Agcom ha approvato gli esiti della consultazione pubblica sulla ricognizione delle condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche alle content delivery network (Cdn) per la distribuzione dei contenuti via Internet.
Il via libera, si legge in una nota, è arrivato dal Consiglio dell’Autorità in occasione della riunione dello scorso 30 luglio.
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I risultati della consultazione
Gli esiti della consultazione, che ha visto la partecipazione di 27 stakeholder, “hanno confermato la riconducibilità delle Cdn nell’alveo della definizione di rete di comunicazione elettronica di cui all’articolo 2 del Codice delle comunicazioni elettroniche, con conseguente applicazione del regime di autorizzazione generale”.
La delibera (207/25/Cons), approvata con il voto contrario della commissaria Giomi, ricostruisce il quadro normativo vigente nonché le modalità di distribuzione del traffico attraverso le diverse tipologie di Cdn, evidenziando le principali relazioni tra i Content and Application Provider, i Cdn provider e gli operatori di comunicazione elettronica, volte a ottimizzare la distribuzione dei contenuti. Tali relazioni assumono particolare rilevanza nel caso delle applicazioni che comportano un elevato carico di traffico simultaneo sulle reti, come nel caso del live streaming.
Il Consiglio dell’Autorità ha anche disposto di trasmettere il provvedimento adottato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per i seguiti di competenza.
La consultazione pubblica avviata a marzo
L’obiettivo del procedimento di consultazione pubblica avviato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con il Consiglio del 6 marzo era quello di effettuare una ricognizione delle condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche alle infrastrutture per la distribuzione dei contenuti via Internet.
L’approfondimento traeva “origine dal posizionamento dell’Autorità adottato con l’atto di indirizzo per il corretto dimensionamento e la dislocazione geografica della rete di distribuzione delle partite di calcio di Serie A per le stagioni 2021-2024 in live streaming (delibera n. 206/21/Cons), e dalle successive attività di vigilanza e di confronto con il mercato”.
Il documento posto in consultazione pubblica ricostruisce le modalità di distribuzione del traffico attraverso le diverse tipologie di Cdn, evidenziando le principali relazioni tra i Content and Application Provider, i Cdn provider e gli operatori di comunicazione elettronica, volte a ottimizzare la distribuzione dei contenuti. “Tali relazioni”, sottolinea l’authority, “assumono particolare rilevanza nel caso delle applicazioni che comportano un elevato carico di traffico simultaneo sulle reti, come nel caso del live streaming”.
I soggetti interessati hanno avuto 30 giorni di tempo per far pervenire all’Autorità le proprie osservazioni in relazione alle condizioni individuate nel documento in consultazione, che puntano a uniformare il regime autorizzatorio dei content application provider e dei content delivery network provider con cache installate sul territorio nazionale, nel caso di interconnessione alle reti pubbliche di comunicazioni elettroniche degli Internet Service Provider.
Il confronto con la Commissione europea
Sempre in merito alle Cdn, qualche giorno fa, Agcom aveva risposto alla consultazione della Commissione Ue sul Digital Networks Act, mettendo in guardia contro modifiche radicali al quadro regolatorio europeo attuale.
Secondo l’Autorità, la situazione degli investimenti nelle infrastrutture digitali nell’Unione europea e la copertura delle reti Ftth non è così negativa da giustificare nuovi obiettivi settoriali o una trasformazione radicale del quadro normativo in vigore. In questo senso, si legge nel documento, “un eventuale cambiamento drastico del regime regolatorio potrebbe generare effetti collaterali indesiderati, in particolare sul fronte della concorrenza e degli investimenti, che invece necessitano di un contesto stabile e prevedibile per poter prosperare”.
Dichiarandosi favorevole a un aggiornamento del perimetro dei soggetti regolamentati nell’ambito delle comunicazioni elettroniche, AgCom ha suggerito di estendere la regolamentazione anche alle Cdn.
Cosa sono le content delivery network
Le content delivery network sono infrastrutture di server distribuite geograficamente che cooperano per fornire contenuti agli utenti finali in modo rapido ed efficiente. I server sono posizionati in diverse località per ridurre la distanza fisica tra il server che ospita il contenuto e l’utente finale, e memorizzano copie cache dei contenuti richiesti di frequente, come video, immagini e pagine web, nei loro server.
Quando un utente richiede un contenuto, la Cdn lo fornisce dal server più vicino, riducendo la latenza. Le Cdn, inoltre, bilanciano il carico di traffico distribuito su più server, evitando sovraccarichi e garantendo che le risorse siano utilizzate al massimo delle loro capacità, utilizzando anche tecniche avanzate per ottimizzare i percorsi di rete, migliorando così la velocità di trasferimento dei dati.