INNOVAZIONE

E’ made in Italy la app che fa salire i rendimenti fintech

Si chiama SelfieWealth ed è un cacciatore di Alpha ossia di extra rendimenti. Narduzzi: “La disintermediazione è la chiave della finanza 2.0”

Pubblicato il 03 Ago 2015

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“Abbiamo inventato il miglior cacciatore di Alpha, cioè degli extra rendimenti, della Fintech”. Da ieri la app, tutta made in Italy, SelfieWealth è scaricabile dai due principali store, quello di Google e quello di Apple, ed è la prima soluzione del cosiddetto Robo Advisor market che permette agli investitori di comporre portafogli finanziari con un elevato livello di diversificazione per tipologia di singoli titoli, per geografia e per asset class. “Non siamo i primi ad entrare nel mercato del robo-wealth-management, ma siamo i primi ad offrire un data base di oltre 50mila titoli tra i quali il nostro motore proprietario di asset al location sceglie per comporre il portafoglio ottimale”, spiega Edoardo Narduzzi fondatore e finanziatore della startup”. Quello dei robo-advisors è un mercato in crescita accelerata destinato a passare, secondo una ricerca di MyPrivatebanking, dai 14 miliardi di dollari di fine 2014 ai 255 miliardi under management stimati per il 2020.

Come è nata l’idea di business di SelfieWealth?

Lavorando per quattro anni nel mercato B2B sviluppando motori automatizzati di asset allocation al servizio degli intermediari finanziari. Abbiamo potuto affinare un motore proprietario e verificare sul campo la sua capacità di battere il mercato, cioè di performare meglio del benchmark di riferimento. L’obiettivo era quello di creare un innovativo cacciatore di Alpha finanziario a portata di touch per tutti gli investitori interessati ad una gestione attiva del loro patrimonio. Non i Btp people o gli ETF people per intenderci.

Quali sono i punti di forza della vostra app?

La semplicità di uso, perché pensata per gestire tramite un tablet un portafoglio complesso: l’investitore viene collocato lungo la frontiera efficiente del mercato dei capitali e lì, con un semplice touch sullo schermo, può scegliere la diversificazione ottimale suggerita sulla base delle sue preferenze di rischio e di rendimento. Facciamo, poi, un utilizzo intelligente dell’infografica per permettere di comprendere semplicemente a chiunque strategie di investimento anche molto complesse, e mettiamo a disposizione una logica di navigazione da social media. Eppoi il nostro motore proprietario.

Come funziona il vostro motore proprietario?

Per ogni titolo abbiamo individuato i venti diversi parametri più significativi per calcolarne la probabilità di rialzo o di ribasso e sulla base di questi risultati, aggiornamenti costantemente, il motore modifica l’asset allocation ottimale e suggerisce gli aggiustamenti di portafoglio in termini di vendite o acquisti da dover effettuare. E’ un motore auto apprendente pensato e realizzato per migliorarsi mentre opera. Oggi abbiamo una profondità di analisi di 15 anni che utilizziamo anche per fare dei back test al servizio del singolo investitore.

Ma come le è venuto in mente di investire anche in SelfieWealth?

La disintermediazione è una tendenza irreversibile della finanza contemporanea non solo perché c’è una tendenza al low cost nelle fees. Lo snodo è rappresentato dalla capacità di processare dati e informazioni in tempo reale e di proiettarne gli effetti sui singoli titoli. Serve un robot perchè anche il più bravo guru non è più nella condizione di, non dico calcolare, ma neppure immaginare le correlazioni in gioco. Eppoi questa tra le tante aziende finora fatte è quella che sento intellettualmente più vicina a me, visto che nasco giornalista finanziario.

Come sta andando il 2015 delle altre imprese nelle quali detiene partecipazioni?

Bene. Techedge sta crescendo del 30% soprattutto all’estero. Vetrya ha numeri favolosi che la proiettano naturalmente verso il mercato internazionale. Mashfrog raggiungerà i 10 milioni. E nelle startup si stanno formando tanti giovani che tra qualche anno mi daranno un lavoro. E così anche quest’anno un centinaio di nuovo posti di lavoro a valore aggiunto li creeremo anche se l’economia italiana va meno bene di quanto dovrebbe e le riforme di Renzi sono troppo lente e troppe poche.

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