Continuano le difficoltà per il Piano Italia a 1 Giga, con l’ipotesi di uno stralcio di 700.000 civici da parte di Open Fiber e le opposizioni che insorgono contro il Governo e il mancato rispetto degli impegni sulla banda ultralarga.
I ritardi sulla rete in fibra nelle zone sovvenzionate con i fondi del Pnrr – riporta Il Sole 24 Ore – dovrebbero tradursi per Open Fiber in una mancata copertura di quasi un terzo dei numeri civici nelle aree grigie, pari a 700.000 numeri su un totale di 2,2 milioni che avrebbero dovuto essere cablati da OF entro la scadenza del 30 giugno 2026. La corrispondente riduzione di risorse destinate a Open Fiber, circa un terzo di 1,8 miliardi per i lotti vinti dalla società, dovrebbe andare ad alimentare un nuovo fondo per sostenere il completamento dei lavori, da ripappaltare, entro il 2030.
“Chiediamo chiarimenti urgenti sullo stato di attuazione del Piano Italia a 1 Giga e sulla gestione delle risorse pubbliche affidate a Open Fiber. La situazione rappresenta un fallimento industriale e manageriale”, dichiara il deputato del Pd e capogruppo in commissione Attività produttive della Camera, Alberto Pandolfo, che ha presentato un’interrogazione (QUI IL DOCUMENTO COMPLETO) al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione sulla questione della banda ultralarga e Open Fiber.
Indice degli argomenti
Piano Italia a 1 Giga, interrogazione parlamentare dei dem
“I ritardi accumulati da Open Fiber nella realizzazione delle reti in fibra ottica hanno costretto l’Italia a ridurre di circa 700.000 i civici previsti dal piano, una vera e propria umiliazione per il Paese e un danno d’immagine incalcolabile”, afferma Pandolfo. “Nonostante anni di inadempienze e segnalazioni da parte di regioni e comuni, non è mai stata attivata alcuna procedura di revoca o sanzione, lasciando intendere una grave carenza di controllo da parte del Governo e delle autorità competenti”.
“Tale comportamento rischia di determinare un danno erariale di grandi proporzioni e di sollevare seri dubbi di conformità alle norme europee sugli aiuti di Stato, sulla concorrenza e sulla neutralità tecnologica”, prosegue il dem. “Il Governo non ritiene di dover intervenire sulla gestione di Open Fiber davanti a un tradimento degli obiettivi del Pnrr? Perché non sono mai state applicate penali o revocate le concessioni? Non è forse necessario procedere alla sostituzione di Open Fiber con operatori alternativi seri e qualificati, in grado di completare i lavori senza ulteriori sprechi di denaro pubblico? Chiediamo che il Governo intraprenda misure strutturali per evitare che in futuro risorse strategiche vengano concentrate nelle mani di un monopolio che poi si dimostra inefficiente, garantendo invece una competizione sana, trasparente e meritocratica nell’interesse dei cittadini”, conclude Pandolfo.
Tentativi di salvataggio per le aree grigie
A fine settembre il Governo ha presentato la sua proposta di revisione del Piano Italia a 1 Giga. La cabina di regia per il Pnrr ha approvato un pacchetto di misure che mirano ad allungare i tempi di attuazione senza però perdere i fondi. Per mantenere l’ambizione in termini di connettività digitale, viene introdotto un Fondo Nazionale Connettività a integrazione dell’attuale misura Italia a 1 giga, che viene rimodulata, uno strumento finanziario che assicura la disponibilità di risorse per una nuova gara volta a completare il collegamento a 1 Giga per i civici nelle aree grigie, a supporto della transizione digitale sull’intero territorio nazionale.
Per assicurare la copertura agli oltre 700.000 civici lasciati da Open Fiber, il governo italiano, con il via libera Ue, intende utilizzare le economie generate da Italia a 1 Giga e da altri Piani gestiti dal Dipartimento: circa 700 milioni per programmare due nuovi piani di copertura.
La “carta” Fibercop
Il Sole 24 Ore spiega che, dei 700.000 civici tagliati dal piano, 120.000 potrebbero essere “abbuonati” a fronte di extra-costi denunciati da Open Fiber. Nei 580.000 restanti ci sarebbero anche 182.000 civici ancora da collegare in Toscana (circa 108.000 civici sarebbero invece già stati raggiunti dalla fibra di OF), un lotto regionale nel quale l’operatore aveva accumulato i maggiori ritardi.
Una ventina di giorni fa Infratel si è rivolta a FiberCop, per sondarne la disponibilità della società che ha rilevato la rete Telecom a subentrare al concorrente per completare i lavori in Toscana. La questione è ancora aperta e se, si concludesse positivamente, gli “arretrati” toscani potrebbero uscire dal programma dei rinvii che si ridurrebbe a 520.000 civici.
La situazione è comunque ancora fluida mentre in Parlamento Alberto Panfili, capogruppo FdI nella Commissione Attività produttive della Camera, ha annunciato un’interrogazione ai ministri Urso, Giorgetti e Foti, per chiedere chiarimenti urgenti sul piano Italia a 1 Giga e sulla gestione delle risorse affidate a Open Fiber.
Il commento di Intermonte
“Le difficoltà operative e finanziarie comuni a FiberCop e Open Fiber, unitamente ai bassi tassi di adozione commerciale sulle coperture Ftth (circa 20% per entrambi gli operatori), dovrebbero indurre gli azionisti di entrambe le società ad accelerare le trattative per la rete unica. Malgrado le recenti indiscrezioni di stampa su un possibile stallo legato alle istruttorie antitrust in corso — l’indagine DGComp su presunte informazioni fuorvianti rese da KKR lo scorso anno e la review AGCM sul MSA trentennale tra FiberCop e Tim — che potrebbero rallentare o compromettere la chiusura del deal entro fine 2026 (scadenza dell’earnout da 2,5 miliardi di euro a favore di Tim), il management di Tim, nella call 1H, si era detto fiducioso sulle chance di arrivare ad un accordo, considerando anche il ruolo cruciale del MEF, coinvolto direttamente (16% in FiberCop) e indirettamente (60% in Open Fiber, tramite Cup) nelle due Società. Nella nostra Sop che ci porta ad un Tp di 0,65euro/azione ordinaria incorporiamo l’earnout ad una probabilità molto bassa, del 25%, circa 0,03 euro/azione”.