Nei giorni di COP30, mentre a Belém si discute del futuro del pianeta, c’è un’altra “conferenza” che non si ferma mai: quella dei grandi player dell’intelligenza artificiale. Da una parte, negoziati multilaterali lenti, faticosi, messi in discussione da analisti che definiscono sempre più “irrilevanti” i summit Onu sul clima di fronte alla corsa all’AI.
Dall’altra, migliaia di miliardi di dollari pronti a essere investiti in data center, modelli generativi, infrastrutture digitali che stanno impattando sui consumi energetici mondiali ben più velocemente di qualsiasi accordo internazionale.
l’editoriale
Data center, AI e clima: la partita che la COP30 rischia di non giocare
Miliardi di investimenti in potenza di calcolo stanno ridisegnando geografie energetiche e industriali. Il summit di Belém, in Brasile, sarà il momento in cui affrontare il nodo tra intelligenza artificiale, consumi e giustizia climatica. O l’occasione mancata che lascerà alle big tech il compito di scrivere da sole le regole
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