Regioni, i siti Internet marciano a due velocità

Il primo rapporto stilato da Università del Salento, in collaborazione con Eustema, rileva un alto livello di interattività nei servizi Web di Lombardia, Friuli e Veneto. Segnano il passo Abruzzo e Molise. Al Sud Basilicata best practice

Pubblicato il 27 Apr 2011

Un quadro fatto di luci (al Nord) e ombre (principalmente al Sud).
È quello dipinto dall’Università del Salento e Inforav, in
collaborazione con Eustema Spa, nel 1°
Rapporto annuale sui siti istituzionali delle Regioni che ha
analizzato i portali focalizzando l’attenzione su quattro
parametri chiave: contenuti (grado di copertura dei temi e servizi
di competenza regionale); amministrazione 2.0 (presenza di
strumenti multimediali, di interazione e classificazione); servizi
(livello di sofisticazione online dei servizi erogati);
accessibilità (rispondenza ai 22 requisiti indicati dalla Legge 9
gennaio 2004 n. 4 – “Legge Stanca”); requisiti tecnici e
legali (presenza contenuti minimi dettati dalla Direttiva 8/2009
del Mipai).

A livello informativo, l’indagine ha fatto emergere che le
Regioni coprono sostanzialmente tutte le aree tematiche relative
alla propria competenza, con una media nazionale che si attesta al
95%. Differenze ben più marcate riguardano invece numero, natura e
qualità dei servizi interattivi resi disponibili per le medesime
aree di competenza, con un forte divario in termini di maturità
tecnologica tra Regioni del Mezzogiorno, del Centro e del Nord.

Per grado di copertura dei servizi a elevata interazione rispetto
alle aree di competenza, la Lombardia si dimostra la regione più
avanzata, seguita da Friuli V.G., Lazio e Veneto a pari merito.
Situazione radicalmente opposta per i portali di Molise e Abruzzo
che ne rendono rispettivamente disponibili soltanto tre ed uno. Il
superamento di servizi bidirezionali e transazionali, da
considerare standard imprescindibili nei rapporti con cittadini e
imprese, verso soluzioni più avanzate che consentano
l’erogazione personalizzata e adattiva dei servizi sembra
comunque ancora molto lontano.

Per quanto riguarda il livello di sofisticazione dei servizi il
Nord, e in particolare il Nord Est del Paese, detta legge anche in
termini maggior livello di sofisticazione dei servizi: in questo
caso la posizione più alta nel ranking è occupata dall’Emilia
Romagna (online sophistication di 682/1000), seguita da Veneto
(671), Lombardia (665), Friuli V.G. (652) e Piemonte (634). Tutte
queste regioni mostrano un’elevata attenzione all’erogazione di
servizi di tipo transazionale, come pagamenti online e
richiesta/rilascio online di certificazione, anche se distribuiti
su differenti aree tematiche.

Unico dato in controtendenza per quanto concerne le Regioni del
Mezzogiorno, che occupano le ultime cinque posizioni in classifica,
è rappresentato dalla Basilicata, nona a livello nazionale (573)
tra Toscana e Marche.
Con soluzioni ed approcci molto differenti, gli sforzi delle
Regioni appaiono prevalentemente concentrati sui fronti
dell’eDemocracy e Amministrazione 2.0 (85%), Lavoro (75%),
Attività produttive (70%). I servizi sanitari, certamente critici
dal punto di vista sociale e della semplificazione dell’iter
amministrativo, raggiungono un livello di copertura inferiore al
60%.

Situazione più omogenea nel Paese per quanto concerne
l’Accessibilità. Il livello di conformità dei portali delle
Regioni alla Legge 9 gennaio 2004, n. 4 (Legge Stanca), è stato
valutato con Kendo, il web site shaker system di Eustema Spa.
La piattaforma ha esaminato profondamente la struttura e ogni tipo
di risorsa presente sui siti, fornendo dettagliati report di tipo
statistico e quantitativo, e suggerendo le azioni correttive da
compiere per adeguarsi ai requisiti di accessibilità previsti
dalla normativa vigente. Il grado di rispondenza medio ai dettami
della legge riscontrato a livello nazionale è molto elevato (80%),
anche se soltanto i siti web di due Regioni, Friuli V.G. e Molise,
non presentano alcun errore (figura 3.8 pag. 38 del Rapporto).

A livello nazionale, l’analisi sulla rispondenza dei siti web
delle Regioni alla Direttiva n. 8/2009 Mipai (rispetto dei
requisiti tecnici e legali indicati come contenuti minimi) mostra
invece evidenti carenze. Nella maggior parte dei casi i soli
requisiti soddisfatti riguardano la trasparenza amministrativa,
dall’elenco di bandi e concorsi a quello delle caselle Pec o dei
servizi forniti in rete, le informazioni dell’Urp o le
retribuzioni e tassi d’assenza del personale.

La pubblicità legale è presente soltanto sui portali di Puglia,
Veneto, Calabria, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Il
piano e la relazione sulla performance soltanto in quelli di Emilia
Romagna, Molise e Umbria. L’ammontare dei premi collegati alle
performance e l’ammontare di quelli effettivamente distribuiti
sono visualizzabili soltanto in quelli di Lazio e Puglia.

In termini di visibilità, l’analisi dei tassi di accesso ai
portali in funzione della percentuale della popolazione regionale,
vede la Val d’Aosta presentare un rapporto quasi 36 volte
superiore alla media nazionale (figura 3.10 pag. 39 del Rapporto).
Considerando invece la distribuzione degli accessi regionali in
relazione agli accessi italiani (figura 3.11) i portali più
visitati risultano quelli del Piemonte, della Lombardia, seguiti da
Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto ed Emilia Romagna.
Tendenzialmente basso il numero di pagine viste: più della metà
delle Regioni risulta al di sotto della media italiana di 4 pagine
per utente.

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