Riparte il business di Sony Ericsson dopo sette trimestri in rosso

Il piano di ristrutturazione e il lancio sul mercato di nuovi modelli high-end danno i frutti sperati. Utile a 21 milioni di euro dalla perdita di 293 milioni di appena un anno fa. Ma il fatturato e il market share sono in calo e gli analisti avvertono: “Le difficoltà non sono finite”

Pubblicato il 16 Apr 2010

Riparte il business di Sony Ericsson dopo sette trimestri in rosso

Dopo sette trimestri di fila in rosso, arriva l’utile per il
produttore di cellulari Sony Ericsson: merito della strategia di
riduzione dei costi ma anche del lancio sul mercato di nuovi
modelli di fascia alta, in particolare smartphone con funzioni
simili a quelle dei Pc e collegamenti ai social network più
popolari come Facebook e Twitter. Nei primi tre mesi del 2010 la
joint venture ha messo a segno un risultato positivo di 21 milioni
di euro, contro la perdita di 293 milioni di un anno fa.

Gli analisti avvertono tuttavia che il cammino di Sony Ericsson non
è necessariamente tutto in discesa da ora: "Il profitto nel
primo trimestre e l’aumento del prezzo medio di vendita dei
cellulari sono buone notizie, ma ciò è stato ottenuto
restringendo il focus su un minor numero di modelli”, sottolinea
Michael Andersson, analista di Evli, “e i volumi di vendita sono
calati più del previsto. Le sfide per Sony Ericsson non sono
finite”. Il fatturato nei tre mesi terminati il 31 marzo è
infatti sceso da 1,74 miliardi di euro di un anno prima a 1,4
miliardi: Sony Ercisson ha distribuito 10,5 milioni di telefoni, il
28% in meno rispetto al primo trimestre 2009. La società ha però
venduto più cellulari di fascia alta, riuscendo ad alzare il
prezzo medio di vendita del 12%. Di conseguenza il margine lordo è
balzato al 30,6%, rispetto all’8,4% di un anno prima.

Il Ceo di Sony Ericsson Bert Nordberg ha sottolineato proprio il
fatto che i nuovi prodotti high-end, come l’Xperia X10 e il
Vivaz, hanno cominciato ad essere distribuiti alla fine del primo
trimestre e sono stati “ben accolti” dal mercato. Ma anche il
controllo dei costi operativi, scesi da 528 milioni di euro a 423
milioni, ha contribuito al risultato positivo: "I
miglioramenti sia nel margine lordo che in quello operativo
dimostrano che ci siamo rimessi in carreggiata e che siamo in grado
di accompagnare la nostra strategia con la giusta struttura di
costi”, ha commentato ancora Nordberg. Va sottolineato tuttavia
che il taglio del 20% dei costi operativi è stato realizzato a
spese soprattutto del budget destinato alla R&D.

Il piano di ristrutturazione di Sony Ericsson ha preso il via nel
2008 e ha portato a una riduzione dei dipendenti da 8.450 persone a
3.150. Il programma è ancora in corso (l’obiettivo è tagliare i
costi operativi annuali di 880 milioni di euro) e i pieni benefici,
assicura Sony Ericsson, arriveranno nella seconda metà del 2010.
Anche se nel primo trimestre di quest'anno la quota di mercato
della joint venture è scesa di un punto percentuale al 4%, la
società è convinta di poter chiudere il 2010 con una leggera
crescita delle vendite. Ancora scettici gli analisti: il mercato
dei cellulari è previsto in aumento del 10,8%, molto più di
quello che riuscirà a fare SonyEricsson quest'anno. "In
sostanza, la società è riuscita a rimettersi in sesto per quanto
riguarda il contenimento dei costi, ma deve dimostrare di saper
recuperare share di mercato”, conclude Nicolas von Stackelberg,
analista di Macquarie Research.

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