La seconda metà del 2025 si è aperta con un’ondata di licenziamenti nel settore tecnologico e, in misura minore, anche in quello delle telecomunicazioni. Il comune denominatore? L’intelligenza artificiale, che da promessa si sta rapidamente trasformando in una forza dirompente capace di ridefinire modelli di business, organizzazioni e – soprattutto – l’occupazione.
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La rivoluzione silenziosa: tagli, riorganizzazioni, AI ovunque
Nel comparto tech, il fenomeno ha assunto proporzioni epocali. Microsoft ha annunciato il taglio di 9.000 posti di lavoro, pari al 4% della sua forza lavoro globale. Intel ha fatto ancora di più: 10.000 esuberi, con l’obiettivo di ridurre del 20% il personale complessivo, dismettendo segmenti non strategici come i chip per il settore automotive. Amazon Web Services ha riorganizzato i team di customer success per dare priorità allo sviluppo di strumenti AI e automazione cloud, mentre il colosso del recruiting online Recruit Holdings ha eliminato 1.300 posizioni, soprattutto in Nord America.
In totale, nel solo 2025, i licenziamenti nel settore tecnologico hanno già superato quota 80.000: un record, secondo le analisi di TrueUp e Layoffs.fyi, che registrano una media di circa 480 lavoratori al giorno lasciati a casa.
Tlc: un impatto più graduale, ma la direzione è la stessa
Nel settore delle telecomunicazioni, i numeri sono più contenuti, ma il trend è chiaramente in linea con quello tecnologico. L’australiana Telstra ha tagliato 550 posti a luglio, mentre BT Group nel Regno Unito punta a ridurre di 55.000 unità la forza lavoro entro il 2030, ben oltre l’obiettivo precedente di 40.000.
Determinante, anche in questo caso, il ruolo dell’intelligenza artificiale. “Aimee”, l’assistente virtuale sviluppato da BT, gestisce già decine di migliaia di chiamate clienti ogni settimana. Un chiaro esempio di come l’AI conversazionale stia ridefinendo i confini dell’assistenza al cliente.
Altri operatori, come alcune telco statunitensi, stanno procedendo a tagli mirati, legati all’automazione delle reti, ai cambiamenti nelle strategie di deployment della fibra o alla ristrutturazione dei back-office.
Non una crisi congiunturale, ma un cambio strutturale
A differenza dei licenziamenti avvenuti in epoca pandemica, causati per lo più dall’incertezza economica globale, questa nuova ondata ha radici strutturali. Le aziende stanno riscrivendo le proprie catene del valore attorno all’AI: non solo come strumento di supporto, ma come sostituto vero e proprio in settori come il supporto tecnico, l’assistenza clienti, le risorse umane e perfino l’ingegneria del software.
Il risultato è un mercato del lavoro che si restringe nei ruoli tradizionali, mentre si espande nelle competenze legate allo sviluppo, alla gestione e alla governance dell’intelligenza artificiale.
Il futuro del lavoro nelle Tlc tra sfide e opportunità
Il comparto Tlc, per sua natura fortemente infrastrutturale e regolamentato, ha finora assorbito l’impatto in modo meno violento rispetto al tech. Ma l’effetto domino è in atto. L’automazione dei contact center, la gestione predittiva delle reti e l’analisi dei dati in tempo reale stanno rendendo superflue molte funzioni storiche.
Per l’Italia – dove il settore Tlc affronta da anni una crisi strutturale tra margini ridotti e investimenti ingenti – l’ingresso massivo dell’AI potrebbe rappresentare una doppia sfida: da un lato l’urgenza di riconvertire competenze e ruoli, dall’altro il rischio di un ulteriore impoverimento del tessuto occupazionale.
Servono strategie di riconversione, non solo tagli
Il cambio di paradigma è chiaro. L’intelligenza artificiale non è più un elemento di contorno, ma il motore centrale delle trasformazioni nei modelli di business delle grandi aziende tech e Tlc.
L’occupazione ne risente e continuerà a farlo, ma il vero tema è come gestire la transizione. Serve una strategia industriale e formativa che non si limiti ad accompagnare i tagli, ma che investa in nuove competenze, nuovi ruoli e nuove prospettive per le persone coinvolte.
Perché senza un capitale umano all’altezza dell’intelligenza artificiale, la trasformazione rischia di essere una corsa verso il basso, non verso il futuro.