Nel contesto attuale, segnato da trasformazioni rapide e profonde, le infrastrutture critiche assumono un ruolo sempre più centrale nel garantire non solo lo sviluppo tecnologico del Paese, ma anche la capacità di affrontare sfide globali legate a sostenibilità, sicurezza e resilienza.
Parlare oggi di digitalizzazione non significa solo introdurre nuove tecnologie, ma ripensare anche il ciclo di vita delle infrastrutture. Reti di telecomunicazione, sistemi energetici e asset industriali non sono più compartimenti stagni: convergono, si interconnettono e diventano ecosistemi intelligenti, che richiedono competenze integrate e anche nuovi modelli di governance.
Una visione multidisciplnare
In questo scenario, è fondamentale promuovere una visione multidisciplinare. La sinergia tra ingegneria e ICT, tra progettazione “fisica” e “digitale”, rappresenta una leva strategica per guidare la transizione tecnologica ed ecologica. Le infrastrutture del futuro devono essere progettate non solo per funzionare, ma per adattarsi, evolversi e rispondere in modo flessibile ai cambiamenti normativi, ambientali e sociali. Occorre rafforzare le capacità industriali e progettuali per realizzare infrastrutture digitali affidabili, sicure e sostenibili.
Anche la sostenibilità va intesa in una logica ampia, che abbracci l’intero ecosistema: dalla riduzione dell’impatto ambientale alla valorizzazione dei territori, fino all’efficientamento energetico e alla creazione di competenze. Occorre superare l’approccio per silos e adottare un modello di progettazione trasversale, dove la tecnologia sia al servizio delle persone, dell’ambiente e dello sviluppo.
Oggi più che mai serve un confronto aperto tra operatori, istituzioni, industria e ricerca e occasioni di dialogo in cui mettere a sistema esperienze e visioni, e per ribadire quanto l’integrazione tra competenze sia decisiva nella trasformazione digitale del Paese.