L'OSSERVATORIO

Application management: imprese verso svolta digitale, frena il gap di skill

L’84% delle aziende italiane ha avviato progetti di riorganizzaione delle direzioni IT, ma una su sue lamenta mancanza di competenze interne e dei fornitori. Aumenta la spesa media. La fotografia dell’Osservatorio Enterprise Application Governance del Polimi

Pubblicato il 10 Nov 2017

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Ci sono i progetti ma mancano le competenze. L’84% delle medie e grandi imprese italiane ha in atto un percorso di trasformazione della propria Direzione IT ma una su due lamenta scarse competenze. Lo rileva ricerca dell’Osservatorio Enterprise Application Governance, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano

In particolare, il 44% delle organizzazioni sta introducendo nuovi processi, metodologie e strumenti di lavoro per una migliore collaborazione tra le figure coinvolte nei progetti, il 39% sta adottando nuove modalità di lavoro con il business, il 35% delle aziende sta intraprendendo una profonda azione di revisione organizzativa e il 34% sta inserendo nel proprio staff nuove figure e competenze. Soltanto il 16% (era il 25% un anno fa) è ancora immobile e non sta facendo nulla per adeguare la propria struttura alla trasformazione digitale in corso.

Fra gli interventi messi in atto dalle imprese, cresce la diffusione della metodologia di lavoro “Agile”, che permette di gestire i progetti di trasformazione digitale garantendo flessibilità, velocità e adattabilità al contesto. Più di un’azienda su due (il 53%) utilizza questa metodologia, mentre solo il 20% non la impiega ancora in nessun progetto. Tuttavia, soltanto il 2% dichiara di gestire tutti i progetti IT in modalità “Agile”, mentre ben il 27% si trova ancora in una fase di valutazione e sperimentazione. Come motivazione all’utilizzo dell’“Agile” il 54% delle imprese indica la maggiore rapidità di risposta alle richieste della linea di business, il 32% la riduzione dei tempi di esecuzione e il 31% la maggiore flessibilità alle richieste di modifica. La scarsa conoscenza e competenza interna all’azienda (49%) e la mancanza di disponibilità e competenze adeguate da parte dei fornitori (32%) sono invece i principali ostacoli alla piena adozione, seguite dalla resistenza interna al cambiamento dei dipartimenti IT (27%) e del business (24%).

L’investimento medio in sviluppo di applicazioni aziendali e digitalizzazione dei processi è pari al 24% della spesa IT, contro il 19% dello scorso anno. Un aumento che indica la consapevolezza della necessità di investire per modernizzare e far evolvere la propria struttura informativa per rispondere alle sfide della rivoluzione digitale e intercettare i principali trend di sviluppo nel medio e lungo periodo. Fra i trend funzionali emergenti il 63% delle Direzioni IT considera la Collaboration quello più rilevante e strategico per il futuro. Seguono la Mobility (59%), la Data Intelligence e la User Experience (53%), il Pervasive Computing (37%) e la Open Application (30%).Cresce la consapevolezza e crescono anche gli investimenti nella Enterprise Architecture: il 77% delle aziende investe in maniera significativa in iniziative di razionalizzazione dell’architettura applicativa, mentre solo il 23% dedica quote ancora marginali o nulle del budget a questa funzione.

“Rispetto alla precedente rilevazione, sono cresciute sia la consapevolezza della necessità di mettere a punto modelli organizzativi in grado di supportare al meglio le imprese nella sfida della trasformazione digitale sia la quota di spesa IT destinata al miglioramento delle applicazioni aziendali – commenta Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Enterprise Application Governance –. Tuttavia, il fatto che le imprese indichino tra gli ostacoli la carenza di competenze adeguate e la resistenza interna al cambiamento dimostra che nel complesso la situazione italiana vede ancora un certo ritardo e molti tentennamenti”.

“La sfida più importante del cambiamento è quella organizzativa all’interno delle aziende che vogliono che la trasformazione digitale diventi un fattore competitivo. La chiave è la collaborazione interna fra IT e le Line of Business, indispensabile per cogliere realmente i benefici delle metodologie Agile: la governance del digitale non può che essere trasversale all’organizzazione”, avverte Marco Mazzucco, Ricercatore Senior dell’Osservatorio Enterprise Application Governance.

Le imprese dimostrano di essere pronte a investimenti importanti per adeguare la propria architettura applicativa. Il 25% delle aziende, infatti, destina molte risorse in iniziative di razionalizzazione ed evoluzione dell’architettura, il 52% investe abbastanza, il 19% investe poco e solo il 4% dedica quote marginali di budget o non investe affatto in queste funzioni.Le imprese intervistate dichiarano però una scarsa diffusione delle competenze di enterprise architecture: soltanto il 44% dichiara che sono molto (9%) o abbastanza (35%) presenti in azienda, mentre per il 56% la loro diffusione è limitata (46%) o nulla (10%). Non a caso il 27% del campione inserisce la mancanza di competenze all’interno delle Direzioni IT fra i principali impedimenti al miglioramento della propria architettura applicativa, insieme alla difficoltà di reperire le competenze necessarie sul mercato (21%), al ridotto impegno del management (46%), alla mancanza di budget (40%) e alla resistenza dei team di progetto (15%).

Quali sono i benefici di una corretta gestione dell’Enterprise Architecture aziendale? Secondo il 62% delle imprese coinvolte nella ricerca il principale effetto positivo è la capacità di rendere il sistema informativo più flessibile e pronto per rispondere alle richieste di Business. Seguono la possibilità di fornire un indirizzo strategico e uniforme alle differenti scelte architetturali (51%), la riduzione della complessità del parco applicativo (34%), la riduzione dei costi di gestione dell’IT (22%) e la possibilità di migliorare il controllo e la conoscenza dell’IT sul proprio parco applicativo (18%).

Me quali sono i trend che stanno facendo evolvere le applicazioni?

Collaboration: La Collaboration è stata indicata dal 63% dei CIO intervistati come il trend di maggior impatto sull’evoluzione dell’architettura informativa aziendale. Questo aspetto è un elemento che riguarda in maniera trasversale tutti i processi aziendali e interessa le Direzioni IT perché una più razionale collaborazione fra le diverse unità, i fornitori e i clienti, consente di migliorare la produttività e la gestione di informazioni e attività.

Mobility: La Mobility, scelta dal 59% dei CIO intervistati, si piazza al secondo posto fra i trend emergenti più rilevanti, in leggera flessione rispetto alla ricerca 2016 (64%). La mobility sfrutta le caratteristiche innovative dei nuovi dispositivi mobili, come sensoristica e geolocalizzazione, per condividere in modo più efficace e in tempo reale le informazioni con soggetti esterni all’azienda, che diventano parte integrante dei processi.

Data Intelligence: In terza posizione fra i trend di maggior impatto si colloca la Data Intelligence, l’aspetto cresciuto maggiormente rispetto alla scorsa rilevazione (53%, +11% sul 2016). Le possibilità di applicazione e i benefici per le aziende sono potenzialmente molto rilevanti: sfruttando la mole di dati prodotta dai processi di business, dai prodotti, dagli utenti o da realtà esterne, è possibile costruire modelli di analisi predittiva in grado di migliorare i processi decisionali, automatizzare molte attività e generare nuova conoscenza.

User Experience: La User Experience, col 53% delle preferenze, condivide il terzo gradino del podio con la Data Intelligence. L’esperienza d’uso ha l’obiettivo di rendere le applicazioni meno complesse e più intuitive, velocizzare i tempi necessari a svolgere determinate operazioni, riducendo così gli errori e gli interventi formativi sul personale. Mentre nel 2016 questo trend era indicato rilevante dal 61% del campione, oggi viene considerato come un dato acquisito, grazie anche all’evoluzione dell’offerta, e quindi meno determinante.

Pervasive Computing: Il trend del Pervasive Computing, indicato dal 37% del campione (contro il 33% del 2016), si posiziona a grande distanza dal podio. Questo aspetto è legato non solo alla sempre maggiore disponibilità di oggetti “smart” connessi, in grado di raccogliere dati, ma anche all’abilitazione di nuovi modelli di business grazie all’aggiunta ai prodotti di componenti digitali che garantiscono nuove forme di automazione nei processi.

Open Application: L’ultimo trend per ordine di importanza, indicato da meno di un CIO su tre (il 30%, contro il 36% del 2016), è l’Open Application. Costruire una Open Application significa avere processi di business sempre più interconnessi, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, che si arricchiscono con apporti esterni. Per raggiungere lo scopo, i sistemi informativi aziendali devono essere flessibili, scalabili e aperti all’integrazione con altre applicazioni.

Nonostante l’accresciuta consapevolezza e le numerose iniziative volte a migliorare la Digital Governance, quasi un’impresa su tre (32%) si trova ancora in una fase iniziale di impostazione del percorso. Fra queste, ad esempio, il 56% ancora non prevede meccanismi “Agile” di gestione dei progetti. Il 23% del campione intervistato, invece, ha attivato iniziative focalizzate e, fra queste, il 39% sta sperimentando metodologie “Agile” nella gestione dei progetti. Un altro 29% sta raggiungendo un buon livello di maturazione su tutti gli assi di evoluzione della governance, con l’utilizzo delle metodologie “Agile” almeno nei progetti più innovativi e investimenti rilevanti nell’evoluzione delle architetture enterprise.

Infine, il 16% delle imprese oggetto dell’indagine presenta una governance ormai consolidata, con una buona padronanza delle metodologie Agile, utilizzate nel 48% dei casi come pratica comune nella gestione dei progetti.

“La trasformazione digitale è ormai pervasiva in tutti i settori e richiede strumenti e competenze per essere governata, ed in prospettiva le sfide saranno, se possibile, ancora maggiori” avverte Alessandro Piva, Direttore dell’Oss. Cloud & ICT as a Service “La progressiva diffusione dell’intelligenza artificiale potrebbe portare ad un aumento del gap tra chi utilizza le tecnologie e chi è realmente in grado di comprenderle e sfruttarle: identificare modelli di governance per gestire queste opportunità diventerà quindi ancora più imprescindibile e necessario”.

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