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Data center, Napoli inaugura “Megaride”: supercalcolo e AI al servizio della cybersecurity



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Un’infrastruttura strategica realizzata nel polo universitario di San Giovanni a Teduccio, pensata per sostenere ricerca, imprese e protezione cibernetica nazionale. La ministra dell’Università e Ricerca Bernini: “Qui si costruisce il futuro”

Pubblicato il 27 giu 2025



Mediterra data center

Con l’inaugurazione del nuovo data center Megaride, l’Italia compie un passo rilevante nel potenziamento dell’infrastruttura nazionale di calcolo ad alte prestazioni (Hpc) e di cybersicurezza. La struttura, ospitata presso il polo di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, è stata presentata ufficialmente alla presenza delle principali autorità istituzionali, tra cui la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il direttore generale dell’Acn Bruno Frattasi e il direttore generale della DG Connect della Commissione europea, Roberto Viola.

Il progetto nasce da un’iniziativa dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza (Acn) e del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), con il supporto di Icsc – Centro Nazionale di Ricerca in Hpc, Big Data e Quantum Computing, Cnr e Cineca, quest’ultimo responsabile della gestione operativa dell’infrastruttura.

Nel data center un nodo strategico per il supercalcolo italiano

Megaride si configura come un nodo strategico all’interno del sistema nazionale HPC. Il nuovo supercomputer, che sarà interconnesso con il Leonardo di Bologna – tra i più potenti in Europa – punta a supportare una vasta gamma di attività: dalla ricerca scientifica avanzata allo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale, fino all’analisi dei dati critici per la protezione delle reti pubbliche e private.

“È un ecosistema che unisce università, centri di ricerca, imprese e istituzioni” ha dichiarato il ministro Bernini durante l’evento. “Megaride è la dimostrazione concreta di come la ricerca diventi infrastruttura, e le infrastrutture diventino la casa dei ricercatori. È qui che si costruisce il futuro.”

Il nome scelto per il nuovo data center, come ha sottolineato Bernini, richiama le radici profonde della città partenopea e la sua vocazione al dialogo e all’innovazione, in un Mediterraneo sempre più centrale nelle dinamiche strategiche globali.

Intelligenza artificiale e cybersicurezza: un binomio cruciale

L’infrastruttura Megaride è progettata per rispondere alle esigenze specifiche della cybersicurezza nazionale, in un contesto globale segnato da una crescente esposizione a minacce cibernetiche sofisticate. Come spiegato da Bruno Frattasi, direttore generale dell’Acn, “questa struttura sarà interconnessa con il polo di Bologna, creando un ecosistema integrato per l’intelligenza artificiale applicata alla protezione dei sistemi digitali.”

Negli ultimi anni, l’Italia ha subito un’evoluzione importante nella gestione degli attacchi DDoS e delle vulnerabilità informatiche. “Oggi siamo in grado di difenderci molto meglio rispetto al passato, e strumenti come Megaride sono fondamentali per consolidare questi progressi”, ha evidenziato Frattasi.

L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una filiera nazionale dell’AI e del supercalcolo, al servizio della pubblica amministrazione, delle università e del tessuto imprenditoriale, con un’attenzione particolare alle startup e alle Pmi impegnate nei settori ad alta intensità tecnologica.

Un data center al servizio della trasformazione digitale

Secondo quanto illustrato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, Megaride rappresenta un punto di svolta nell’approccio del governo alla transizione digitale. “Questa infrastruttura permette non solo di sviluppare tecnologie avanzate per la cybersicurezza, ma anche di generare valore per l’economia e l’innovazione tecnologica. È un elemento chiave per rendere concreto quel processo di distruzione creativa che accompagna ogni rivoluzione industriale.”

Il centro Hpc di Napoli è infatti pensato come infrastruttura condivisa, destinata non solo alla comunità accademica ma anche alle imprese innovative del territorio. La possibilità di accedere a risorse di calcolo avanzato, come quelle necessarie per l’addestramento di modelli di AI, può rappresentare un catalizzatore per lo sviluppo di nuove soluzioni industriali, sanitarie, ambientali e agricole, coerenti con le priorità del Pnrr e della strategia nazionale di digitalizzazione.

Ricerca, fondi e sostenibilità: il quadro d’insieme

La ministra Bernini ha ricordato che il governo ha stanziato 300 milioni nella scorsa legge di bilancio per rafforzare le infrastrutture di ricerca, oltre ai fondi già destinati tramite il Pnrr ai centri nazionali. “Questa è la dimostrazione che non c’è competizione fra difesa e conoscenza: stiamo investendo simultaneamente su entrambi i fronti”, ha precisato.

Sul piano della sostenibilità, il data center Megaride è stato progettato con criteri ambientali evoluti, ponendo particolare attenzione al consumo energetico e all’efficienza termica. L’obiettivo è garantire prestazioni di calcolo di altissimo livello, riducendo al minimo l’impatto ambientale, in linea con i principi Esg e con le direttive europee in materia di infrastrutture digitali verdi.

Napoli capitale dell’Hpc nel Mezzogiorno

La scelta di realizzare Megaride a San Giovanni a Teduccio, quartiere che ospita uno dei poli universitari più moderni d’Italia, rafforza il ruolo di Napoli come hub dell’innovazione tecnologica nel Mezzogiorno. “Quando Napoli scende in campo è sempre la numero uno”, ha affermato Bernini, ricordando la presenza già consolidata di infrastrutture internazionali e di eccellenze accademiche nella città.

Il data center rappresenta anche un tassello operativo del Piano Mattei, in quanto potrà facilitare lo sviluppo di infrastrutture di interconnessione con i Paesi africani, nel segno della cooperazione paritaria. “Lavoreremo non per l’Africa, ma con l’Africa”, ha ribadito la ministra, sottolineando la posizione geografica e strategica della città nel bacino del Mediterraneo.

Infrastrutture digitali per trattenere e attrarre talenti

Megaride rappresenta, infine, un investimento a lungo termine nel capitale umano. È un luogo in cui i ricercatori italiani possono tornare, rimanere e crescere, disponendo di strumenti adeguati per competere a livello globale. “Quando si parla di fuga dei cervelli, la risposta sono queste strutture: veri e propri hub di conoscenza e innovazione, dove si costruisce il futuro del Paese”, ha concluso Bernini.

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