La maggior parte delle implementazioni su larga scala di Ran cloud-native affrontate dalle società di telecomunicazioni Tier 1 si basa attualmente su Ran virtualizzate (vRan ) single-vendor: ovvero, tutte o la maggior parte delle parti dello stack sono fornite da un singolo provider, con un utilizzo più o meno limitato di interfacce compatibili con l’architettura Open Ran. Tuttavia, gli operatori stanno implementando la vRan in modi innovativi che preservano molti dei vantaggi della Ran aperta.
A dirlo l’ultimo aggiornamento dell’osservatorio Stl Partners sullo stato di sviluppo del cloud in ambito telco, che esamina le implementazioni di funzioni di rete virtualizzate e infrastrutture in network attivi durante il 2024 e il primo trimestre del 2025. Secondo l’analisi, per l’appunto, la maggior parte delle Ran virtualizzate avviene in base a un approccio caratterizzato da un’apertura multi-vendor limitata.
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Interoperabilità e virtualizzazione possono andare di pari passo
“Chi punta su una rete aperta e disaggregata sta implementando la vRan con logiche che almeno sfruttano alcuni dei vantaggi dell’architettura Ran aperta“, afferma David Martin, analista senior e autore dello studio.
Il rapporto approfondisce anche lo sviluppo e l’implementazione di piattaforme vRan e Ran aperte che possono essere trasferite su più livelli CaaS (Container as-a-service). Martin sostiene che le componenti basate sul cloud della Ran aperta siano state relativamente trascurate, mentre tutta l’attenzione è stata rivolta all’integrazione di CU/DU (Centralized Unit e Distributed Unit) e radio di diversi fornitori e alle sfide prestazionali dell’hardware commerciale disponibile.
Ora, tuttavia, la maggior parte dei fornitori di vRan e Ran aperta può dimostrare l’interoperabilità delle proprie piattaforme su più livelli di virtualizzazione; mentre “la mancanza di interoperabilità tra i cloud potrebbe rivelarsi uno svantaggio a lungo termine per Ericsson“, afferma Martin.
Il nuovo ruolo del cloud pubblico
Le piattaforme dei fornitori di vRan variano considerevolmente in termini di apertura multi-vendor delle diverse parti del loro stack, e il rapporto analizza in dettaglio i modi in cui le principali implementazioni delle aziende di telecomunicazioni cercano di utilizzare ed estendere le funzionalità aperte di tali piattaforme per una maggiore flessibilità, apertura multi-vendor e interoperabilità. “Ora vi sono sempre più prove che dimostrano la possibilità di eseguire carichi di lavoro Ran su larga scala sul cloud pubblico”, precisa Martin. Ad oggi, si tratta di implementazioni ibride: in parte private e in parte pubbliche, e spesso anche di un ibrido di diversi livelli di virtualizzazione tra cloud privati e pubblici.
Come si è evoluto l’approccio all’Open Ran
Agli albori del progetto Open Ran, l’attenzione si è concentrata principalmente sulle sfide legate all’integrazione di radio e software in banda base di diversi fornitori e all’ottimizzazione dell’hardware commerciale disponibile per supportare i carichi di lavoro Ran, evidenzia il rapporto Stl Partners. Ciò ha comportato che relativamente poca attenzione sia stata dedicata al livello di virtualizzazione e la questione su quale livello cloud le funzioni Ran aperte dovessero essere eseguite è probabilmente passata inosservata.
All’epoca, il settore nutriva dubbi sulla possibilità di superare queste sfide di integrazione e prestazioni, o almeno sulla loro facilità, sui costi e sui tempi previsti. Ora, il settore è concorde sul fatto che tali sfide tecniche abbiano trovato risposta grazie ai numerosi test e progetti pilota che hanno coinvolto ecosistemi Ran aperti multi-vendor, dichiarati un successo.
Anche la tardiva adozione dell’Open Ran da parte di Ericsson e Nokia è indicativa, sebbene le loro piattaforme “Ran cloud” non siano probabilmente conformi alla visione di un Ran aperto multi-vendor puro, dice sempre lo studio. “Mentre si affrontavano queste sfide, era opinione diffusa che la Ran aperta potesse avere successo solo se gestita su cloud e infrastrutture hardware di telecomunicazioni private”.
Secondo la vulgata, in altre parole, il cloud pubblico non era in grado di supportare adeguatamente i carichi di lavoro della Ran, con i suoi rigorosi requisiti di capacità di elaborazione, bassa latenza e affidabilità. “È quasi come se il settore avesse dimenticato che la Ran aperta non è solo una proposta disaggregata e multi-vendor, ma intrinsecamente una strategia cloud”, chiosa Martin.