STRATEGIE

Apple non teme la guerra dei dazi e punta tutto sulla Cina

L’iPhone X non risente delle sanzioni e spopola nel Paese del Dragone. Il ceo Tim Cook: “Lì siamo impegnati dalla produzione allo sviluppo diventando una parte fondamentale della comunità locale”

Pubblicato il 03 Mag 2018

A. S.

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I numeri da record dell’ultima trimestrale di Apple riferiti agli smartphone hanno per il Ceo Tim Cook un significato preciso: “Molti più consumatori hanno un iPhone e lo stanno usando – spiega in un’intervista a Jim Cramer e Josh Lipton di Cnbc – Lo si dimentica spesso, ma tanti iPhone sono venduti a nuovi utenti, che passano da un marchio diverso o ne acquistano uno per la prima volta. Per quanto sembri strano, sono ancora tante le persone nel mondo che comprano uno smartphone per la prima volta”.

Tra le evidenze più importanti per la casa di Cupertino c’è il successo che il marchio sta riscuotendo in Cina, nonostante i venti di guerra commerciale che soffiano tra Washington e Pechino: “Lo scorso trimestre iPhone X si è laureato smartphone più popolare nel Paese. Il nostro top di gamma in Cina è lo smartphone più popolare. I trend della domanda prevedono una crescita del 21% alimentata da iPhone, Mac e servizi”.

Sulle tensioni commerciali tra i due Paesi Cook ostenta ottimismo: “Tra Cina e Stati Uniti c’è un legame inscindibile – sottolinea – Gli Usa possono vincere solo se vince la Cina, e viceversa. E il mondo può vincere solo se vincono entrambi. Se andiamo indietro nella storia, le nazioni più inclini all’apertura danno il meglio, e lo stesso vale per le civiltà. Questo modello si è ripetuto nei secoli, e penso che entrambi i Paesi ne siano consapevoli. Per questo sono ottimista”.

Ma come si spiega il successo di Apple nel paese asiatico? “Facciamo tanto in Cina – spiega Cook – dove alimentiamo i nostri impianti al 100% con energia rinnovabile, e in questo siamo un’eccezione. E abbiamo incoraggiato più di un milione e mezzo di sviluppatori a programmare app per l’app store. Nel Paese siamo impegnati dalla produzione allo sviluppo, e siamo ormai diventati una parte fondamentale della comunità locale”.

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