare un ecosistema di difesa distribuito e reattivo.

Il ruolo delle nuove tecnologie: cloud, AI e quantum security

Il cloud ibrido rappresenta oggi lo standard operativo per molte infrastrutture di rete, ma pone problemi complessi di gestione identità, segregazione dei dati e cifratura. In parallelo, l’intelligenza artificiale sta diventando sia strumento di difesa che possibile vettore d’attacco, attraverso deepfake, phishing automatizzato e attacchi basati su LLM. A medio termine, la diffusione della computazione quantistica obbligherà le telco ad aggiornare i propri protocolli crittografici per evitare la decifrazione retroattiva dei dati sensibili.

Italia: tra piani di difesa e vulnerabilità persistenti

L’Italia ha recepito la Nis2 e ha incluso le telco tra le entità critiche. Sono stati potenziati il Cert nazionale e il ruolo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), con linee guida dedicate alla protezione delle infrastrutture critiche. Tuttavia, permangono criticità legate alla carenza di specialisti, alla frammentazione delle responsabilità e alla scarsa maturità digitale di molte pmi della filiera telco. Anche l’adozione del 5G stand-alone procede lentamente, rallentando l’introduzione delle architetture di sicurezza più avanzate.

L’era delle reti intelligenti richiede una sicurezza strutturale

Le telecomunicazioni sono la spina dorsale della nuova economia digitale, ma anche il suo tallone d’Achille. In un contesto segnato da minacce sempre più sofisticate e da tensioni geopolitiche crescenti, la cybersecurity delle telco non può più essere considerata una funzione accessoria. Deve diventare parte integrante della progettazione delle reti, della governance aziendale e della strategia industriale europea. Solo così l’Europa potrà proteggere la propria autonomia digitale e garantire ai cittadini e alle imprese un futuro connesso, ma anche sicuro.

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