Le reti Tlc richiederanno un aggiornamento per soddisfare le esigenze del superciclo dell’Ai: lo ha affermato l’86% dei direttori It e aziendali in Europa e l’88% negli Stati Uniti intervistati per uno studio commissionato da Nokia. I risultati evidenziano come le reti di telecomunicazione siano l’infrastruttura imprescindibile per una digitalizzazione sempre più avanzata.
La ricerca di Nokia si basa sulle risposte di circa 2.000 decisori tecnologici e aziendali negli Stati Uniti e in Europa, compresi i fornitori di infrastrutture di telecomunicazioni e data center, nonché aziende e organizzazioni che pianificano di adottare e integrare l’Ai nelle loro operazioni. L’intero ecosistema riconosce che le capacità di rete di nuova generazione sono essenziali per supportare carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale sempre più complessi. Ciò rappresenta una sfida, visti gli investimenti necessari, ma anche un’opportunità per un’azione collettiva in tutta l’industria e i governi per rafforzare la base digitale da cui dipende la futura innovazione dell’Ai.
Indice degli argomenti
Il nuovo ciclo dell’Ai esige reti avanzate
“La prima ondata del superciclo dell’Ai ha già rimodellato le industrie e accelerato l’innovazione. Questa ricerca mostra una chiara comprensione in tutto l’ecosistema che le ondate future richiederanno reti più avanzate e AI-native e investimenti sostanziali per rafforzare i requisiti di rete. Connettività, capacità e prestazioni a bassa latenza stanno diventano sempre più essenziali per trasformare il modo in cui i dispositivi interagiscono, le industrie operano e le persone vivono e sperimentano la tecnologia mentre l’Ai avanza”, è il commento di Pallavi Mahajan, Chief Technology and AI Officer di Nokia.
L’Ai, si legge nel report, ridefinisce i requisiti di rete: i carichi di lavoro stanno diventando più pesanti nell’uplink, i flussi di dati sono più distribuiti e le aspettative su latenza, throughput, resilienza, sicurezza ed efficienza energetica stanno aumentando. Questi cambiamenti hanno implicazioni non solo per i fornitori di telecomunicazioni, i fornitori di tecnologie di intelligenza artificiale e servizi cloud e le imprese mission-critical, ma per la competitività nazionale e la leadership digitale a lungo termine.
Ai ad alta intensità, servono investimenti
Le applicazioni di intelligenza artificiale – dai veicoli autonomi alle linee di produzione intelligenti, dai droni di sorveglianza alla diagnostica sanitaria a distanza – generano grandi volumi di dati all’edge che devono essere trasmessi al centro per l’elaborazione, rendendoli ad alta intensità di uplink, spiega lo studio. Di conseguenza, le reti attuali, originariamente progettate per l’uso da parte dei consumatori incentrato sul downlink, come la navigazione su siti web e lo streaming video, sono inadeguate.
Nokia sta incoraggiando la collaborazione in tutto l’ecosistema e invita a rendere più snella e prevedibile la normativa in modo da permettere investimenti tempestivi sulle reti.

L’Internet europeo è “troppo piccolo” per l’Ai
La ricerca è suddivisa in rapporti geografici separati. Quello sull’Europa si intitola, significativamente, “AI is too big for the European Internet”: le reti, i data center e il backbone digitale non reggono la domanda.
Il report sostiene, infatti, che l’Ai sta crescendo così rapidamente e con così tanta intensità di utilizzo di dati, energia e rete che l’attuale internet europeo e le infrastrutture digitali non sono adeguati per sostenere questa crescita su larga scala.
Due terzi degli intervistati dello studio europeo hanno dichiarato di usare già l’intelligenza artificiale e il 92% ritiene l’Ai “trasformazionale” per il business.
Ciò indica che l’adozione non è un fenomeno marginale, ma sta accelerando rapidamente. Tuttavia, più della metà ha osservato difficoltà come tempi di inattività, latenza e vincoli di produttività associati all’aumento delle richieste di dati. Tra i provider di telecomunicazioni, l’81% afferma che i clienti richiedono servizi Ai che le loro reti non possono ancora supportare.
Per superare questi colli di bottiglia, gli intervistati hanno sottolineato la necessità di una coerente semplificazione e allineamento normativo tra i mercati, disponibilità tempestiva dello spettro, adeguamenti nella politica di concorrenza per consentire il consolidamento del mercato e investimenti in reti efficienti dal punto di vista energetico e pronte per l’Ai.
Competitività dell’Europa a rischio
Una quota significativa (circa il 29%) dei dirigenti intervistati in Europa ha anche affermato che i limiti infrastrutturali potrebbero costringerli a spostare carichi di lavoro al di fuori dell’Ue con una possibile erosione della sovranità digitale e dipendenza da infrastrutture e servizi extra-Ue. Questo ha un impatto sulla capacità competitiva e sul controllo dei dati per il continente.
La sicurezza è un’altra preoccupazione degli intervistati europei: più dell’80% ritiene che l’Ai introduca nuovi o evoluti rischi di sicurezza. Inoltre, la cybersecurity è, per molte aziende, il principale caso d’uso per l’Ai nei prossimi anni perché gli ambienti Ai richiedono non solo larghezza di banda, ma anche protezione avanzata per dati e infrastrutture digitali.
Investimenti, collaborazioni telco-industria e sovranità
Per trasformare l’Ai in un vantaggio competitivo per l’Europa, il report suggerisce tre linee d’azione.
Innanzitutto, ovviamente, investire nelle infrastrutture: investimenti in data center, reti ad alta capacità, collegamenti tra edge e cloud, e reti a bassa latenza sono essenziali. Questo richiede coordinamento pubblico-privato e capitali su larga scala.
La seconda raccomandazione è la collaborazione tra telco e imprese: le imprese devono lavorare insieme ai provider di connettività per costruire infrastrutture scalabili e condivise. Una visione condivisa permette, infatti, secondo Nokia, innovazione costante e crescita sostenuta.
Infine, Nokia invita a difendere la sovranità digitale: l’Europa non può diventare dipendente da infrastrutture extra-Ue; la fiducia digitale, la resilienza e la sicurezza devono essere prioritarie.












