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Contratto Tlc, sciolta la riserva sul rinnovo. Asstel: “Ora politiche industriali”



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Con il 79,47% di voti favorevoli alla sua validazione, le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella valutazione dell’ipotesi sul nuovo Ccnl hanno dato il via libera all’accordo. Plauso dell’associazione di Confindustria, che chiede con urgenza azioni lungo periodo. E si scalda il fronte frquenze. Ugliarolo (Uilcom): “Il Mimit continua a rinviare decisioni che non possono più essere rimandate”

Pubblicato il 12 dic 2025



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Le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella valutazione della ipotesi di accordo di rinnovo del Ccnl Telecomunicazioni hanno espresso il 79,47% di voti favorevoli alla sua validazione, pertanto le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno comunicato lo scioglimento positivo della riserva. “Nel corso delle scorse settimane si sono svolte oltre 600 assemblee, che hanno visto la partecipazione di 40.561 lavoratrici e lavoratori”, precisano i sindacati in una nota congiunta.

Il commento di Asstel

A stretto giro è arrivato il plauso dell’associazione della filiera Tlc che fa capo a Confindustria: “Asstel esprime piena soddisfazione per il positivo scioglimento della riserva da parte delle lavoratrici e dei lavoratori del settore – all’esito delle assemblee svolte dalle Organizzazioni Sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni – sull’ipotesi di rinnovo del Ccnl Telecomunicazioni sottoscritto lo scorso 11 novembre”, si legge in una nota.

“Il rinnovo del contratto nazionale delle Tlc rappresenta un patto industriale e sociale costruito per guidare la transizione digitale, favorire la sostenibilità economica e occupazionale, migliorare la competitività dell’intera filiera e valorizzare le competenze delle persone, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle telecomunicazioni come infrastruttura strategica per lo sviluppo digitale dell’Italia. Si conferma, quindi, il valore di un sistema di relazioni industriali, come quello della filiera Tlc, che da sempre vede la contrattazione come vero e proprio strumento di governo della trasformazione, in grado di offrire elementi utili per accompagnare il cambiamento che è già in atto, e che sarà ancora più profondo nei prossimi anni”.

Il comunicato di Asstel prosegue evidenziando il fatto che in questa partita “le imprese hanno voluto fare la loro parte con responsabilità e visione di lungo periodo, anche in coerenza con gli importanti interventi previsti dal governo nella prossima Legge di Bilancio, che prevede misure di agevolazione fiscale per incrementi economici riconosciuti dai rinnovi contrattuali. È ancor più fondamentale, quindi, che questo impegno venga confermato con ulteriori politiche industriali coerenti e di lungo periodo: senza un cambiamento rapido e strutturale nelle politiche del sistema Paese”, chiosa Asstel, “ogni sforzo delle imprese rischia di essere vano”.

L’appello di Pietro Labriola

L’appello alla reattività è arrivato nelle scorse ore anche da Pietro Labriola, numero uno di Tim e presidente di Asstel. “La filiera delle Telecomunicazioni ha bisogno di decisioni rapide di politica industriale: senza scelte tempestive rischiamo di compromettere la competitività digitale del Paese”, ha detto Labriola, individuando sei direttrici fondamentali per riportare il settore su un percorso di crescita solida e sostenibile.

Servono prima di tutto “regole eque e chiare per attrarre investimenti, condizioni favorevoli allo sviluppo infrastrutturale, un sistema più semplice e trasparente per il rinnovo delle frequenze, il riconoscimento del settore come industria ad alta intensità energetica, interventi strutturali per il comparto dei call center e politiche industriali che sostengano formazione continua e nuove forme di flessibilità del lavoro”.
Un’agenda ampia, che tocca sia le dimensioni tecnologiche sia quelle sociali e occupazionali, con l’obiettivo di permettere agli operatori di affrontare con efficacia le nuove sfide della transizione digitale.

Frequenze, Ugliarolo (Uilcom): “Il Mimit continua a prendere tempo”

Se in effetti sul fronte del contratto nazionale si è finalmente arrivati a una svolta, rispetto al tema più squisitamente industriale del rinnovo delle frequenze la situazione è ancora in stallo. E per qualcuno le responsabilità sono chiare: “Nei giorni scorsi si è tenuta la convocazione al Mimit per affrontare il tema delle frequenze telefoniche. Ci aspettavamo finalmente risposte concrete, soprattutto dopo questa chiamata ufficiale. Invece, ancora una volta, abbiamo assistito solo a parole vuote. Una riunione sterile, priva di impegni reali, in cui sia i Sindacati sia Asstel hanno ribadito quanto da anni attendiamo soluzioni serie per sostenere un settore in profonda difficoltà”, denuncia Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom. “Nonostante ciò, il dicastero guidato dal ministro Urso ha nuovamente scelto di prendere tempo, rinviando decisioni che non possono più essere rimandate. Un atteggiamento inaccettabile”, nota Ugliarolo”, che rischia di aggravare ulteriormente una situazione già critica e di dimostrare, ancora una volta, la distanza del Ministero dalle reali esigenze del settore”.

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