Misure urgenti per la saturazione virtuale delle reti elettriche, di mitigazione dei prezzi dei mercati all’ingrosso del gas oltre ad investimenti nel settore del trasporto e dello stoccaggio di emissioni inquinanti. A cui si aggiunge l’integrazione dei data center nel sistema elettrico.
È quanto prevede il testo del decreto Energia nella bozza che sta circolando in queste ore, e che conferma l’inserimento dei principi contenuti nella proposta di legge delega rinviata dalla Camera dei deputati a inizio settembre. Il rinvio della pdl era stato richiesto dal relatore Enzo Amich (FdI) per approfondire in Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni alcuni “profili problematici” emersi nella delega ed evidenziati dalla Ragioneria generale dello Stato.
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Cosa prevede la proposta di legge sui data center
“Il decreto legge Energia, in cui ora l’esecutivo vuole introdurre anche le norme sui data center copiando le misure della nostra proposta parlamentare, e di fatto scippandocela, è solo un modo per il Governo di mettere il cappello sulla legge e velocizzare l’approvazione del testo”, ha commentato a caldo Giulia Pastorella, deputata di Azione che, durante il dibattito in Commissione, aveva presentato due emendamenti (di cui uno accolto e uno respinto) contro l’inserimento nel testo di incentivi – proprio gli elementi che hanno preoccupato la Ragioneria di Stato. “Ma anche con la nostra proposta di legge si sarebbe potuto correre, perché dopo la sua approvazione in Parlamento, sarebbe stata applicabile subito con un decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica”.
Per Pastorella la legge delega puntava a offrire una risposta concreta ai numerosi amministratori locali che, in assenza di iter autorizzativi chiari e uniformi, si sono trovati in seria difficoltà nel gestire le richieste di insediamento di data center nei propri territori. Molti sindaci e assessori si sono rivolti al Legislatore per avere un riferimento normativo certo, e l’approvazione della legge, nonostante i “profili problematici” riscontrati dalla maggioranza aveva per l’appunto l’obiettivo di garantire in tempi brevi una cornice regolatoria chiara e coerente.
L’integrazione del decreto legge Energia
Non è andata così, e ora tocca al decreto legge Energia, che sarebbe “pronto. Entro ottobre sicuramente verrà approvato, spero anche prima”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin intervenendo all’Italian energy summit 2025.
“Nei prossimi dieci giorni lo chiudiamo, non possiamo sovrapporci con la Manovra. Ci sono ancora delle cose da modificare sulla questione delle aree idonee. Stiamo definendo in questi giorni”, ha precisato il ministro “una norma primaria sulle aree idonee che ha avuto una serie di sentenze dalla magistratura. Il provvedimento è pronto per quanto riguarda la rete elettrica, i data center che è un tema rilevantissimo. È la prima volta che il ministero dell’Energia si occupa dei consumatori”.
“Stiamo aspettando Godot, ce ne parlano da mesi: il dl era stato di nuovo annunciato a microfoni accesi in Commissione a luglio, quando il sottosegretario del Mase ci comunicò i pareri per gli emendamenti alla pdl”, spiega Giulia Pastorella a CorCom. Secondo la deputata, in quell’occasione l’antifona era che pareri ed emendamenti non sarebbero serviti a nulla, proprio perché l’intera proposta sarebbe stata in qualche modo inglobata nel decreto legge Energia . “Ora siamo a ottobre e il decreto ancora non c’è”.
C’è solo una bozza, resa pubblica in mattinata, che contiene riferimenti a cinque articoli. Il terzo rimanda per l’appunto a un ‘Procedimento unico per il rilascio delle autorizzazioni ai progetti di centri dati’. Gli altri articoli contemplano ‘Misure urgenti per la connessione alla rete degli impianti alimentati a fonti rinnovabili’ (1), ‘Misure volte a promuovere la concorrenza e l’integrazione dei mercati all’ingrosso del gas’ (2), ‘Disposizioni urgenti per gli investimenti nel settore del trasporto e dello stoccaggio di emissioni inquinanti’ (4), ‘Disposizioni urgenti per la stabilizzazione del prezzo del gas e il relativo approvvigionamento’ (5).
Di fatto, il tema dei data center affoga in mezzo a diverse altre misure, per lo più parecchio distanti – sui piani burocratico e operativo – da una questione strategica, oltre che peculiare.
Il rischio di un quadro normativo caotico
“Il paradosso”, dice Pastorella, “è che rispetto al capitolo dei centri dati l’impostazione del governo parrebbe non confliggere con quello che avevamo previsto, a riprova che ci sarebbe potuta essere una maniera più elegante per gestire il processo: ovvero far procedere la legge delega con le dovute modifiche e poi agire su decreti attuativi che avrebbero preso forma nell’articolo 3. Da quel che mi risulta non solo il Mase ma anche il Mimit ha aperto una consultazione sui data center, e presumo vorrà uscire con un decreto che copra aspetti non previsti da quello del Mase. La nostra proposta, invece, fornendo un quadro ampio, copre tutte le prospettive, da quelle energetiche a quelle ambientali, passando per le questioni giuslavoristiche e le competenze da sviluppare”.
Quindi, secondo Pastorella, al di là dello sgarbo istituzionale, il rischio è quello di andare in ordine sparso, vanificando il lavoro già fatto dalle città metropolitane che hanno varato linee guida e producendo un quadro normativo non solo caotico, ma anche opposto a quello che chiedevano operatori e soprattutto sindaci.
“Ci si potrebbe ancora salvare in corner”, chiosa Pastorella, “se accelerassimo l’approvazione alla Camera della proposta legge parlamentare, entro ottobre. Il termine per gli emendamenti scade il 16. Io personalmente sono contenta che si sia riavviato l’iter della pdl, che temevamo morta. Ora resta da capire come si potrà conciliare con il decreto energia che dovrebbe essere pubblicato a breve”.