Digital gap è il termine che meglio descrive la sfida che Google ha deciso di affrontare nel continente africano: evitare che il divario digitale si trasformi in un divario nell’accesso all’intelligenza artificiale. In un contesto globale in cui l’AI sta ridefinendo settori strategici, l’Africa rischia di rimanere ai margini, non per mancanza di talento, ma per carenza di infrastrutture, formazione e accesso alle tecnologie.
Con l’annuncio di quattro nuovi hub di connettività sottomarina – posizionati strategicamente a nord, sud, est e ovest del continente – Google intende rafforzare la resilienza digitale africana. I nuovi nodi saranno integrati con i cavi Equiano e Umoja, già in fase di implementazione, e fungeranno da snodi per la distribuzione di servizi cloud e AI. L’iniziativa si inserisce nel programma Africa Connect, che ha già portato online oltre 100 milioni di persone.
“Con l’AI abbiamo l’opportunità di democratizzare l’accesso alla conoscenza fin dall’inizio”, ha dichiarato James Manyika, Svp di Google, sottolineando come l’inclusione tecnologica sia una priorità strategica per il gruppo.
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Infrastrutture digitali e resilienza sottomarina
I nuovi hub di connettività rappresentano un salto di qualità per l’infrastruttura digitale africana. Collegati ai cavi Equiano (che connette l’Africa all’Europa lungo la costa occidentale) e Umoja (che collega il Kenya all’Australia passando per l’Oceano Indiano), i nodi garantiranno maggiore stabilità, velocità e riduzione dei costi di accesso a Internet.
Questa rete sottomarina è pensata per superare le frequenti interruzioni causate da guasti ai cavi esistenti, che spesso isolano intere regioni. I nuovi hub ospiteranno stazioni di approdo, data center e infrastrutture edge, diventando punti nevralgici per la distribuzione di servizi digitali avanzati. Google prevede che l’infrastruttura sarà completata entro tre anni, contribuendo a ridurre il digital gap e a favorire l’accesso alle tecnologie AI anche nelle aree rurali e periferiche.
Formazione, strumenti AI e accesso universitario
Parallelamente agli investimenti infrastrutturali, Google ha annunciato un piano di formazione e accesso gratuito agli strumenti AI per studenti universitari in otto paesi africani, tra cui Kenya, Nigeria, Ghana e Sudafrica. Gli studenti riceveranno un abbonamento gratuito di un anno a Gemini AI Pro, che include strumenti per la ricerca, la scrittura, la programmazione e la creazione di contenuti.
L’obiettivo è formare 3 milioni di giovani entro il 2030, dopo aver già raggiunto 7 milioni di persone con programmi di alfabetizzazione digitale. “Stiamo fornendo gli strumenti avanzati per affrontare le sfide locali e promuovere la crescita economica”, ha dichiarato Alex Okosi, Managing Director di Google Africa.
Questa iniziativa mira a colmare il digital gap non solo in termini di accesso, ma anche di competenze, creando una nuova generazione di professionisti capaci di utilizzare l’AI per risolvere problemi locali.
Lingue africane e inclusione algoritmica
Uno dei progetti più innovativi del piano Google è il sostegno al Masakhane African Languages AI Hub, finanziato con 3 milioni di dollari. Il centro sviluppa dataset, modelli di traduzione e tecnologie vocali per oltre 40 lingue africane, contribuendo a rendere l’AI accessibile anche alle comunità escluse dai modelli linguistici dominanti.
L’inclusione linguistica è un tema cruciale per evitare che l’AI riproduca le disuguaglianze esistenti. “Se l’intelligenza artificiale non parla le lingue africane, non potrà mai essere veramente inclusiva”, ha affermato uno dei ricercatori del progetto.
Google punta così a ridurre il digital gap linguistico, promuovendo una tecnologia che rispetti la diversità culturale e favorisca la partecipazione attiva delle comunità locali.
Sicurezza alimentare e AI applicata
Un’altra area strategica è quella della sicurezza alimentare, affrontata attraverso il progetto AI Collaborative for Food Security, finanziato con 25 milioni di dollari. Il programma mira a sviluppare strumenti AI per la previsione della fame, la resilienza delle colture e il supporto ai piccoli agricoltori.
In collaborazione con università e centri di ricerca africani, Google intende creare modelli predittivi basati su dati climatici, agricoli e socioeconomici, capaci di anticipare crisi alimentari e ottimizzare le risorse. Questa applicazione concreta dell’AI dimostra come la tecnologia possa essere uno strumento di empowerment locale, capace di affrontare sfide strutturali e contribuire allo sviluppo sostenibile.
Startup AI e innovazione africana
Il piano di Google include anche il rafforzamento dell’ecosistema delle startup AI africane, attraverso il programma Google for Startups Accelerator. Finora, l’iniziativa ha supportato 153 startup in 17 paesi, contribuendo alla creazione di oltre 3.500 posti di lavoro e alla raccolta di 300 milioni di dollari in investimenti.
La nuova fase prevede mentorship, supporto tecnico e visibilità globale per le startup selezionate, con un focus su agritech, healthtech, fintech e servizi professionali. L’obiettivo è accelerare la crescita di soluzioni AI nate per rispondere alle sfide africane, favorendo l’emergere di una nuova generazione di innovatori locali.
Un modello di sviluppo inclusivo
Il progetto di Google per l’Africa non è solo un investimento tecnologico, ma una visione strategica per un’AI inclusiva e globale. La combinazione di infrastrutture resilienti, formazione diffusa, inclusione linguistica e supporto alle startup rappresenta un modello di sviluppo capace di colmare il digital gap e generare impatto economico e sociale.