Sui chip per l’intelligenza artificiale si infiamma la competizione tra Google e Nvidia, il colosso dei processori che ha toccato lo storico tetto dei 5.000 miliardi di dollari di valutazione di mercato lo scorso ottobre proprio grazie al boom dell’Ai. Ma che ora brucia centinaia di miliardi a Wall Street alla notizia che Meta, suo cliente, sta valutando anche l’utilizzo dei chip di Google per le applicazioni di intelligenza artificiale.
Dopo la diffusione della notizia, infatti, Nvidia è calata a Wall Street di oltre il 6,5%, mentre le azioni di Alphabet sono salite di oltre il 4% nelle contrattazioni pre-mercato, proiettandola la società verso il record storico della sua valutazione di Borsa di 4.000 miliardi di dollari. Anche le azioni di Broadcom, l’azienda che aiuta Google a realizzare i suoi chip Ai, hanno guadagnato il 2%.
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Google sfida Nvidia nei chip per l’Ai
Google sta imprimendo un’accelerazione alla corsa globale sull’intelligenza artificiale, mettendo sotto pressione OpenAI sul fronte dei modelli generativi e Nvidia su quello dei chip.
A inizio novembre l’azienda ha lanciato Gemini 3, presentato come il suo modello AI più evoluto e addestrato sulle proprie Tpu, non sulle Gpu Nvidia. Secondo Axios, Gemini 3 ha ottenuto benchmark superiori a Gpt-5.1 in diversi ambiti grazie anche all’integrazione immediata nell’ecosistema Google, da Search con modalità Ai ad Android. A questo si aggiunge il fatto che Big G dispone di una mole di dati gigantesca proveniente da diverse aziende del suo gruppo, come YouTube.
Tuttavia, non tutti gli esperti sono convinti della solidità del modello di Google che, come i suoi concorrenti, è soggetto alle tanto temute “allucinazioni”. Ma intanto Big G spinge la sua offerta alternativa a OpenAI e pressa Nvidia sui chip.
I media Usa riferiscono che Google starebbe proponendo alle grandi imprese l’adozione dei propri Tpu, i chip proprietari già utilizzati nei data center Google Cloud: Meta sarebbe tra i potenziali clienti.
Meta in trattative con Google sui chip per data center
Meta ha confermato le trattative in corso con Google: l’intenzione della piattaforma social è di investire miliardi di dollari sui chip di Alphabet da utilizzare nei suoi data center a partire dal 2027.
Secondo i media Usa, i colloqui prevedono anche che Meta noleggi chip da Google Cloud già a partire dal prossimo anno.
Google è in effetti impegnata in un’aggressiva strategia con cui cerca di convincere i clienti ad adottare nei propri datacenter le sue unità di elaborazione Tpu per i carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale (accanto alle Gpu di Nvidia).
Espandere il mercato dei suoi chip, secondo alcune analisi, permetterebbe a Google Cloud di catturare fino al 10% del fatturato annuale di Nvidia, una fetta del valore di miliardi di dollari. L’ultima trimestrale del chipmaker ha, infatti, evidenziato un fatturato di 57 miliardi di dollari, nonché profitti per 31,9 miliardi di dollari con un aumento del 65% su base annua. L’azienda ha annunciato di prevedere una crescita ancora più forte per il prossimo trimestre, trainata dalla robusta domanda di chip e di piattaforme per l’intelligenza artificiale.
Nvidia replica: “I nostri chip una generazione avanti”
Pronta la risposta di Nvidia alle pressioni di Google e alle vendite su Wall Street: l’azienda ha dichiarato che la sua tecnologia rimane una generazione avanti rispetto a quelle rivali.
“Siamo entusiasti del successo di Google: hanno fatto grandi progressi nell’intelligenza artificiale”, ha scritto Nvidia in un post su X. “Nvidia è una generazione avanti rispetto al settore: è l’unica piattaforma che esegue ogni modello di intelligenza artificiale e lo fa ovunque si svolga l’elaborazione”. Come a dire: il predominio dell’azienda nell’infrastruttura di intelligenza artificiale non è sotto minaccia.
Nel suo post, Nvidia ha affermato che i suoi chip sono più versatili e potenti rispetto ai cosiddetti chip Asic, come le Tpu di Google, progettati per una singola azienda o funzione. L’ultima generazione di chip di Nvidia è chiamata Blackwell.
Nvidia, secondo le stime degli analisti, detiene oltre il 90% del mercato dei chip per l’intelligenza artificiale con i suoi processori grafici, ma i chip di Google hanno ricevuto crescente attenzione nelle ultime settimane come valida alternativa ai Blackwell, che sono potenti ma costosi.
Sul mercato c’è posto per due player
A differenza di Nvidia, Google non vende i suoi chip Tpu ad altre aziende, ma li utilizza per attività interne e consente alle aziende di noleggiarli tramite Google Cloud.
“Stiamo riscontrando una domanda crescente sia per le nostre Tpu personalizzate che per le Gpu Nvidia”, ha dichiarato un portavoce di Google in una nota. “Ci impegniamo a supportare entrambi, come facciamo da anni”.
Il ceo di Nvidia, Jensen Huang, ha parlato della crescente concorrenza nel settore delle Tpu durante una conference call sui risultati finanziari all’inizio di questo mese, sottolineando che Google è comunque un cliente delle Gpu di Nvidia e che Gemini può funzionare sulla tecnologia Nvidia.
Google Cloud, Microsoft, Oracle, xAI e OpenAI sono tutti partner di Nvidia per i progetti Ai. Anche Anthropic sta espandendo la sua piattaforma con l’infrastruttura di Nvidia. Nuove collaborazioni del chipmaker includono Intel, Arm, Nokia e Palantir Technologies.
Di recente Nvidia ha presentato al pubblico le sue nuove Gpu GeForce Rtx serie 50 basate sull’architettura Blackwell, che offrono significativi progressi in termini di prestazioni ed efficienza energetica sia per i mercati desktop che per quelli laptop, ha lanciato il processore BlueField-4 per data center di intelligenza artificiale, nuove soluzioni di networking e la sua piattaforma Omniverse Dsx per la gestione di datacenter di intelligenza artificiale su scala gigawatt.








