CYBERSECURITY

Ecco Magala, il botnet che truffa le Pmi

A scoprirlo sono stato i ricercatori di Kaspersky Lab: il virus genera nei computer infettati false visualizzazioni degli annunci di contextual advertising, penalizzando le piccole imprese che scelgono questo sistema per farsi conoscere

Pubblicato il 17 Lug 2017

Ecco Magala, il botnet che truffa le Pmi

Una botnet che è in grado di generare false visualizzazioni degli annunci pubblicitari, generando per chi lo ha creato guadagni fino a 350 dollari per i Pc infettati, e vanificando gli investimenti delle piccole e medie imprese che scelgono il contextual advertising online per farsi conoscere e pubblicizzare i propri prodotti e le proprie soluzioni sul web. A scoprire “la truffa” del “Magala Trojan Clicker” sono stati i ricercatori di Kaspersky Lab.

Il contextual advertising online, si legge in una nota, è un “toccasana” per le piccole imprese che non sono in grado di promuovere in altri modi i propri prodotti e servizi e che non sanno come aumentare l’awareness presso potenziali clienti. Il modo più comune per queste imprese è quello di costruire un canale distributivo e di comunicazione acquistando annunci pubblicitari da società legali. “Se, però, le imprese si rivolgono a società sconosciute che si dimostrano senza scrupoli – si legge nel comunicato di Kaspersky Lab – il risultato può essere quello di perdere il proprio denaro e i propri clienti e di non ottenere alcun annuncio pubblicitario. Questo è esattamente quello che avviene con la botnet Magala”.

Ma come funziona il raggiro? I criminali informatici compromettono i computer con il malware che genera visite false e clic agli annunci e commuta i computer in modalità zombie, oltre a generare un profitto per gli autori del malware. Una volta propagato, “Magala imita i clic utente su una determinata pagina web aumentando il numero di clic agli annunci – spiega la nota di Kaspersky – Le principali vittime sono quelle che pagano l’annuncio, in genere si tratta di piccole imprese che hanno a che fare con inserzionisti disonesti”.

Il vettore di infezione di Magala è abbastanza semplice: si propaga sui computer attraverso siti web compromessi e installa in modo discreto l’adware necessario. Magala quindi contatta il server remoto e richiede un elenco di query di ricerca per il numero di clic che devono essere incrementati. Utilizzando questo elenco, il programma inizia a inviare query di ricerca e a fare clic su ciascuno dei primi 10 link che appaiono nei risultati di ricerca, con un intervallo di 10 secondi tra ciascun clic.

Secondo i ricercatori di Kaspersky Lab, un costo medio per clic (Cpc) in una campagna come questa ammonta a 0,07 dollari mentre il costo per mille (Cpm) ammonta a 2,2 dollari. Teoricamente, una botnet costituita da circa 1000 computer infetti che si collegano a 10 indirizzi di siti web da ciascun risultato di ricerca e eseguono 500 richieste di ricerca senza sovrapposizioni nei risultati di ricerca, potrebbe significare per l’autore del virus un guadagno fino a 350 dollari per ogni computer infetto.

“Anche se questo tipo di frode pubblicitaria è nota da tempo, l’emergere di nuove botnet che si concentrano su questa area indica che c’è ancora una forte richiesta di promozioni di tipo poco legittimo – spiega Morten Lehn, General Manager Italy di Kasperky Lab – Cercando di ridurre i loro costi, le piccole imprese scelgono questa opzione ma ottengono come risultato solo quello di vanificare i propri sforzi per fare pubblicità ai propri servizi. Il successo di Magala è un campanello d’allarme per gli utenti che dovrebbero utilizzare soluzioni di sicurezza solide e mantenere aggiornato il proprio software per non cadere nella trappola dei criminali informatici”.

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