Digital divide è la parola chiave che attraversa il nuovo Digital Economy Navigator 2025 (Den 2025), pubblicato dalla Digital Cooperation Organization (Dco). Il report, che analizza 80 Paesi rappresentanti l’85% della popolazione mondiale e il 94% del Pil globale, offre una mappa dettagliata della maturità digitale globale, basata su 145 indicatori (53 primari da survey e 92 secondari da fonti ufficiali). Il quadro che emerge è di una convergenza visibile ma fragile, con progressi significativi in molte aree, ma anche persistenti divari infrastrutturali, sociali e tecnologici.
Il settore telco si trova al centro di questa trasformazione: da abilitatore di connettività a motore di inclusione, innovazione e sostenibilità. Ma per cogliere le opportunità, sarà necessario affrontare sfide complesse, che vanno dalla copertura 5G alla governance dell’intelligenza artificiale, dalla gestione dei rifiuti elettronici alla parità di genere nell’accesso digitale.
Indice degli argomenti
Infrastrutture digitali: copertura in crescita, ma la qualità resta un nodo
Il Den 2025 certifica che oltre l’80% della popolazione nei Paesi analizzati ha accesso a Internet, con una copertura 4G che raggiunge il 96,2%. Tuttavia, la copertura 5G si ferma al 45,7%, con punte minime del 17,4% in Africa subsahariana. La qualità dell’infrastruttura dati – misurata in termini di latenza, affidabilità, presenza di IXPs e data center – resta a livelli “nascenti” in molte economie a basso reddito.
Per il settore telco, questo significa enormi margini di crescita nei mercati non ancora pienamente serviti. Investire in reti resilienti, IXPs locali e data center regionali può generare ritorni economici e sociali, oltre a rafforzare la sovranità digitale e ridurre il digital divide. La Dco sottolinea l’importanza di politiche di liberalizzazione del mercato, incentivi agli investimenti e partnership pubblico-private per accelerare la diffusione delle infrastrutture e ridurre il digital divide.
Inclusione digitale: il ruolo chiave delle telco
Il report evidenzia che solo il 3,1% delle donne laureate ha una specializzazione Ict, contro il 9,6% degli uomini. Le disuguaglianze di genere, età e geografia restano marcate: le popolazioni rurali, gli anziani e i gruppi a basso reddito sono meno rappresentati nell’economia digitale.
Le telco possono giocare un ruolo cruciale nel colmare questi gap, promuovendo programmi di formazione digitale, offerte mirate per le fasce svantaggiate e servizi accessibili. In particolare, la collaborazione con il settore pubblico per rafforzare le competenze digitali femminili e integrare le donne nei settori tech è una leva strategica per l’inclusione.
AI e governance: opportunità e rischi
L’adozione dell’intelligenza artificiale è in rapida crescita, ma la governance resta il punto debole: il punteggio medio globale è di appena 30,6 su 100. Solo il 27,2% degli utenti dichiara di possedere competenze digitali avanzate, mentre la fiducia nei servizi online è minata da preoccupazioni per la privacy e la sicurezza: il 33,2% degli utenti cita questi aspetti come principale barriera all’uso del digitale.
Per le telco, ciò implica la necessità di investire in infrastrutture AI-ready, formare il personale su competenze emergenti e collaborare con i regolatori per definire standard etici e normativi. La trasparenza nell’uso dei dati, la cybersecurity e la protezione della privacy diventano elementi centrali per costruire fiducia e fidelizzare gli utenti.
Finanza digitale e nuovi mercati
Il Den 2025 stima che oltre 1,3 miliardi di persone potrebbero accedere ai servizi bancari digitali se connesse. Altri mercati potenziali includono 1,26 miliardi di utenti per il trasporto pubblico digitale, 892 milioni per il ride-sharing e 1,06 miliardi per la telemedicina.
Le telco possono allearsi con il fintech per offrire servizi finanziari mobili, soprattutto nei Paesi dove l’accesso bancario tradizionale è limitato. La diffusione dei sistemi di pagamento digitali (presenti in 54 Paesi su 80) rappresenta un’opportunità per integrare servizi a valore aggiunto nelle offerte telco.
Sostenibilità: la nuova frontiera
Il nuovo pilastro “Digital for Sustainability” introduce indicatori su mobilità condivisa, efficienza energetica, economia circolare ed e-waste. Il 71,8% degli utenti usa smart meter, ma solo il 33,4% dell’energia proviene da fonti rinnovabili. La produzione media di rifiuti elettronici è di 11,9 kg per persona all’anno, con solo 56 Paesi su 80 dotati di politiche di gestione.
Per le telco, la sostenibilità non è più un’opzione: è un driver competitivo. Investire in data center green, adottare pratiche di economia circolare e monitorare l’impatto ambientale delle reti sono azioni necessarie per rispondere alle aspettative di utenti, investitori e regolatori.
Verso un’economia digitale inclusiva e resiliente
Il Den 2025 propone una roadmap di maturità digitale in cinque fasi: da “nascent” a “frontier”. Le telco possono guidare questa transizione, abilitando la connettività universale, promuovendo l’adozione di tecnologie emergenti e collaborando alla definizione di standard globali.
Ma la convergenza digitale non è automatica. Senza investimenti mirati, politiche inclusive e cooperazione internazionale, i divari rischiano di ampliarsi. Il settore telco ha oggi l’opportunità – e la responsabilità – di essere protagonista di un’economia digitale più equa, sostenibile e innovativa.



































































