Il Satellite direct-to-device (D2D) è pronto a dare un nuovo volto alla connettività mobile. Secondo l’ultimo aggiornamento del tracker Skywatch di Stl Partners, il 2026 segnerà il passaggio dei servizi D2D da progetti pilota a soluzioni mainstream. La spinta arriva da due fronti: le alleanze strategiche tra telco e operatori Ntn (Non-Terrestrial Network) e il via libera regolatorio in mercati chiave come la Cina.
Negli ultimi mesi il settore ha registrato un’accelerazione senza precedenti. Cinque annunci su quattordici, dal solo ottobre 2025, confermano il lancio commerciale di servizi D2D in più regioni, guidati da Starlink e Ast SpaceMobile. Questi player stanno ridisegnando la mappa della connettività, puntando a integrare reti satellitari e terrestri per garantire copertura ubiqua.
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Starlink e Ast SpaceMobile: modelli a confronto
Il ruolo di Starlink e Act SpaceMobile è centrale. Starlink mantiene un approccio indipendente, stringendo partnership con operatori come T-Mobile e Rogers per estendere la propria offerta. Ast, invece, adotta una strategia investor-backed, con Bell, Verizon e AT&T tra i finanziatori. Questo modello consente alle telco di influenzare le scelte strategiche, creando un ecosistema più integrato.
Secondo Krsna Singh, analista di Stl Partners, “Ast SpaceMobile sta ampliando la propria impronta commerciale in Nord America e Medio Oriente, affiancando le partnership già attive in Europa e Giappone con Vodafone e Rakuten Mobile”. Una mossa che rafforza la competizione con Starlink e apre scenari di collaborazione più strutturata tra telco e operatori Ntn.
Sul fronte tecnico, Starlink ha già oltre 400 satelliti in orbita dedicati al D2D, mentre Ast SpaceMobile ne ha lanciati cinque e ha dimostrato chiamate video con Vodafone. Le performance attuali restano limitate: velocità sotto 1 Mbps, con prospettive di arrivare a livelli 4G Lte entro due anni, ma non 5G. La copertura indoor è ancora una sfida, così come la gestione dello spettro.
Il fattore Cina: licenze e mega-costellazioni
Il mercato cinese si prepara a giocare un ruolo decisivo. Tutti e tre i principali operatori – China Mobile, China Unicom e China Telecom – hanno ottenuto le licenze per servizi mobili satellitari. Questo via libera regolatorio accelera lo sviluppo di offerte commerciali basate sui sistemi TianTong e BeiDou, già operativi per servizi di messaggistica e voce.
China Mobile ha annunciato il lancio di “BeiDou + TianTong”, mentre China Unicom ha introdotto soluzioni commerciali basate sul TianTong Geo. Sullo sfondo, due mega-costellazioni – Guowang (GW) e G60 Qianfan – promettono di portare la connettività D2D verso il broadband mobile, anche se le tempistiche restano incerte.
Dal pilota al mainstream: cosa cambia per le telco
L’analisi di Stl Partners evidenzia che, dal 2024, sono stati monitorati 130 annunci di collaborazione tra telco e operatori NTN: solo il 22% è arrivato a una fase beta o commerciale, mentre il 46% è fermo allo stadio di partnership. Con i nuovi annunci, questa percentuale è destinata a crescere rapidamente. Il 2026 potrebbe rappresentare il tipping point per l’integrazione tra reti terrestri e satellitari.
Per le telco, la sfida è duplice: garantire un’esperienza utente fluida e definire modelli di business sostenibili. L’integrazione tecnica richiede investimenti in standard, interoperabilità e gestione della latenza, mentre sul fronte commerciale si aprono opportunità per servizi premium, roaming globale e applicazioni IoT in aree remote.
Implicazioni strategiche e prospettive di mercato
L’adozione mainstream dei servizi D2D non è solo una questione tecnologica. Si tratta di un cambio di paradigma per l’intero settore telco, che passa da un modello basato su infrastrutture terrestri a un ecosistema ibrido, capace di garantire copertura universale. Questo scenario apre la strada a nuove fonti di ricavo, ma anche a sfide regolatorie e competitive.
Gli operatori dovranno valutare partnership mirate con player Ntn, investire in piattaforme di orchestrazione multi-orbita e ripensare le strategie di pricing. La convergenza tra satelliti e reti mobili sarà un fattore chiave per ridurre il digital divide e supportare applicazioni critiche in ambito industriale, logistico e di sicurezza.



































































