Mario Draghi è tornato a Bruxelles con la stessa lucidità chirurgica che lo contraddistingue. Un anno dopo la consegna del suo rapporto alla Commissione europea, l’ex premier ha ribadito che il vero peccato originale dell’Unione è l’autocompiacimento. L’inerzia, ha avvertito, non minaccia solo la competitività: mette in discussione la sovranità stessa dell’Europa.
l’editoriale
“Business as usual” non funziona più: Draghi scuote l’Europa su AI e sovranità
Il richiamo dell’ex premier all’Ue punta al cuore dell’innovazione: infrastrutture dati, cloud e intelligenza artificiale diventano leve decisive per rafforzare l’industria europea e sostenere la concorrenza globale. E per competere con Usa e Cina servono scelte coraggiose che mettano al centro capitali privati e strategie condivise a livello europeo. Una sveglia anche per l’Italia
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