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AI e crittografia, arma a doppio taglio per la sicurezza digitale



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L’intelligenza artificiale rivoluziona la sicurezza informatica, potenziando difese e strumenti d’indagine, ma apre anche a vulnerabilità inedite e a un uso offensivo sempre più alla portata degli attori malevoli. Un mercato in forte espansione corre per proteggere un ecosistema digitale in continua evoluzione

Pubblicato il 24 nov 2025

Maurizio Dècina

Professore Emerito, Politecnico di Milano



intelligenza-artificiale-2, AI nelle telecomunicazioni

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi una delle tecnologie più promettenti, ma anche più ambivalenti, nel contesto della cybersecurity. Da un lato, l’AI consente l’automazione di sistemi di difesa avanzati, migliorando notevolmente la capacità di identificare, prevenire e rispondere a minacce informatiche in tempo reale. Dall’altro lato, però, l’intelligenza artificiale introduce nuove superfici di attacco e vulnerabilità specifiche che rendono i sistemi più esposti, sofisticati e difficili da proteggere.

Tra le principali opportunità offerte dall’intelligenza artificiale nel campo della sicurezza cibernetica c’è la sua applicazione nella realizzazione di strumenti di controllo automatico, difesa e threat intelligence. Algoritmi di machine learning e deep learning possono analizzare enormi volumi di dati per identificare pattern anomali che potrebbero indicare la presenza di attacchi in corso o la compromissione di un sistema. In questo senso, l’AI è in grado di rilevare minacce zero-day, cioè attacchi sconosciuti al momento del loro verificarsi, molto prima che gli strumenti tradizionali possano intercettarli.

Accanto a questi vantaggi, tuttavia, si sviluppano nuove aree di criticità. I sistemi basati su intelligenza artificiale presentano infatti vulnerabilità specifiche, come l’avvelenamento dei dati (data poisoning), il furto di modelli (model stealing) o gli attacchi adversarial, in cui piccoli input manipolati portano a risultati fuorvianti. La protezione dei sistemi AI richiede quindi un approccio olistico che consideri l’intero ciclo di vita del modello, dalla raccolta e validazione dei dati, fino al deployment in ambienti produttivi. È essenziale includere misure di sicurezza nella supply chain dei modelli, nei dataset utilizzati e nelle pipeline di aggiornamento.

Uno dei rischi emergenti più rilevanti è l’uso improprio dell’intelligenza artificiale. Gli stessi strumenti che possono essere usati per rafforzare la sicurezza possono anche essere impiegati da attori malevoli per potenziare attacchi, automatizzare operazioni di phishing o creare contenuti sintetici (deepfake) capaci di trarre in inganno utenti, sistemi biometrici e processi decisionali. Il potenziale offensivo dell’AI impone quindi nuove sfide anche in termini etici, normativi e operativi, poiché è difficile controllarne l’uso improprio con i mezzi tecnici tradizionali. Un’ulteriore dimensione riguarda l’uso dell’AI per la deterrenza. Strumenti di intelligenza artificiale possono supportare attività investigative, analisi forense digitale e il lavoro delle forze dell’ordine per contrastare attività criminali online. In questo ambito, l’AI può rappresentare un alleato strategico per rafforzare le capacità di enforcement e tracciamento, anche in ambienti digitali sempre più complessi e distribuiti.

Nel complesso, vedi la figura sottostante, l’AI agisce come una vera e propria “spada a doppio taglio”, capace di trasformare radicalmente sia le capacità difensive che offensive nel dominio cibernetico. Per affrontare questa sfida è indispensabile sviluppare competenze interdisciplinari che integrino sicurezza informatica, ingegneria dei sistemi intelligenti, etica e governance, al fine di costruire un ecosistema digitale resiliente e affidabile, in grado di massimizzare i benefici dell’intelligenza artificiale senza amplificare i rischi per la sicurezza.

Opportunità e rischi dell’AI nella Cybersecurity

Infine analizziamo il mercato globale della cybersecurity, che è più generale rispetto alle tecnologie crittografiche ora discusse, e che sta attraversando una fase di crescita sostenuta e costante, come dimostrato dal tasso medio annuo di crescita (CAGR, Compound Annual Growth Rate) del 9,7% previsto nel periodo 2024-2032. Tale espansione è una risposta diretta alla crescente sofisticazione delle minacce informatiche, all’aumento dei dispositivi connessi, all’espansione del cloud computing e all’integrazione sempre più diffusa di tecnologie digitali nelle imprese, nei servizi pubblici e nei settori critici.

Secondo Market Data & Forecast Analysis. nel 2024 il mercato delle soluzioni e dei servizi di cybersecurity ha un valore stimato di circa 240 miliardi di dollari, ma si prevede che possa più che raddoppiare, raggiungendo i 500 miliardi di dollari entro il 2032. Questa traiettoria di crescita è sostenuta dalla progressiva digitalizzazione delle organizzazioni, che espone le infrastrutture informatiche a nuovi tipi di attacchi: ransomware, phishing sofisticato, vulnerabilità nei modelli di intelligenza artificiale e nelle piattaforme cloud. La sicurezza non è più vista come un costo, ma come un investimento strategico e imprescindibile per garantire la continuità operativa, la protezione dei dati e la fiducia degli utenti.

Le soluzioni di cybersecurity oggi non si limitano più ai firewall o agli antivirus, ma includono una gamma articolata di servizi e strumenti, dai Security Operation Center (SOC) basati su intelligenza artificiale e machine learning, alle soluzioni di Zero Trust Architecture, fino ai sistemi di autenticazione multifattoriale e di protezione del traffico crittografato. Cresce inoltre la domanda di soluzioni verticali specifiche per settori regolamentati, come quello finanziario, sanitario o delle infrastrutture critiche.

Nel medio-lungo periodo, le dinamiche di crescita del mercato saranno influenzate anche da fattori geopolitici, dalla regolamentazione normativa (come il Cyber Resilience Act in Europa o l’espansione del NIST negli USA), ma anche dalla crescente consapevolezza da parte delle PMI, storicamente meno attrezzate rispetto alle grandi imprese sul fronte della sicurezza digitale. Allo stesso tempo, l’evoluzione delle tecnologie emergenti – come il 5G, il quantum computing e l’IoT – richiederà un costante aggiornamento degli strumenti e delle competenze di cybersecurity.

In sintesi, la cybersecurity rappresenta uno dei pilastri fondamentali della trasformazione digitale e un ambito di investimento prioritario per governi e imprese. Il valore di mercato previsto per il 2032, con una stima superiore ai 500 miliardi di dollari, non è soltanto un indicatore economico, ma il segnale di un cambiamento culturale e tecnologico profondo, in cui la sicurezza diventa una componente nativa di ogni processo digitale, e non più un add-on da implementare in fase successiva.

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