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Enterprise WLan, il mercato accelera con il Wi‑Fi 7: spinta da standard, piattaforme e AI



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Il comparto chiude il 3Q25 a 2,7 miliardi di dollari (+7,8% YoY), spinto dall’adozione del wireless di nuova generazione, dall’integrazione con piattaforme cloud e dall’uso di intelliganza artificiale per automazione e sicurezza. Emea guida la crescita (+12,8%), mentre Americhe e Apac restano solide. I dati Idc

Pubblicato il 12 dic 2025



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Il mercato Enterprise WLan ha raggiunto 2,7 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2025, con una crescita del 7,8% anno su anno, consolidando il trend positivo dei trimestri precedenti. Nei primi nove mesi dell’anno l’incremento è stato del 10,5% rispetto al 2024. La spinta arriva dall’adozione di Wi‑Fi 7 e Wi‑Fi 6E, che abilitano l’uso della banda a 6 GHz e triplicano la capacità disponibile in alcune aree. Questo salto tecnologico consente latenza ridotta, canali più larghi e maggiore stabilità, fattori cruciali per applicazioni real‑time e ambienti ad alta densità.

Secondo Idc, le imprese non si limitano a sostituire access point, ma riprogettano le architetture di rete, puntando su piattaforme di gestione cloud, sicurezza integrata e funzionalità AI‑ops per semplificare deployment e troubleshooting. Come sottolinea Brandon Butler, Senior Research Manager di Idc, “la crescita è sostenuta dai nuovi standard e dall’integrazione con lo stack di rete tramite approcci platform‑based, sicurezza integrata e capacità AI”.

Geografie: Emea in testa, Cina in flessione

La dinamica regionale mostra differenze significative. Emea cresce del 12,8% YoY, trainata da liberalizzazione dello spettro e investimenti in campus networking. Americhe segnano +6,0%, sostenute da progetti di modernizzazione IT e sedi ibride. Asia Pacific avanza del 5,6%, mentre la Cina arretra dell’1,3%, penalizzata da cicli di spesa selettivi.

Per i provider, queste tendenze indicano dove concentrare risorse: in Emea valgono proposte Wi‑Fi 7 ready e contratti gestiti multi‑site; nelle Americhe domina l’efficienza operativa e l’integrazione con Sase; in Apac conta il Tco e i servizi professionali.

Vendor: quote e strategie

Il 3Q25 conferma Cisco al vertice con 992,4 milioni di dollari e 37,4% di quota, nonostante un calo del 3%. Hpe, che include Juniper dall’acquisizione di luglio, cresce dell’1,6% a 512,2 milioni (19,3%). Ubiquiti vola a +47,1% YoY con 300,3 milioni (11,3%), mentre Huawei sale del 33,7% a 238 milioni (9%). CommScope (Ruckus) chiude a 93,3 milioni (+18%).

Il mercato premia chi offre gestione cloud uniforme, AI‑ops nativa e integrazione con l’intero stack di rete. Ubiquiti trova spazio nel mid‑market con modelli capex‑friendly, mentre Hpe punta sulla convergenza tra campus, data center e SD‑Wan. Cisco resta forte nei progetti enterprise grazie all’ecosistema e alla sicurezza integrata.

Impatti strategici: dal managed Wi‑Fi al SASE

L’Enterprise WLan non è più un componente isolato, ma parte di un ecosistema di connettività che include Lan cablata, SD‑Wan e sicurezza cloud. Le aziende cercano esperienze utente coerenti, con policy zero‑trust e ispezione del traffico distribuita. L’AI applicata al networking consente di ridurre i tempi di risoluzione dei guasti, prevenire congestioni e automatizzare modifiche di configurazione, trasformando il Wi‑Fi in un servizio predittivo.

Questa evoluzione apre la strada a offerte gestite end‑to‑end, con Sla definiti per applicazione e sede, fatturati per utente o per AP. Per i provider, il managed Wi‑Fi diventa un tassello del portafoglio Sase/Sse integrando identity‑based access, micro‑segmentazione e telemetria condivisa con la Wan. Wi‑Fi 7 abilita scenari ad alta densità come aule universitarie, arene sportive, magazzini automatizzati e retail esperienziale, dove la continuità di servizio è critica.

In ambito industriale, il Wi‑Fi resta complementare al private 5G: il primo è ideale per throughput best‑effort e dispositivi legacy, il secondo per mobilità deterministica e applicazioni safety‑critical. La vera sfida è la co‑esistenza orchestrata, con policy unificate e osservabilità end‑to‑end. Chi saprà offrire questa convergenza avrà un vantaggio competitivo decisivo.

Economia del refresh e nuovi Kpi

Il passaggio a Wi‑Fi 7 e 6E non è solo un upgrade tecnologico, ma un cambio di paradigma economico. Oltre al costo degli access point, pesano licenze di gestione, funzionalità AI, analytics avanzati e moduli di sicurezza. Le piattaforme che offrono telemetria granulare, Api aperte e integrazione con Itsm riducono i costi operativi più del delta sul prezzo hardware, spostando il valore verso la gestione intelligente.

Per il canale significa ripensare il modello di business: non basta installare, serve gestire e ottimizzare nel tempo, con contratti multi‑anno basati su Kpi di esperienza. Questi includono latenza media, jitter, tasso di roaming riuscito e punteggi Mos per collaboration. La trasparenza sui costi ricorrenti e sui tier funzionali diventa fattore di scelta per i Cio, che chiedono predictability e outcome misurabili.

Chi saprà proporre servizi professionali su site survey in 6 GHz, ottimizzazione RF e integrazione con identity provider potrà differenziarsi in un mercato sempre più orientato al valore e non solo al prezzo.

Use case emergenti: collaborazione e AR/VR

L’aumento di capacità radio impatta direttamente le esperienze di collaborazione. Video 4K multipunto, whiteboarding interattivo e cuffie wireless richiedono canali larghi e stabilità. In education e logistica diventano praticabili applicazioni AR/VR senza frame drop, mentre nel retail il wireless deterministico abilita pagamenti mobili, inventory in tempo reale e sensoristica per layout dinamici.

La sicurezza evolve di pari passo: WPA3, policy identity‑centriche e micro‑segmentazione dinamica sono ormai prerequisiti. Con piattaforme Sase, il principio del minimo privilegio si estende dall’edge alla cloud app. L’AI aiuta a riconoscere comportamenti anomali e correlare eventi tra WLan, Dns e Casb, fornendo contesto per risposte rapide. Questo approccio riduce il rischio e accelera la remediation, trasformando la rete in un asset di resilienza oltre che di connettività.

Lettura dei numeri: crescita qualitativa

Il +7,8% del 3Q25 va interpretato alla luce di due fattori. Primo, la normalizzazione post‑supply chain ha chiuso la stagione dei backlog, rendendo la crescita più organica. Secondo, l’upgrade mix spinge il valore medio per AP grazie a radio tri‑band e licenze premium.

Il 2Q25 aveva segnato +13,2% YoY; il rallentamento relativo non indica inversione, ma riassorbimento della domanda dopo trimestri di catch‑up. La penetrazione di Wi‑Fi 7, passata dal 21% al 31,1% in un solo trimestre, suggerisce pipeline robuste anche per il 2026, specie dove il 6 GHz è regolato e disponibile indoor. Resteranno asimmetrie geografiche e budget prioritizzati su siti ad alto impatto operativo, ma il trend è chiaro: la crescita è qualitativa, guidata da innovazione e nuovi modelli di servizio.

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