LA STRATEGIA

Crittografia post-quantistica: la nuova frontiera della cybersicurezza europea



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La Commissione accelera sul fronte della sicurezza digitale con una strategia condivisa e una roadmap operativa per proteggere dati sensibili e infrastrutture, sfruttando al meglio le opportunità aperte dal quantum computing

Pubblicato il 23 giu 2025



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Con l’avvento dell’era quantistica, l’Unione Europea alza il livello della propria difesa digitale. La crittografia post-quantistica (Post-Quantum Cryptography, PQC) è al centro della nuova strategia condivisa dagli Stati membri e sostenuta dalla Commissione Europea, che ha pubblicato una raccomandazione ufficiale e una roadmap operativa per guidare la transizione dei sistemi digitali pubblici e privati verso soluzioni di sicurezza resistenti agli attacchi futuri.

Perché serve una crittografia post-quantistica

L’informatica quantistica promette benefici straordinari in ambiti strategici come la medicina personalizzata, l’intelligenza artificiale, la previsione dei disastri naturali e la lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, lo stesso potere computazionale che la rende rivoluzionaria può essere usato per compromettere i sistemi di sicurezza informatica esistenti. I computer quantistici potrebbero, infatti, decifrare gli attuali sistemi crittografici in tempi molto più rapidi rispetto ai computer tradizionali, aprendo scenari preoccupanti per la riservatezza dei dati e la resilienza delle infrastrutture digitali.

“Con l’ingresso nell’era quantistica, la crittografia post-quantistica è fondamentale per garantire un livello elevato di cibersicurezza,” afferma Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia .

Crittografia post-quantistica: una risposta europea alle minacce emergenti

La Commissione Europea ha pubblicato una raccomandazione dettagliata che incoraggia tutti gli Stati membri a sviluppare un approccio armonizzato alla crittografia post-quantistica. L’obiettivo è duplice: da un lato proteggere la sicurezza dei cittadini, delle economie e delle società europee; dall’altro preservare l’integrità del mercato unico digitale dell’UE.

La crittografia post-quantistica, basata su problemi matematici difficili da risolvere anche per i computer quantistici, è già compatibile con molte infrastrutture digitali esistenti, rendendo possibile una transizione fluida e scalabile. È quindi vista come una soluzione software sostenibile e a basso impatto infrastrutturale.

Roadmap europea: obiettivi e scadenze per la transizione quantistica

Il documento strategico pubblicato dalla Commissione e sviluppato dal gruppo di cooperazione Nis (Network and Information Systems) stabilisce tappe precise:

  • Entro il 2026: tutti gli Stati membri dovranno avviare la transizione alla crittografia post-quantistica nei propri sistemi.
  • Entro il 2030: dovrà essere completato il trasferimento alla PQC per tutte le infrastrutture critiche, come trasporti, energia, finanza, sanità e pubblica amministrazione .

Questa tempistica tiene conto dello sviluppo accelerato dei computer quantistici e della necessità di agire ora per evitare falle di sicurezza nel prossimo futuro.

Il ruolo strategico del gruppo di cooperazione NIS

A supportare questa transizione è il gruppo di cooperazione NIS, organismo previsto dalla Direttiva NIS, che coordina le politiche europee in materia di sicurezza delle reti e delle informazioni. Il gruppo è composto da rappresentanti degli Stati membri, della Commissione Europea e dell’Agenzia dell’UE per la cybersicurezza (Enisa).

Le sue attività includono:

  • Condivisione delle minacce in tempo reale, tramite la rete CSIRTs (Computer Security Incident Response Teams);
  • Coordinamento delle strategie nazionali;
  • Supporto alle campagne di sensibilizzazione e cooperazione transfrontaliera;
  • Supervisione degli sviluppi legati alla protezione dei processi democratici, come le elezioni, attraverso meccanismi congiunti.

Interoperabilità e standard internazionali: una cybersicurezza senza confini

Uno dei pilastri della raccomandazione della Commissione è l’interoperabilità. Sistemi crittografici armonizzati permetteranno ai servizi digitali di funzionare senza barriere tra gli Stati membri, migliorando l’efficienza, la resilienza e la continuità operativa a livello UE.

L’iniziativa si inserisce in un più ampio contesto di cooperazione globale, che include:

Il dialogo transatlantico, attraverso tavoli come l’EU-US Trade and Technology Council e la Cyber Dialogue, dove si discutono soluzioni condivise e interoperabili a livello globale

La selezione e standardizzazione degli algoritmi post-quantistici, anche in collaborazione con ENISA e progetti finanziati dall’UE;

Il dialogo transatlantico, attraverso tavoli come l’EU-US Trade and Technology Council e la Cyber Dialogue, dove si discutono soluzioni condivise e interoperabili a livello globale.

Post-quantum-ready: un’opportunità anche per l’industria e l’innovazione

Oltre alla protezione, la crittografia post-quantistica rappresenta un’opportunità per le imprese europee. L’adozione di soluzioni avanzate di cybersicurezza può diventare un fattore competitivo, in particolare per aziende che operano nei settori dell’healthcare, dei pagamenti digitali, del cloud e dell’intelligenza artificiale.

Grazie alla compatibilità con le infrastrutture digitali esistenti, la PQC consente un upgrade graduale, economico e sostenibile, facilitando l’adozione anche da parte di PMI e startup.

Il principio della sovranità tecnologica e la visione a lungo termine

La Commissione Europea ribadisce l’importanza di garantire sovranità tecnologica e resilienza digitale. L’indipendenza nei settori critici, come la crittografia, non è solo una questione di sicurezza, ma anche di autonomia strategica e competitività globale.

La crittografia post-quantistica è dunque una scelta di visione, oltre che di protezione, che consente all’Europa di governare l’innovazione piuttosto che subirla.

Conclusioni: agire ora per proteggere il domani

La transizione alla crittografia post-quantistica segna una svolta epocale per la cybersicurezza europea. Non si tratta soltanto di aggiornare i protocolli, ma di preparare l’intero ecosistema digitale dell’UE a una nuova era, in cui il potere computazionale può essere sia risorsa che minaccia.

Con una roadmap definita, una governance condivisa e una forte spinta all’interoperabilità, l’Unione Europea si candida a diventare un leader mondiale nella protezione dell’informazione nell’era quantistica.

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