LA PROPOSTA DI LEGGE

Dossieraggio, fino a 10 anni di carcere per l’uso illecito dei dati



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La stretta della Lega: stop al “mercato” delle informazioni frutto della violazione di piattaforme protette da misure di sicurezza. Intanto si allarga l’inchiesta su Equalize: perquisizioni a carico di un manager a Bruxelles

Pubblicato il 14 nov 2024



cyber, cybersecurity, privacy, Gdpr, dati personali

La Lega interviene sulla questione del dossieraggio con una proposta di legge che “mira ad arginare il sempre più preoccupante fenomeno” del “mercato di informazioni sensibili riguardanti soggetti politicamente esposti, imprenditori o semplici privati cittadini operato attraverso la violazione di sistemi informatici protetti“, come si legge nel testo presentato alla Camera con prima firma Simonetta Matone.

La proposta di legge sul dossieraggio affronta il tema della “diffusione non autorizzata di dati o informazioni provenienti da sistemi informatici protetti” e propone la reclusione per gli autori delle violazioni dei sistemi, con pene che possono arrivare fino a dieci anni di carcere.

Allarme dossieraggio, la proposta di legge della Lega

“Chiunque duplica, importa, distribuisce, vende, cede, diffonde o divulga, detiene a scopo commerciale, imprenditoriale o con il fine di farsi dare o promettere utilità o altri vantaggi, oppure diffonde, pubblicizza o faccia comunque uso di dati o informazioni provenienti dalla violazione un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza è punito con la reclusione fino a due anni“, si legge nel testo depositato dalla Lega in Parlamento. “La pena è aumentata se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato”.

“Qualora i fatti – si aggiunge – riguardino dati o informazioni provenienti da sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è, rispettivamente, della reclusione da tre a dieci anni”.

Si allarga l’inchiesta su Equalize

Sempre in tema di dossieraggio, si allarga intanto l’inchiesta su Equalize, la società di business intelligence fondata da Carmine Gallo, ex poliziotto passato alla sfera delle investigazioni private, e guidata da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, già manager di Eur, Vodafone, Regione Lombardia, Sogei e Poste Italiane, mentre Nunzio Samuele Calamucci sarebbe il presunto capo degli hacker del gruppo. Stando alle carte dell’inchiesta milanese sui dossieraggi, una quarta figura, Antonio Rossi, 32 anni, laurea in Economia, un master e un lavoro da manager in una grossa società di revisione, avrebbe avuto l’incarico di creare un “clone” dell’agenzia di investigazione Equalize a Londra.

Rossi, dirigente di una società internazionale (estranea all’inchiesta), è stato perquisito a Bruxelles dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese con la collaborazione dell’autorità belga. Gli sono stati sequestrati pc e altri dispositivi informatici che saranno analizzati. Il Belgio, insieme all’Inghilterra e alla Lituania, dove è stato sequestrato un server, era uno dei fronti esteri dell‘indagine della Dda e della Dna sulle presunte cyber-spie, che avrebbero creato report con informazioni prelevate da banche dati strategiche.

In una delle conversazioni intercettate, Calamucci spiegava a Massimiliano Camponovo, indagato che ha già parlato coi pm di contatti con i servizi e di una “mano oscura”, come fosse intenzionato ad “acquisire” Rossi “nel gruppo di lavoro”, affermando: “Tonino Rossi, stiamo cercando di mandarlo a Londra (…) adesso capiamo se riusciamo a inserirlo dentro da noi, sarebbe perfetto”.

Rossi, secondo i carabinieri, avrebbe avuto anche un ruolo da tesoriere nella “associazione Osint Italia”, avrebbe ottenuto “prestigiose certificazioni in tema di open source intelligence” e sarebbe legato al “gruppo londinese” al centro delle indagini. Il 20 luglio 2023, stando ad un’informativa, Calamucci avrebbe ricevuto da un altro investigatore privato indagato le “credenziali d’accesso” ad un portale che gli inquirenti non hanno potuto identificare con certezza, un “estrattore” di dati “allocato presso un server olandese”. Un “regalo” che, sulla base delle chat, sarebbe stato fatto “anche ad Antonio”.

Intanto, riguardo ad eventuali connessioni tra l’inchiesta sulla presunta violenza sessuale contestata a Leonardo Apache La Russa e le ricerche del gruppo di Equalize sul presidente del Senato e sui figli, potrebbe esserci un passaggio di atti, tra cui tabulati e intercettazioni, da un pool all’altro, dopo l’istanza del legale Stefano Benvenuto. Nulla al momento è stato formalizzato.

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