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La transizione energetica passa dalle centrali tlc: hub verdi al servizio delle reti



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Con il Progetto Solare, FiberCop ed EnerCop avviano la riconversione degli edifici di rete in infrastrutture capaci di produrre elettricità pulita, puntando su fotovoltaico, autoconsumo e riduzione strutturale delle emissioni

Pubblicato il 22 dic 2025



transizione energetica nelle telecomunicazioni

Le centrali di telecomunicazioni non sono più soltanto spazi dedicati all’esercizio delle reti digitali. Sempre più spesso diventano anche snodi strategici per la produzione di energia rinnovabile, integrando funzioni energetiche in asset nati per garantire la connettività. È in questa prospettiva che si inserisce il Progetto Solare, iniziativa nata dalla collaborazione tra Fibercop ed Enercop che mira a trasformare progressivamente le infrastrutture tlc in poli di generazione fotovoltaica, contribuendo in modo concreto alla transizione energetica del settore.

L’obiettivo è chiaro: rafforzare l’autosufficienza energetica delle reti e ridurne l’impronta carbonica, valorizzando al tempo stesso il patrimonio immobiliare esistente. Un cambio di paradigma che accompagna l’evoluzione delle telecomunicazioni verso modelli sempre più sostenibili e resilienti.

Dai primi impianti a una rete diffusa di produzione rinnovabile

La prima fase operativa del progetto è già partita con l’installazione di 26 impianti fotovoltaici, che saranno completati entro l’inizio del 2026. Si tratta di un avvio concreto, destinato a crescere rapidamente: il traguardo fissato è la realizzazione di oltre 2.000 impianti entro il 2027, per una produzione complessiva stimata in circa 200 GWh di energia rinnovabile.

A regime, il fotovoltaico permetterà di coprire circa il 35% dei consumi complessivi, incidendo in modo strutturale sui fabbisogni energetici delle infrastrutture di rete. Un risultato che si traduce anche in benefici ambientali immediati: circa 1.435 tonnellate di CO₂ risparmiate ogni anno, grazie ai soli primi impianti attivati.

Efficienza, resilienza e decarbonizzazione delle reti

Nel Progetto Solare la sostenibilità si traduce in una scelta industriale: portare la produzione rinnovabile dentro i siti di rete, così da migliorare l’efficienza energetica e alleggerire l’impronta carbonica delle attività. La logica è quella di un’infrastruttura che, oltre a garantire connettività, gestisce in modo più autonomo una quota crescente dei propri fabbisogni.

In questa direzione si colloca anche la lettura strategica espressa dai vertici aziendali: “L’integrazione di fonti rinnovabili nei nostri asset è una leva strategica per rendere le reti più sostenibili e resilienti,” ha affermato Massimo Sarmi, Presidente e Amministratore Delegato di FiberCop. Il punto, infatti, non è soltanto produrre energia pulita, ma ridurre la dipendenza dai prelievi esterni e consolidare la stabilità operativa. Nella stessa dichiarazione, Sarmi lega l’autoproduzione a un impatto diretto sulla gestione: “L’energia autoprodotta ci consente di ottimizzare l’efficienza operativa e di rafforzare il nostro contributo alla decarbonizzazione – spiega – A regime, il progetto ci permetterà di coprire tramite fotovoltaico circa il 35% dei consumi complessivi di FiberCop”.

I numeri della prima fase e i benefici ambientali

La dimensione concreta dell’avvio emerge dai dati tecnici: i primi 26 impianti superano i 3 MWp di potenza complessiva e sono stimati in grado di generare circa 4,35 GWh l’anno di energia pulita. L’effetto ambientale, secondo il comunicato, è già misurabile: circa 1.435 tonnellate di CO₂ risparmiate annualmente, con una comparazione che rende immediata la scala dell’intervento, equivalente all’assorbimento di oltre 120mila alberi adulti o alla rimozione di più di 700 automobili dalla circolazione per un anno.

La distribuzione lungo il territorio nazionale e la presenza di siti di particolare rilievo – come l’impianto di Via Oriolo Romano a Roma, da 1.100,84 kWp – indicano un’impostazione orientata alla replicabilità, con un’attenzione particolare ai punti in cui la produzione può incidere maggiormente sui consumi di rete.

CACER e GSE: autoconsumo oltre il singolo sito

A distinguere l’iniziativa è l’adozione della configurazione CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile), che consente di utilizzare l’energia prodotta anche quando gli impianti e i punti di consumo non coincidono. In altre parole, l’autoconsumo viene esteso e ottimizzato a livello di rete, con ricadute dirette sulla gestione dei flussi energetici.

Il comunicato segnala che la CACER è già operativa su due impianti e che i nuovi siti saranno progressivamente iscritti al GSE, così da attivare la configurazione non appena possibile. Ne deriva un’impostazione che mira a massimizzare il valore dell’energia autoprodotta, ridurre ulteriormente i prelievi dalla rete e sostenere modelli avanzati di condivisione dell’energia rinnovabile.

La spinta del progetto nel percorso di sostenibilità del settore tlc

Il messaggio è che la transizione energetica può essere accelerata anche attraverso asset già esistenti, come le infrastrutture di telecomunicazioni, se rese parte attiva della produzione e dell’autoconsumo. Dal punto di vista di EnerCop, l’avvio operativo è presentato come un passaggio chiave: “L’avvio di questa prima fase rappresenta un traguardo fondamentale per EnerCop e conferma il nostro impegno nell’integrazione delle energie rinnovabili nel settore delle telecomunicazioni – afferma Giulio Carone, Amministratore Delegato di EnerCop – La collaborazione con FiberCop è orientata a soluzioni energetiche innovative, in linea con gli obiettivi nazionali di sostenibilità”.

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