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Cavi sottomarini e Spazio, Butti alza l’allerta: “Serve protezione europea immediata”



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Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione e alla Transizione digitale, richiama l’urgenza di agire su cavi sottomarini e infrastrutture spaziali: “Sono frontiere strategiche per sicurezza e competitività. L’Europa deve accelerare su regole, cooperazione e investimenti per non restare indietro rispetto a Stati Uniti e Asia”

Pubblicato il 4 dic 2025



Alesio Butti 2

“Le infrastrutture spaziali e sottomarine sono nuovi territori sovrani e dobbiamo difenderli con la stessa determinazione con cui difendiamo gli spazi terrestri”. Con questa frase, pronunciata a Roma alla conferenza Space&Underwater – Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione e alla Transizione digitale, ha messo il tema cavi sottomarini e spazio al centro dell’agenda europea. E ha avvertito: “Non è più tempo di ritardi rispetto a Stati Uniti e altre aree del mondo”.

Cavi sottomarini: la spina dorsale dell’Internet e le vulnerabilità del sistema

I cavi sottomarini trasportano la quasi totalità del traffico dati internazionale. Un milione e trecentomila chilometri di dorsali attraversano oceani e mari, con punti di approdo che diventano obiettivi delicati. Butti ha elencato rischi concreti: fondali saturi di dorsali, danni da pesca a strascico e un numero ridotto di navi in grado di eseguire riparazioni tempestive. In un contesto di tensione geopolitica, ogni interruzione può generare impatti economici e instabilità nei flussi digitali.

Il sottosegretario chiede una risposta europea coordinata. Propone di “costituire una flotta di pronto intervento”, capace di intervenire rapidamente sulle dorsali, e invita a costruire un patto nel Mediterraneo con Paesi “like-minded” per condividere sorveglianza, manutenzione e standard tecnici. Per Butti, la resilienza delle infrastrutture sottomarine è un tassello della sovranità digitale.

Cavi sottomarini e Italia hub del Mediterraneo: data center ed energia

L’Italia può giocare un ruolo di snodo nelle rotte globali del traffico dati. Palermo, con il Sicily Hub di Sparkle, è “punto di gravità per l’IP del Mediterraneo”. Genova rafforza il ruolo di piattaforma di approdo, mentre La Spezia si posiziona come polo per la protezione delle infrastrutture subacquee. A ciò si aggiunge la crescita degli investimenti in data center, anche grazie al Piano Mattei che include tra le priorità le infrastrutture digitali.

Elemento decisivo è la disponibilità energetica. “Se pensiamo di far vivere tutte queste strutture solo con eolico e fotovoltaico qualche problema l’abbiamo”, afferma Butti, indicando negli Smr la risposta per una fornitura stabile e programmabile. I data center richiedono energia continua e costi prevedibili; la pianificazione delle fonti e procedure autorizzative snelle diventeranno discriminanti per gli investitori.

Spazio, orbite e governance: una nuova geografia regolatoria

Butti allarga il raggio al governo dello spazio. La distinzione del 1967 tra spazio aereo e spazio extra-atmosferico è “obsoleta”. Le orbite terrestri, oggi presidiate da migliaia di satelliti, diventano una risorsa limitata paragonabile allo spettro radio. L’Europa, sostiene, deve “definire un sistema di allocazione, concessione e autorizzazione” per l’uso delle orbite, chiarendo regole e responsabilità per evitare che diventino “proprietà di fatto di soggetti economici privati”.

La convergenza tra spazio, cavi sottomarini e reti terrestri sta ridisegnando l’architettura della connettività globale. Le costellazioni in orbita bassa, i nuovi cross-links e gli approdi su cavi strategici impongono coordinamento, standard e strumenti di gestione avanzati. Senza politiche condivise, congestione orbitale e rischio collisioni possono diventare fattori sistemici; con regole certe, la resilienza della rete può aumentare notevolmente.

AI e quantum come moltiplicatori di resilienza per la rete globale

La strategia per i cavi sottomarini si intreccia con il salto di AI e calcolo quantistico. Butti ricorda la legge italiana sull’AI, la strategia quantum in arrivo e gli accordi con IonQ e D-Wave, condizionati a “tecnologia aperta”, assunzione di ricercatori e presenza in Italia. Il 17 dicembre il Governo presenterà la strategia nazionale in una sorta di “stati generali del quantum”.

L’obiettivo è costruire una “rete delle reti”, in cui AI e quantum potenzino resilienza e capacità. L’intelligenza artificiale può gestire routing adattivo, diagnosi delle anomalie e manutenzione predittiva delle dorsali. Il calcolo quantistico abilita modelli di ottimizzazione, crittografia avanzata e simulazioni complesse utili sia per le reti sottomarine sia per le costellazioni satellitari. Anche la supply chain dei cavi può essere ripensata attraverso algoritmi che riducono tempi e incertezze.

Direct-to-cell, satelliti e il nuovo ruolo degli operatori

Nel quadro della connettività ibrida emerge il direct-to-cell, complemento alla fibra terrestre. “Il problema del direct-to-cell esiste: non è sempre un problema, può essere anche un grande benefici”, commenta Butti. La sperimentazione in Lombardia è un primo banco di prova. Per gli operatori il tema è ridefinire modelli e interconnessioni. Il satellite può sostenere copertura in aree remote, offrire back-up in scenari critici e integrare l’edge nelle reti mobili.

In questo modello, i cavi sottomarini rimangono la dorsale di capacità, mentre la componente satellitare garantisce continuità e raggiungibilità. Le reti mobili diventano programmabili attraverso Api, slice e qualità del servizio on demand, aprendo una competizione centrata su piattaforme, automazione e sicurezza end-to-end.

Europa, governance e criteri di successo: servono capacità operative

“Dobbiamo lavorare meglio a livello europeo”, avverte Butti. L’Europa, dice, “ha un ritardo di consapevolezza su cloud, cavi sottomarini e intelligenza artificiale”. Oggi però dispone di strumenti come l’AI Act e il “nuovo Edih sul cloud”. L’invito è usarli per “parlare di spazio, cavi e nuove tecnologie di connettività, da europei, adesso”.

La flotta di pronto intervento proposta da Butti diventa simbolo di un cambio di passo: ridurre i tempi di riparazione, aumentare resilienza e proteggere asset strategici. Il patto mediterraneo strutturerebbe cooperazione e standard su rotte critiche. La governance delle orbite definirebbe un quadro equo per accesso e responsabilità. L’energia per i data center richiede scelte strategiche coerenti. Tutti elementi che convergono in una visione industriale europea.

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