Il Consiglio europeo ha adottato la sua posizione sul regolamento aggiornato per la creazione di gigafactory per l’Ai, approvando una modifica al regolamento che definisce il quadro di riferimento per le attività dell’European High-Performance Computing Joint Undertaking (EuroHPC JU). La modifica mira a istituire gigafactory per l’intelligenza artificiale in Europa e crea anche un capitolo dedicato al quantum computing nelle attività dell’EuroHPC JU.
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Gigafactory Ai, nuovi passi in avanti dal Consiglio Ue
Le gigafactory per l’Ai beneficeranno del sostegno pubblico e privato attraverso partenariati pubblico-privati, che coinvolgono, tra gli altri, gli Stati membri e gli attori del settore, si legge sul sito del Consiglio.
“Oggi abbiamo compiuto passi molto importanti verso la creazione di cinque nuove gigafactory per l’Ai in Europa“, ha affermato Christina Egelund, Ministro danese dell’Istruzione Superiore e della Scienza. “L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie critiche più importanti del futuro, fondamentale per la resilienza, la competitività e la sicurezza dell’Europa. Dobbiamo agli europei una risposta decisa ai primati americani e cinesi in questo campo”.
La proposta di regolamento
La proposta di regolamento del Consiglio delinea il quadro di riferimento per la creazione e la gestione di gigafactory europee per l’Ai, stabilisce regole chiare per il finanziamento e gli appalti e include misure di protezione per start-up e scale-up.
Il regolamento modificato consente inoltre di reindirizzare i fondi Ue non utilizzati a progetti di “Gigafactory” per l’intelligenza artificiale e facilita la creazione di “gigafactory” multi-sito in più paesi.
Il Consiglio ha introdotto nel testo anche garanzie per la partecipazione dei paesi terzi e aggiornamenti alla struttura di governance dell’impresa comune EuroHPC per riflettere il suo ruolo ampliato.
Novità anche sulle nel quantum computing
Le “gigafactory” per l’intelligenza artificiale sono strutture su larga scala che combinano calcolo ad alte prestazioni, data center a basso consumo energetico e automazione basata sull’intelligenza artificiale. Questi centri forniranno un’infrastruttura di calcolo Ai di livello mondiale a supporto di ricercatori, imprenditori e industrie europee, rafforzando la forza industriale dell’Europa, promuovendo nuove soluzioni di Ai e rafforzando l’autonomia tecnologica dell’Ue.
L’accordo trasferisce, inoltre, le attività di ricerca e innovazione quantistica dal programma quadro di ricerca e innovazione Horizon Europe alle attività dell’impresa comune EuroHPC per rafforzare gli sforzi in questa tecnologia critica.
Più vicine le gigafactory Ai dell’Ue
L’accordo raggiunto in seno al Consiglio segnala la volontà dei ministri dell’Ue di procedere con l’adozione di questa normativa. Questo regolamento – chiarisce ancora il Consiglio – non è negoziato secondo la procedura legislativa ordinaria, per cui il Parlamento europeo dovrà solo esprimere il proprio parere sul testo, presumibilmente già il 17 dicembre. Successivamente, il regolamento sarà sottoposto all’adozione definitiva da parte del Consiglio, una volta completata la revisione giuridico-linguistica.
Nella recente edizione dell’evento CorCom Telco per l’Italia, Emanuele Raffaele, Partner di Oliver Wyman, ha ricordato il progetto europeo InvestAI, con fino a 200 miliardi di euro complessivi e 4-5 miliardi destinati alle gigafactory, sostenuti da un supporto pubblico fino al 35%. Ogni gigafactory vale circa un miliardo di investimenti, ma i benefici sono ancora incerti: questo, ha sottolineato Raffaele, impone una riflessione seria sul ruolo che l’Italia vuole giocare sull’intelligenza artificiale nei prossimi 10-20 anni.
Il ruolo dell’Italia nell’AI
Il nostro Paese ha un asset chiave nelle competenze: “Quando si tratta di inventiva e innovazione non siamo secondi a nessuno”, ha affermato Raffaele, richiamando i risultati promettenti di ingegneri e poli di ricerca italiani. Nella metafora che propone, esistono i macchinari (le Gpu), il tessuto (gli Llm) e la capacità di fare i “vestiti”: è proprio su questa abilità di confezionare soluzioni su misura che l’Italia ha voce nel mondo. In questo scenario, le telco non possono restare semplici fornitori di rete: “Vorremmo che diventassero co-architetti del ruolo che l’Italia può giocare”, ha detto Raffaele, ricordando che gli operatori hanno già quattro ingredienti decisivi – connettività a bassa latenza, data center, capacità di garantire sicurezza e sovranità dei dati verso le istituzioni, capillarità sul territorio – ma devono affrontare sfide complesse su più fronti.
Sul piano tecnico serve evitare i silos nazionali e costruire un’architettura aperta, interoperabile e integrata; sul piano energetico, le gigafactory avranno bisogno di energia abbondante, stabile ed economicamente sostenibile. L’auspicio è che l’Italia “salga su questo treno” per decidere il proprio ruolo, non come semplice utente di gigafactory costruite altrove, ma come co-architetto e co-designer dell’ecosistema AI europeo.
Opportunità strategiche per le telco
Per il settore delle telecomunicazioni, le AI gigafactory rappresentano una straordinaria opportunità di crescita. Non solo le telecomunicazioni saranno chiamate a fornire infrastrutture di rete all’avanguardia, ma saranno anche protagoniste nella gestione e nel supporto delle operazioni quotidiane di questi centri di calcolo e storage. La creazione di reti ad alta capacità, in grado di supportare il flusso massivo di dati, sarà una sfida fondamentale che le aziende del settore si troveranno ad affrontare.
In particolare, l’acquisizione di processori AI avanzati e la necessità di una gestione ottimale dei dati richiederanno soluzioni innovative da parte degli operatori, che avranno l’opportunità di sviluppare e implementare tecnologie che potrebbero definire il futuro della comunicazione digitale. Le telecomunicazioni, infatti, sono al centro di questo progetto, non solo per la fornitura di banda ultralarga, ma anche per garantire la resilienza e la sicurezza delle infrastrutture che supporteranno le operazioni delle AI gigafactories.
Dalle AI Gigafactory una spinta alla crescita economica europea
Il piano per le AI gigafactory si inserisce nel più ampio quadro della strategia europea di sovranità digitale, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’esterno e rendere l’Europa un vero e proprio “powerhouse” tecnologico nel campo dell’intelligenza artificiale. Gli investimenti previsti non solo accelerano lo sviluppo di nuove tecnologie, ma creano anche un’importante occasione per le economie locali, dando impulso a settori ad alta tecnologia e innovazione. I 200 miliardi di euro previsti potrebbero, infatti, generare un effetto moltiplicatore su scala europea, rafforzando il tessuto economico e industriale in vari paesi membri.
Il coinvolgimento delle telecomunicazioni in questo progetto va oltre la semplice fornitura di infrastrutture: si tratta di un’opportunità per le aziende del settore di diventare protagoniste della trasformazione digitale europea. L’integrazione di tecnologie avanzate come 5G, 6G, e intelligenza artificiale nelle loro operazioni permetterà loro di migliorare le proprie offerte e di potenziare l’ecosistema di innovazione tecnologica in Europa.
Verso una sovranità digitale europea
Il progetto delle AI gigafactory è molto più di una semplice iniziativa tecnologica; è una mossa strategica per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle tecnologie esterne, rafforzando la sovranità digitale del continente. Con la crescente importanza dell’AI, i centri di calcolo rappresentano un pilastro fondamentale per l’indipendenza tecnologica dell’Europa, e la Commissione Europea lo ha chiaramente ribadito.
L’Europa, infatti, sta cercando di consolidare il proprio ruolo come leader mondiale nel settore dell’intelligenza artificiale, e questi poli rappresentano una componente essenziale di questa strategia. Il coinvolgimento delle telecomunicazioni in questa fase è cruciale, poiché esse forniranno non solo l’infrastruttura necessaria, ma anche la connettività e la gestione dei flussi di dati tra i centri di calcolo e le applicazioni AI.







