L’ANALISI

Netflix nel mirino di Apple, prende forma un deal da 83 miliardi di dollari

A rendere possibile l’acquisizione sono gli effetti della riforma fiscale di Donald Trump negli Usa. Gli analisti di Citigroup: “Troppa liquidità per Cupertino, più di 252 mld Usd. Probabilità di takevoer al 40%. In alternativa nel bersaglio potrebbero finire Disney, Electronic Arts, Activision, Take-Two o Tesla”

Pubblicato il 02 Gen 2018

Netflix nel mirino di Apple, prende forma un deal da 83 miliardi di dollari

La riforma fiscale varata da Donald Trump potrebbe causare una serie di effetti a cascata nelle attività di merger & acquisitions negli Stati Uniti. La grande liquidità liberata dalle politiche della Casa Bianca, infatti, potrebbe portare a una serie di acquisizioni molto appariscente, come ad esempio quella che potrebbe vedere Netflix finire nelle mani di Apple. Una prospettiva che viene data dagli analisti di Citigroup al 40% delle possibilità, e che viene giudicata la più probabile.

Questo grazie al fatto che il taglio delle imposte deciso dalla Casa Bianca, secondo i calcoli degli analisti Jim Suva e Asiya Merchant di Citigroup, insieme alle agevolazioni fiscali per far rientrare sul territorio statunitense le attività e il fatturato generato fuori dai confini nazionali, metteranno a disposizione di Apple un gruzzolo da 252 miliardi di dollari pronti da essere investiti. Mentre la capitalizzazione di Netfix è pari a circa un terzo di questa somma, e si aggira attorno agi 83 miliardi di euro.

Tra le possibili acquisizioni di Apple ci sono, a seguire, il takeover su Disney (a cui viene attribuita una probabilità tra il 20 e il 30%), e a seguire Electronic Arts, Activision o Take-Two (10%), mentre si ferma al 5% la probabilità che Cupertino metta nel mirino Tesla.

“La società ha troppa liquidità – intorno ai 250 miliardi – e cresce di 50 miliardi all’anno. E’ un bel problema – scrivono gli analisti – Storicamente Apple ha evitato di rimpatriare i profitti in Usa per evitare l’imposizione fiscale elevata. La riforma fiscale potrebbe consentire alla compagnia di usare questo denaro. Con circa il 90% della sua liquidità all’estero – evidenziano – una tassa di rimpatrio del 10% una tantum darebbe a Apple 220 miliardi per acquisizioni o riacquisti”.

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7 anni fa

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