L'INIZIATIVA

Amazon punta due miliardi di dollari sull’edilizia convenzionata

L’obiettivo del gruppo di Jeff Bezos, accusato come altre Big tech di aver fatto lievitare i prezzi degli alloggi nelle città in cui risiedono le sedi operative, è quello di “creare o preservare” oltre 20mila abitazioni a prezzi accessibili negli stati di Washington, Virginia e Tennessee

Pubblicato il 08 Gen 2021

HANDOUT - 24 April 2018, Germany, Berlin: Amazon founder and owner of the "Washington Post", Jeff Bezos (R) sitting onstage with CEO of Springer, Mathias Doepfner, during the Axel Springer award ceremony. According to the media group, the award honours Bezos visionary entrepreneurship in the internet economy and the systematic digitalization strategy of the 140-year-old American newspaper. Photo by: Daniel Biskup/picture-alliance/dpa/AP Images

Amazon ha lanciato un fondo da due miliardi di dollari per “creare o preservare” oltre 20 mila case a prezzi accessibili negli stati di Washington, Virginia e Tennessee. Lo ha annunciato in un comunicato il colosso dell’e-commerce che si è detto pronto a offrire prestiti e sovvenzioni “sottocosto” alle società edili, alle agenzie pubbliche e alle organizzazioni guidate da minoranze intenzionate a partecipare al progetto. Le aree scelte dalla società di Jeff Bezos sono le tre in cui occupa o prevede di avere in tempi brevi almeno cinquemila dipendenti. Amazon da anni viene accusata di comportare un sensibile aumento dei prezzi delle abitazioni nelle zone in cui decide di investire o costruire uno dei suoi hub per lo smistamento merci. A Seattle Amazon occupa 75 mila lavoratori, altri mille sono ad Arlington mentre a Nashville sta costruendo un centro operativo. Si tratta di zone che sono diventate costose tagliando fuori quella parte della popolazione che ci abitava. È il caso soprattutto dell’area metropolitana dello stato di Washington, dove il successo di Amazon ha contribuito a un fortissimo aumento dei prezzi immobiliari.

Come funzionerà il nuovo fondo

Alcune delle unità abitative saranno di nuova costruzione, ma come accennato nel programma Amazon intende anche istituire un fondo per fare in modo che gli attuali alloggi a prezzi accessibili restino tali. Il fondo “contribuirà ad assicurare che le famiglie moderatamente a basso reddito possano permettersi un alloggio in aree urbane ben fornite dal punto di vista dei servizi”. Il primo investimento del suo “Housing Equity Fund“, per un totale di oltre 567 milioni di dollari, renderà disponibili fino a 1.300 appartamenti a prezzi accessibili ad Arlington e mille a Puget Sound attraverso prestiti e sovvenzioni alle autorità locali per l’edilizia. Amazon fornirà anche 125 milioni di dollari in sovvenzioni in contanti alle imprese, alle organizzazioni no-profit e alle organizzazioni guidate da minoranze che affermano di contribuire a sviluppare soluzioni inclusive per la crisi degli alloggi a prezzi accessibili, che pare abbiano un impatto più forte sulle comunità di colore.

Le iniziative avviate dalle altre Big Tech

Amazon d’altra parte non è la sola a cimentarsi in un’iniziativa del genere. La stessa accusa rivolta al gruppo di Jeff Bezos è mossa ad altri colossi della Silicon Valley, corsi ai ripari annunciando investimenti analoghi. Google si è impegnata a investire un miliardo di dollari nell’immobiliare dell’area di San Francisco. Apple ha invece staccato un assegno da 2,5 miliardi per alleviare la crisi immobiliare in California, dove i prezzi sono schizzati alle stelle proprio con Big Tech. Facebook ha varato un programma da un miliardo in case popolari nell’area limitrofa alla Silicon Valley, una delle più costose degli Stati Uniti. Microsoft ha invece lanciato un’iniziativa da 750 milioni di dollari simile a quella di Amazon. Il colosso di Redmond ha infatti messo a disposizione milioni di dollari in finanziamenti per case immobiliari, alcuni a tassi inferiori a quelli di mercato, impegnandosi allo stesso tempo a reinvestire i guadagni sui prestiti in ulteriori finanziamenti con l’obiettivo di creare così un circolo virtuoso.

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