Si aggiunge un nuovo tassello all’ampio reticolo globale dei cavi sottomarini. La posa del Medusa è ufficialmente iniziata. Con un investimento di 342 milioni di euro, il progetto guidato da Afr-IX Telecom punta a costruire una dorsale digitale di 8.700 chilometri che collegherà il Sud Europa con il Nord Africa, estendendosi verso l’Africa subsahariana e il Medio Oriente. Il primo segmento è stato posato a Marsiglia, grazie alla collaborazione con Orange Group, e si dirama verso Tunisia e Marocco, con ulteriori approdi previsti entro fine 2025.
Medusa è progettato per offrire una capacità di 480 terabit al secondo, grazie a 24 coppie di fibre ottiche da 20 Tbps ciascuna. Un’infrastruttura che promette di trasformare la connettività intercontinentale, riducendo drasticamente i costi della banda larga e aumentando la resilienza delle reti.
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Cavi sottomarini e sovranità digitale europea
Il sistema Medusa è parte integrante della strategia Global Gateway dell’Unione Europea, che mira a rafforzare la sovranità digitale e la resilienza infrastrutturale nei Paesi partner. Durante il Global Gateway Forum di ottobre 2025, la Commissione Europea ha confermato il proprio sostegno all’espansione del progetto verso il Medio Oriente, con particolare attenzione alla Giordania.
Il progetto è cofinanziato dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e dal programma Connecting Europe Facility, con un contributo diretto di 40 milioni di euro da parte della DG Mena. Medusa fornirà connettività ad alta capacità a quasi 500 istituzioni educative e di ricerca nel Nord Africa, integrandole nei National Research and Education Networks (Nrens) europei. Un passo decisivo per la cooperazione scientifica e la formazione digitale tra le due sponde del Mediterraneo.
Espansione verso l’Africa subsahariana
L’ambizione di Medusa non si ferma al Mediterraneo. Afr-IX ha già avviato l’estensione verso l’Africa subsahariana, con Gabon come primo Paese coinvolto. Il suo approdo è previsto per il 2028, ma sono in corso studi di fattibilità per collegare fino a 22 nazioni africane. Il supporto arriva anche dalla U.S. Trade and Development Agency (Ustda), che ha avviato analisi sui percorsi ottimali per l’espansione.
Questa fase è cruciale per affrontare il digital divide che affligge il continente: meno del 40% della popolazione africana ha accesso regolare a Internet, e i costi della banda larga restano tra i più alti al mondo. Medusa promette di abbattere le barriere infrastrutturali, stimolare la concorrenza tra operatori e favorire l’inclusione digitale.
Impatti economici e geopolitici
Secondo il ceo di Afr-IX, Norman Albi, Medusa è destinato a diventare un motore di crescita economica e un catalizzatore di scambio di conoscenze tra Europa e Africa. “Stiamo costruendo un ponte digitale che cambierà il modo in cui i continenti comunicano”, ha dichiarato.
L’infrastruttura ha anche una valenza geopolitica: rafforza la presenza europea in un’area strategica, riduce la dipendenza da rotte asiatiche e crea nuove opportunità di investimento. Durante il Forum, la Commissaria Dubravka Šuica ha sottolineato come “il Mediterraneo sia da millenni un mare di connessioni. Oggi, sotto la sua superficie, un nuovo legame ci unisce: i cavi sottomarini”.
La sfida dell’entroterra e le prospettive future
Nonostante il potenziale, il successo di Medusa dipenderà dalla capacità di distribuire la connettività nell’entroterra africano. Servono investimenti in reti terrestri, politiche di regolamentazione favorevoli e partnership pubblico-private per garantire che la capacità del cavo non resti confinata alle zone costiere.
In prospettiva, Medusa potrebbe diventare un hub digitale intercontinentale, favorendo e-commerce, telemedicina, formazione online e lavoro da remoto. La sua espansione verso il Medio Oriente apre scenari di integrazione regionale e cooperazione scientifica, con benefici tangibili per università, startup e Pmi.