Una rete di servizi cloud interoperabili, in cui le risorse sono scambiate e condivise tra più fornitori di cloud, che non raggiungono singolarmente le dimensioni dei “giganti” internazionali che dominano il mercato globale ma che, tramite un approccio federato, garantiscono maggiore capillarità infrastrutturale e maggiore presidio “dell’ultimo miglio commerciale”. In tal modo si nutre un ecosistema variegato e capace di soddisfare le diverse esigenze del mercato, creando uno spazio per servizi cloud in un ambiente sicuro, integrato e cooperativo.
È questa la sfida del cloud federato, sostenuta con convinzione dalle in-house Ict delle pubbliche amministrazioni in tutta Italia, e dai player locali, pronti a dare il loro contributo verso sfide fondamentali per il futuro del Paese, come quello dell’edge cloud e dei riflessi che avrà sul futuro del Polo Strategico Nazionale.
Indice degli argomenti
Collaborazione in primo piano
L’obiettivo finale del cloud federato è di democratizzare il panorama dell’infrastruttura digitale, promuovendo l’interoperabilità e la collaborazione. Per raggiungere questi obiettivi, giocano un ruolo cruciale le tecnologie open-source, le uniche che, oltre a garantire una continua innovazione, permettono di abbassare le barriere d’ingresso per i nuovi fornitori di cloud e per gli utenti finali che cercano di migrare tra le piattaforme senza penalità.
Il ruolo dei piccoli operatori
DI questi temi abbiamo già parlato su CorCom con un approfondimento sulle prospettive del cloud federato e con un’intervista a Pietro Pacini, presidente di Assinter. Ora è il momento di approfondire il punto di vista degli operatori cloud locali, impegnati con la loro presenza ad espandere la portata geografica e tecnologica dei servizi Cloud nel Paese, oltre che a offrire agli utenti una possibilità di scelta più ampia e magari “personalizzata” sulle singole esigenze, da quelle di conformità fino ad arrivare alle prestazioni e ai costi.
Il consorzio TOP-IX
Il Consorzio TOP-IX, acronimo di TOrino Piemonte Internet eXchange, è una realtà no-profit fondata nel 2002 con sede a Torino, nata per sostenere lo sviluppo della rete Internet e dell’innovazione digitale nell’area del Piemonte e, più in generale, nel Nord-Ovest dell’Italia. Il consorzio gestisce un Internet Exchange Point (IXP), (punto di interconnessione dove fornitori di servizi Internet, enti pubblici, aziende tecnologiche, content provider possono scambiarsi direttamente il traffico dati).
Nel corso degli anni, TOP-IX ha ampliato notevolmente la sua missione, affiancando all’attività tecnica di interscambio dati un impegno più ampio a sostegno dell’ecosistema dell’innovazione, promuovendo e sostenendo numerosi progetti sperimentali e applicazioni digitali nei campi del cloud computing, dei big data, della blockchain e dell’intelligenza artificiale, in collaborazione con startup, università, enti di ricerca e pubbliche amministrazioni.
Tra i progetti sostenuti da TOP-IX, che si propone come uno dei player di primo piano su scala nazionale per l’implementazione del cloud federato, c’è il progetto Fulcrum (nell’immagine un particolare della grafica del progetto), una federazione internazionale che vede collaborare fianco a fianco due degli attori principali del mondo della connettività: gli internet exchange point e i cloud provider.
Fulcrum, la federazione tra cloud provider e Internet exchange
L’iniziativa ha una forte base tecnologica puntando su un nuovo paradigma infrastrutturale federato, quindi distribuito e non centralizzato, e sul favorire la complementarità e la collaborazione attraverso un canale di distribuzione integrato e disintermediato piuttosto che la mera competizione tra fornitori di diverse dimensioni, ma basati sullo stesso modello centralizzato.
L’obiettivo è di arrivare a creare – con l’educazione e l’impegno della comunità – un ecosistema cloud interconnesso, interoperabile e resiliente, democratizzando le competenze cloud e promuovendo l’innovazione.
Obiettivi perfettamente in linea, spiegano i promotori dell’iniziativa, con quanto emerge dal rapporto del World Bank Group “Advancing Cloud and Data Infrastructure Markets. Strategic Directions for Low- and Middle-Income Countries”.
InterCloud Exchange Foundation e computing Exchange Market
Le due assi portanti del progetto Fulcrum sono l’InterCloud Exchange Foundation (ICX) e il Computing Exchange Market (CEM). Il primo è la “stanza del consenso” in cui vengono definiti i framework open-source per la federazione delle infrastrutture. Framework che saranno poi supportati e implementati all’interno del Computing Exchange Market, piattaforma di intermediazione e di scambio di risorse infrasrutturali, che adotta soluzioni concordate e definite all’interno della ICX.
I benefici di Fulcrum
Il sistema, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe portare ad abilitare capacità di “roaming” infrastrutturale grazie a integrazioni tecnologiche dinamiche tra i vari asset cloud su scala internazionale, proprio come è successo in Europa nel campo delle tlc mobili. Grazie a questa dinamica, secondo la strategia alla base del progetto, sarà possibile mitigare i rischi legati alla concentrazione del mercato, permettendo ai fornitori piccoli e medi di offrire servizi specializzati che completano le offerte dei grandi attori.
In tal modo l’ecosistema cloud potrà mettere in campo in modo “naturale” un’ampia gamma di soluzioni “sartoriali”, in risposta alle singole esigenze di mercato. Accanto a questo nuovo paradigma tecnologico si sviluppa un nuovo modello di canale distributivo dei servizi Cloud ed infrastrutturali tale per cui i partecipanti possono integrare, comporre ed abilitare le offerte altrui attraverso la loro infrastruttura, pubblicando le relative offerte sul proprio canale di distribuzione.
Una soluzione complementare al modello centralizzato dei “Big player”
Lo scopo principale di Fulcrum, in altre parole, è di mettere a disposizione degli utenti un’alternativa tecnologica complementare ed un canale di distribuzione capillare, integrabile anche con i grandi player di mercato, ma molto piú ricco e completo, che offra di default la compliance rispetto alle normative in vigore in Europa, partendo dal Data Governance Act per arrivare all’AI Act.
Con la sua flessibilità, Fulcrum intende contribuire, inoltre, a fornire soluzioni il più possibile “sartoriali” rispetto alle esigenze dei singoli clienti e alle loro possibilità di investimento, garantendo la totale sovranitá del dato.
Un approccio, in sostanza, che consentirà ai fornitori di cloud europei non solo di preservare, ma potenzialmente di aumentare le loro quote di mercato mitigando, i lock-in tecnologici e commerciali.
Camiciotti (TOP-IX): “Federare le infrastrutture ed espandere i mercati”
Tra i promotori e i fondatori del progetto Fulcrum c’è Leonardo Camiciotti, direttore esecutivo del Consorzio TOP-IX: “Con il progetto Fulcrum – spiega a CorCom – si intende valorizzare la preziosa capillarità, tipica del mercato Europeo, dei fornitori di servizi cloud, che costituiscono la necessaria interfaccia ’sartoriale‘ per favorire l’adozione delle soluzioni cloud da parte delle piccole e medie imprese, presupposto necessario per una crescita economica robusta ed equa”.

“Pertanto, l’approccio federato, proponendosi come soluzione in grado di integrarsi con le soluzioni leader nel settore – conclude Camiciotti – è l’unico approccio alternativo possibile per mitigare eccessive concentrazioni di mercato, garantendo però prestazioni, sicurezza e conformità alle norme allo stato dell’arte ed un’espansione del portafoglio servizi e della copertura geografica degli operatori piccoli e medi. Volendo usare uno slogan, Fulcrum nasce per federare infrastrutture ed espandere i mercati”.