STMicroelectronics, l’azienda italo-francese dei chip, ha annunciato l’acquisizione del business dei sensori Mems di Nxp per una cifra complessiva che potrà raggiungere i 950 milioni di dollari, rafforzando così la propria posizione sullo specifico segmento di mercato dei sistemi micro-elettromeccanici.
L’operazione dovrebbe completarsi entro la prima metà del 2026 e rappresenta uno dei deal più rilevanti nel settore dei semiconduttori. Per STMicroelectronics è un investimento sulla propria posizione di mercato e sulla capacità di generare ricavi – ultimamente colpita da una serie di fattori di crisi emersi sul mercato dei chip.
La crisi ha avuto ripercussioni anche sulle attività italiane dell’azienda, impegnata in questi giorni in trattative con il governo, le amministrazioni locali e i sindacati per garantire il futuro dei siti produttivi di Agrate Brianza e Catania e salvaguardare la forza lavoro.
Indice degli argomenti
STMicroelectronics compra il business Mems di Xnp
Il business Mems (sensori con applicazioni nell’industria, nell’automotive e nell’elettronica di consumo) ha generato per Xnp circa 300 milioni di dollari di ricavi nel 2024. Per impadronirsene STMicroelectronics ha messo sul piatto 950 milioni di dollari, articolati in un pagamento iniziale cash di 900 milioni e un’ulteriore “tranche” di 50 milioni collegata al raggiungimento di specifici obiettivi tecnici.
Grazie a questa operazione, STMicroelectronics potrà contare su nuove entrate non solo provenienti dal portafoglio clienti di Nxp, ma anche dalla vendita di soluzioni integrate a forte valore aggiunto.
“La proposta di acquisizione è un’ottima misura strategica per ST”, ha affermato Marco Cassis, Presidente, Analog, Power & Discrete, Mems e Sensors Group di STMicroelectronics.”Insieme all’attuale portafoglio Mems di ST, queste tecnologie altamente complementari e le relazioni con i clienti rafforzeranno la nostra posizione nei sensori in segmenti chiave nelle applicazioni automobilistiche, industriali e di consumo”.
Jens Hinrichsen, vicepresidente esecutivo e direttore generale, Analog and Automotive Embedded Systems di Nxp, ha dichiarato che l’azienda ha deciso che l’attività Mems “non si adatta alla sua direzione strategica a lungo termine”, mentre si adatterà perfettamente al portafoglio di ST, alla sua capacità produttiva e alla tabella di marcia strategica.
La situazione in Italia: il tavolo con governo e sindacati
Intanto, però, prosegue la crisi in Italia per i siti produttivi di STMicroelectronics. L’azienda dei semiconduttori ha partecipato all’incontro convocato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, anche alla presenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze, delle autorità regionali di Lombardia e Sicilia, e delle organizzazioni sindacali.
“Durante l’incontro, ST ha ribadito il proprio impegno per il programma finalizzato a ridisegnare la propria struttura produttiva globale“, fanno sapere i vertici aziendali. In particolare, “ST ha ribadito la propria visione industriale e i principi guida del programma”, ovvero: nessun sito di ST, né in Italia né nel resto del mondo, sarà chiuso; ciascuno continuerà a svolgere un ruolo e una missione specifici all’interno del Gruppo.
Nessuna chiusura ma i licenziamenti sono possibili
Agrate Brianza e Catania “sono e rimangono tra i più importanti centri di progettazione e produzione di ST nel mondo” – ha proseguito l’azienda – e “avranno importanti sviluppi e trasformazioni per garantire la loro competitività nel futuro“.
“L’azienda conferma il proprio forte impegno a un dialogo costruttivo con le parti sociali e ribadisce la scelta di gestire la fase di transizione tramite l’utilizzo di strumenti conservativi, ossia quelli che evitino possibili azioni unilaterali. Questi includono pensionamenti e prepensionamenti, dimissioni volontarie e iniziative di formazione e riconversione professionale”.
“Tutti gli investimenti precedentemente annunciati sono confermati e sia Agrate che Catania continueranno a svolgere un ruolo centrale nella strategia globale di ST in materia di ricerca, sviluppo e produzione”, ha dichiarato Fabio Gualandris, President, Quality, Manufacturing, & Technology di STMicroelectronics. “In un momento in cui l’industria dei semiconduttori sta attraversando una fase di trasformazione senza precedenti, il nostro programma è concepito per garantire che l’azienda disponga delle capacità produttive e delle competenze necessarie per sostenere la nostra crescita e il nostro successo continuo”.
Il piano per Agrate Brianza
In particolare, per quanto riguarda il sito di Agrate Brianza, l’azienda si è impegnata ad accelerare la crescita della capacità a 300mm, con un anticipo di 6 trimestri (Q2 2026) della capacità di 4000 wafer out per settimana, e ad aumentare significativamente la capacità installata a fine 2027 oltre i 4000 wafer out per settimana all’interno del capitale approvato dal Consiglio di Sorveglianza di ST e nel rispetto dell’equilibrio tra Italia e Francia. Questo consentirà una crescita di circa il 30% entro fine 2027 rispetto alla capacità attuale dell’insieme delle linee produttive di Agrate.
ST avvierà anche un programma di formazione e riconversione delle professionalità, aperto a tutti i dipendenti coinvolti nel piano, e speculare a quanto già concordato con le parti sociali in Francia.
Ma i sindacati non sono convinti. Come ha dichiarato il segretario nazionale Fim Cisl, Massimiliano Nobis: “L’azienda ha riproposto il piano presentato lo scorso 10 aprile, dove prevede anche un forte ridimensionamento occupazionale su Agrate. I sindacati hanno ribadito che, al momento, questo piano non è soddisfacente e occorre prevederne uno che superi il 2027, con investimenti importanti su Agrate come quelli effettuati per Catania. È importante avere anche risorse pubbliche per riportare lo stabilimento di Agrate a essere competitivo e leader della produzione dei semiconduttori. Il governo ha dichiarato, accogliendo le nostre richieste, permanente il tavolo al Mimit”.
L’insoddisfazione dei sindacati
Per la Fiom “non è accettabile che si continui a parlare di esuberi mentre si usano risorse pubbliche per processi che di fatto scaricano il costo della riorganizzazione sui lavoratori”, come ha detto Pietro Occhiuto, segretario generale Fiom Cgil Brianza. “L’uso di strumenti ‘conservativi’, che rischiano di essere in realtà leve per incentivare uscite e licenziamenti mascherati, è una strada che respingiamo con forza”.
La Fiom chiede il ritiro formale e sostanziale di ogni esubero, l’avvio di una vera discussione sul piano industriale con una visione al 2032 e il blocco immediato delle esternalizzazioni e del trasferimento delle tecnologie fuori dall’Italia.
L’Usb ribadisce che ci deve essere un cambio di rotta. “Se per Catania è prevista una visione industriale fino al 2037, al momento il piano industriale ST si ferma al 2027. La richiesta sindacale è che ST per Agrate fornisca un piano industriale con investimenti privati e pubblici che traguardino il 2032. STM in Italia ha oltre 12mila dipendenti, ha il MEF come azionista, è una delle poche grandi aziende rimaste, è inserita in un settore chiave quello dei semiconduttori che si intreccia con lo sviluppo industriale, dei beni di consumo e infrastrutturale”.
Appello dei Dem al ministro Giorgetti
Il sito di Agrate Brianza avrebbe oltre 1.000 esuberi, secondo l’azienda, 1.500 secondo i dati forniti dai sindacati. L’incontro con ST è stato definito insoddisfacente dall’assessore di Regione Lombardia allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, che ha partecipato a Roma al vertice sul futuro di STMicroelectronics nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “Dalle dichiarazioni dell’azienda emergono intenzioni che non trovano riscontro in una revisione del piano industriale”, ha commentato Guidesi.
“Affinché ci sia conferma della strategicità del sito di Agrate Brianza – ha proseguito Guidesi – c’è bisogno di tanto altro: volumi produttivi, dimensione del sito, investimenti, differenziazione rispetto agli altri siti del gruppo, tenuta occupazionale e unicità di tecnologia. Le interlocuzioni e i confronti con l’azienda andranno avanti e ci rivedremo nei prossimi mesi. L’azienda conosce la disponibilità della Lombardia già manifestata con gli investimenti pubblici realizzati sul sito e con la costruzione del distretto della ‘microelettronica’ a beneficio anche di STMicroelettronics. Ora ci aspettiamo che anche la stessa azienda creda nel futuro di Agrate tanto quanto ci crediamo noi. Non mi pare che le scelte fin qui fatte dall’attuale management abbiano portato risultati positivi, per cui forse è arrivato il momento di cambiare quella pianificazione”.
“La dirigenza della STMicroelectronics si è dimostrata inadeguata a gestire un’importante realtà come questa. Ma adesso è il suo azionista di riferimento che deve avere la forza e la capacità di intervenire. E se vogliamo individuarlo in una persona, questa è il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, lombardo”, hanno commentato gli esponenti del Pd Gigi Ponti, consigliere regionale, Lorenzo Sala, segretario provinciale di Monza e Brianza, Silvia Roggiani, segretaria regionale e parlamentare, e Vinicio Peluffo, parlamentare e vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera.
“A lui chiediamo ufficialmente di venire in consiglio regionale e di stare sul territorio – proseguono i Dem, – non solo per altre fondamentali tematiche, ma anche per i 1.500 cittadini che ad Agrate rischiano il posto di lavoro. Il suo collega Adolfo Urso, Ministro delle Imprese, è spesso nella sua Sicilia e ha condotto bene la gestione del futuro del sito di Catania. Vorremmo che Giorgetti facesse lo stesso per la Lombardia”,