Cybersecurity dinamica, intelligenza artificiale e difesa delle infrastrutture strategiche: sono queste le direttrici lungo cui si gioca oggi la resilienza digitale. E con esse, un tema sempre più centrale: la sovranità dei dati. Lo ha spiegato Matteo Macina, Head of Cyber Security di Tim, intervenendo al Gitex Europe, uno degli appuntamenti più rilevanti a livello internazionale sul futuro della tecnologia.
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Un nuovo approccio alla sicurezza
“La trasformazione digitale ha cambiato profondamente la superficie di attacco delle infrastrutture critiche, che oggi richiedono un nuovo approccio alla sicurezza. Se avessi oggi 100 milioni da investire, li metterei in soluzioni di cybersecurity evoluta, capaci di coniugare visibilità, automazione e protezione in tempo reale”, ha affermato Macina. “L’intelligenza artificiale moderna può essere un alleato formidabile, ma solo se integrata in architetture di difesa che siano trasparenti, adattive e soprattutto resilienti.”
Tre priorità strategiche
Macina ha indicato tra le priorità strategiche la necessità di superare i modelli tradizionali di sicurezza perimetrale, abbracciando una visione basata su Zero Trust e su un paradigma di “Living Security”: un sistema intelligente, in grado di evolvere in funzione delle minacce e delle caratteristiche del contesto. “Serve un approccio in cui l’AI abilita il rilevamento contestuale delle anomalie, il controllo continuo delle policy e una protezione che non si limiti a reagire, ma prevenga e anticipi.”
La sicurezza delle infrastrutture critiche, ha ricordato Macina, richiede una protezione lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi: dai dati ai modelli, fino ai processi decisionali. Tra le vulnerabilità più spesso trascurate, ha citato la mancanza di trasparenza nei modelli AI, gli attacchi ai dati di addestramento, il rischio di model drift e l’assenza di un red teaming strutturato per testare le difese in contesti operativi reali.
Difesa e convergenza
“Le infrastrutture moderne vanno considerate come ecosistemi complessi, dove AI, OT e IT si intrecciano. E la difesa deve riflettere questa convergenza”, ha spiegato. La sfida, in sintesi, non è solo proteggere i sistemi, ma progettare sicurezza nativa, integrata e dinamica, capace di abilitare l’evoluzione digitale senza compromettere affidabilità e sovranità.
Un intervento che ribadisce la posizione di Tim come attore industriale centrale non solo nella connettività, ma nella costruzione di un futuro digitale sicuro, resiliente e sostenibile.