La telefonia mobile ha trasformato il mondo grazie a due intuizioni basilari: che le persone sono mobili e che le persone si connettono con le persone. È poi arrivata l’era dei dispositivi smart: una seconda rivoluzione, basata sulla realizzazione che i telefoni cellulari non devono funzionare esclusivamente come telefoni, ma possono essere dispositivi in grado di trasmettere video, videochiamate e altre applicazioni, trasportando dati, tutto in mobilità.
Oggi stiamo per entrare in una nuova rivoluzione paragonabile a quella del passaggio dal solo telefono mobile ai dispositivi smart attuali: l’evoluzione delle reti mobili verso la generazione 6G unita al ruolo crescente dell’intelligenza artificiale, come si legge in un’analisi pubblicata dal Center for strategic & international studies (Csis) col titolo “6G and AI: How wireless technology and edge devices are shaping the global AI race” e scritta da Matt Pearl, direttore dello Strategic Technologies Program presso il Csis a Washington, D.C.
L’analisi si rivolge agli Stati Uniti e alle sue aziende delle tlc, ma contiene spunti interessanti per le telco di tutto il mondo.
Indice degli argomenti
6G ed Ai su dispositivi edge sono la prossima rivoluzione mobile
Oggi le reti mobili servono prevalentemente smartphone e tablet. Ma, poiché l’Ai trasforma praticamente ogni tipo di operazione nel mondo fisico, nuovi tipi di dispositivi edge — droni, veicoli autonomi, robot industriali, sensori vari — diventeranno protagonisti. Parallelamente, aumenterà il ruolo dei dispositivi “indossabili” più piccoli (smartglass, auricolari, anelli, bracciali e persino ciondoli smart).
Inoltre, con il 6G, le reti wireless non saranno solo canali di comunicazione, ma diventeranno infrastrutture che eseguono carichi di lavoro Ai direttamente sulla rete e specialmente all’edge. In pratica, le reti mobili diventeranno “un motore di inferenza distribuito e globale”.
I data center centralizzati continueranno ad avere un ruolo significativo nell’elaborazione dei dati, nella formazione e nell’inferenza, ma le reti mobili potrebbero avere un posto più ampio nell’ecosistema di calcolo dell’inferenza e del rendering.
Le nuove reti avranno il sensing ambientale integrato
Perciò le reti devono essere progettate non solo per coprire i picchi di domanda di traffico, ma anche per sfruttare la capacità libera (“spare capacity”) per il calcolo distribuito.
Oltre a trasmettere e ricevere dati, le reti 6G incorporeranno funzioni di rilevamento ambientale e situazionale, ovvero le tecnologie Integrated sensing and communications” – Isac. Così saranno in grado, solo per fare degli esempi, di rilevare droni ostili, gestire il traffico intelligente, inviare soccorsi rispondendo alle emergenze e monitorare la salute senza un intervento diretto.
La competizione globale su reti mobili, edge ed Ai
La corsa all’Ai e le telecomunicazioni sono, dunque, intrinsecamente connesse: chi guida le infrastrutture di rete e telecomunicazione finirà per avere anche un vantaggio sul controllo dell’intero stack dell’Ai.
Le reti wireless, i dispositivi edge e l’Ai, infatti, non sono ambiti separati: sono destinati a convergere e la competizione internazionale si giocherà su tutti questi livelli.
Chi riuscirà a integrare con successo rete, computazione e dispositivi acquisirà posizioni strategiche nell’economia digitale futura.
Raccomandazioni di policy e il ruolo delle telco
Di qui una serie di raccomandazioni di policy che emergono dall’analisi del Csis. Intanto, secondo il centro studi, gli Stati Uniti e i loro alleati devono assumere un ruolo guida nella diffusione della tecnologia 6G e Ai, per no rischiare che la Cina assuma il controllo.
Inoltre, le aziende telecom degli Usa e dei loro alleati dovrebbero collaborare e integrare le loro reti per esportare il loro “stack Ai” a livello globale.
Ancora, lo studio afferma che non è sufficiente competere solo sui modelli Ai, i data center e le reti Tlc, ma bisogna anche competere anche sui dispositivi edge, perché questi saranno fondamentali nell’ecosistema Ai.
L’accesso alle nuove frequenze mobili
L’articolo del Csis osserva anche che il progresso dell’Ai e del 6G richiede, ovviamente, grande capacità di fare innovazione e gli Usa devono evitare politiche che rendano difficile attrarre talenti altamente qualificati; anzi dovrebbero incentivare il flusso internazionale di competenze.
Inoltre, per far fronte al crescente traffico dati e ai nuovi casi d’uso Ai, serve l’accesso a nuove bande di spettro. Vanno anche rimosse le barriere al dispiegamento dell’infrastruttura. Negli Usa, il One Big Beautiful Bill Act di Donald Trump sembra andare nella giusta direzione, perché ha imposto che una quantità significativa di spettro a licenza venga resa disponibile.
È fondamentale, tuttavia, che gli Stati Uniti aprano la maggior parte dello spettro indicato dal disegno di legge in grandi blocchi contigui di spettro a banda media entro gennaio 2030. In questo modo, gli operatori mobili statunitensi potranno implementare in modo significativo il 6G quando anche Europa, India e Cina implementeranno la tecnologia.
È importante anche ridurre il tempo che intercorre tra ricerca e produzione reale e supportare i ricercatori del campo mobile.
Infine, come nell’era della telefonia mobile, servono investimenti ad alto rischio e le politiche devono creare un ambiente favorevole al rischio, ad esempio via incentivi fiscali.
“C’è molto da lodare nel piano d’azione sull’Ai dell’amministrazione Trump”, conclude l’articolo. “Mantenere le sue promesse, tuttavia, richiederà un’attuazione efficace, e questo a sua volta richiederà il riconoscimento dell’importanza cruciale delle reti di telecomunicazione, della competizione per il talento tecnico, della necessità di rendere disponibile lo spettro, dell’importanza dei collegamenti ricerca-industria e del ruolo fondamentale del governo nel sostenere l’assunzione del rischio d’impresa”.



































































