Circa sette anni fa, Amazon si è impegnata a progettare e realizzare, testuali parole, “la rete di comunicazioni satellitari più avanzata mai costruita”. Un network per la connettività satellitare, il cosiddetto “Project Kuiper”, che oggi sta gradualmente prendendo forma.
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L’avvio del “Project Kuiper”
Il dispiegamento della flotta di satelliti, infatti, è iniziato nell’aprile 2025, quando sono state inviate nell’orbita bassa terrestre le prime 27 unità. Si è trattato della prima di – fino a oggi – oltre 80 missioni, che non solo hanno innescato un nuovo capitolo del business di Amazon, generando a cascata un indotto considerevole, ma che hanno pure dato vita a una serie di alleanze a livello globale per il lancio del servizio.
“Oggi gestiamo una delle più grandi linee di produzione satellitare al mondo. Abbiamo creato alcuni dei terminali utente più avanzati mai realizzati, inclusa la prima antenna phased array commerciale in grado di supportare velocità nell’ordine del gigabit”, conferma il gruppo. “Abbiamo ora oltre 150 satelliti in orbita, e clienti e partner come JetBlue, L3Harris, DirectTV Latin America, Sky Brasil e Nbn, l’operatore della National Broadband Network australiana, che hanno già iniziato ad aderire e a implementare il servizio. Continuiamo a sviluppare la nostra costellazione iniziale di satelliti, e inizieremo a erogare il servizio non appena avremo aggiunto maggiore copertura e capacità alla rete”.
Bisogna ricordare che la missione di Amazon aveva subito ritardi per oltre un anno: il primo lancio era, infatti, previsto per l’inizio del 2024. Prima di aprile, la tech company aveva messo in orbita solo due satelliti di test nel 2023, che sono serviti per apportare dei miglioramenti alla tecnologia dei dispositivi.
I vincoli e gli obiettivi del programma
Amazon ha ottenuto l’autorizzazione a procedere direttamente dalla Federal communications commission (Fcc), il che comporta l’obbligo di mandare in orbita metà della sua costellazione, ovvero 1.618 satelliti, entro il primo semestre del 2026. In questo senso, il ritardo accumulato potrebbe portare il gruppo, secondo quanto riportato da Reuters, a chiedere alla Fcc un’estensione della scadenza.
A regime, i satelliti dovrebbero essere in tutto 3.236. Il costo previsto dell’operazione è di 10 miliardi di dollari e l’obiettivo è quello di portare la banda larga satellitare in tutto il mondo (e in particolare nelle zone rurali e remote) per clienti residenziali, business e governativi – esattamente come accade con la Starlink di Musk, già operativa.
Il “Project Kuiper” diventa ufficialmente Amazon Leo
Arrivati a questo punto, considerato piuttosto avanzato nella roadmap, la società ha deciso di svelare il nome definitivo del programma: Amazon Leo, “un semplice richiamo alla costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa che alimenta la nostra rete”, spiega in un post sul blog aziendale Rajeev Badyal, vice president di Amazon Leo.
“La nostra visione era semplice: ci sono ancora miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso a una connessione Internet ad alta velocità e milioni di aziende, enti governativi e altre organizzazioni che operano in aree prive di connettività affidabile”, spiega Badyal. “Con una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa, possiamo contribuire a colmare questo divario ed estendere una connessione Internet veloce e affidabile anche a coloro che si trovano oltre la portata delle reti esistenti”.
Badyal ricorda che tutto “è iniziato in piccolo, con un gruppo ristretto di ingegneri e alcuni progetti su carta. Come molti dei primi progetti di Amazon, anche questo aveva bisogno di un nome in codice e il team ha iniziato a operare come ‘Project Kuiper’, ispirandosi alla Fascia di Kuiper, una cintura di asteroidi ai confini del nostro sistema solare. Quel nome in codice ci ha accompagnato in molte delle nostre prime tappe fondamentali: la richiesta e l’ottenimento delle licenze iniziali, la firma del più ampio insieme di contratti di lancio della storia, il completamento di una missione prototipo di successo e il dispiegamento del nostro primo lotto completo di satelliti di produzione all’inizio di quest’anno”.
Verso il lancio del servizio: il divario con Starklink
Amazon ha indicato nei documenti depositati alla Fcc nel 2020 che avrebbe iniziato a erogare il suo servizio una volta raggiunti i 578 satelliti in orbita, cominciando dalle regioni settentrionali e meridionali del globo per voi portare la copertura verso l’equatore man mano che lancia nuovi satelliti.
Starlink, come è noto, è decisamente più avanti di Amazon non solo rispetto al numero di satelliti in orbita, anche per quanto riguarda l’offerta commerciale. Il colosso dell’e-commerce è però convinto che la sua profonda conoscenza del consumatore e la posizione dominante nel cloud computing gli daranno un vantaggio sulla rivale.



































































